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04/10/2012 06:50:03

Scandalo pedofilia all'Istituto Rubino di Marsala. Il racconto di N.: "Coś abusavano di me". Oggi assemblea con i genitori

 Non si dà pace Rosario Asta, commissario straordinario dell'Istituo Rubino di Marsala, l'opera pia finita ieri al centro delle cronache nazionali per un'inchiesta della Procura di Marsala su un caso di pedofilia denunciato da una ragazza che frequenta l'istituto. "Noi siamo una realtà più unica che rara, in Sicilia - spiega Asta - perchè siamo una delle pochissime Ipab che ha un bilancio in attivo, che riesce a fornire servizi di rieducazione ai ragazzi svantaggiati". Questo pomeriggio il commissario incontrerà i genitori dei ragazzi - circa una ventina - che frequentano l'istituto durante il pomeriggio per le diverse attività ricreative ed educative. "Faremo il punto della situazione, apertamente - spiega Asta - perchè ci vuole serenità. Innanzitutto nomineremo un avvocato, perchè vogliamo dichiararci parte offesa e vogliamo accedere agli atti dell'inchiesta, tutelare il buon nome dell'istituto, che è il fiore all'occhiello dell'assitenza ai minori nel territorio, e capire anche come questi abusi siano potuti accadere". I fatti risalgono a diversi anni fa, dal 2004 al 2009, ma gli operatori che lavorano e hanno lavorato al centro ricordano che i ragazzi non vengono mai lasciati soli con gli educatori o il personale: "Si fa sempre tutto insieme. Anche quando arriva il bus con i ragazzi, il pomeriggio, nessuno è autorizzato a scendere prima, o ad appartarsi, anche perchè lavoriamo su ragazzi a rischio, e sappiamo bene a che tipo di complicazioni andiamo incontro". 

La ragazza, N., frequentava l'istituto Rubino da quando aveva sei anni. Al centro la conoscono bene: "Molto spesso - dice una fonte - veniva anche la madre in istituto, perchè non avevano grandi mezzi economici. E quindi spesso anche la signora a lavarsi in istituto". Gli operatori ricordano bene la ragazzina: "Capitava spesso che ci fossero attività da fare fuori Marsala: una gita, o una visita. E allora siccome la famiglia non poteva permettersi di pagare le spese di queste piccole gite, anticipavamo noi i soldi, come facciamo sempre con tutti, perchè qui poi siamo una grande famiglia e non vogliamo creare discriminazioni. Spesso forniamo vestiti a chi non ne ha, o facciamo la spesa". 

"Se io fossi un genitore sarei terrorizzato - dichiara Asta - ma ho il dovere di tranquillizzare tutti e di illustrare quello che vogliamo fare, e anche tutelare 100 anni di ottimo lavoro fatto dall'istituto". I dipendenti coinvolti (due su tre) dovrebbero essere sospesi. Altro fronte polemico è quello dell'Amministrazione Comunale. Ieri il Sindaco ha chiesto - come se l'ente fosse dipendente dal Comune di Marsala - il licenziamento addirittura di tutti i dipendenti, e c'è voluta la paziente diplomazia dell'assessore ai Servizi Sociali, Antonella Genna, per rasserenare gli animi. 

Sotto accusa per "violenza continuata e aggrava di gruppo in danno di una minorenne  sono l'ex responsabile  dell’unità assistenziale (Giuseppa Signorelli, di 50 anni) e a un bidello (Vincenzo Galfano, di 48) dell’Istituto. La notifica degli arresti domiciliari è stata fatta ieri, all'alba. Momenti di tensione a casa Signorelli, perchè i figlio della signora si è rivolto violentemente contro i poliziotti, e per un attimo ha rischiato il fermo.  Entrambi gli imputati sono difesi dall'avvocato Stefano Pellegrino.

Fondato nel 1902  per fornire ricovero e aiuto agli orfani e all’infanzia abbandonata, l'Istituto Rubino  anche su segnalazione del Tribunale per i minorenni, è stata fornita assistenza scolastica (lezioni di recupero pomeridiane) a studenti in difficoltà provenienti da realtà ad alto rischio sociale. E proprio per il “dopo scuola” la struttura era frequentata dalla ragazzina, oggi maggiorenne, che tra il 2004 (quando ancora non aveva neppure 14 anni) e il 2009, sarebbe stata abusata sessualmente dall’ex direttrice e dal bidello

Dall’inchiesta è emerso che la minore, quando frequentava l’istituto, che è nel centro storico marsalese, a circa cento metri in linea d'aria  dal Municipio, in diverse occasioni (il sostituto procuratore Dino Petralia  parla di «prassi consolidata») sarebbe stata invitata dalla Signorelli nella sua stanza, dove poi sopraggiungeva,
sempre secondo l’accusa, anche il bidello e lì «pativa atti sessuali posti in essere contemporaneamente dagli arrestati». L’indagine è stata avviata dopo che la giovane si è confidata con il compagno della madre, che ha informato la polizia. La presunta vittima è stata quindi ascoltata, con il supporto di una psicologa, nella stanza «Arcobaleno» della Squadra Mobile.
Altre «utili informazioni» all’indagini sono state fornite dai Servizi sociali del Comune di Marsala. Ieri, inoltre, per acquisire ulteriori elementi di prova, sono state effettuate alcune perquisizioni domiciliari.

La denuncia risale allo scorso Dicembre. N. stava passeggiando in centro con la madre ed il compagno, e si è rifiutata di passare per Via Rubino, sede dell'istituto che lei aveva frequentato. Dopo qualche domanda, è scoppiata in un pianto dirotto ed ha confessato tutto. Il compagno della madre (che a sua volta è un pregiudicato con un passato di tossicodipendente) era deciso a farsi giustizia da sè, ma, per fortuna, è stato un amico a consigliare alla coppia di rivolgersi ai servizi sociali ed alla polizia. Da lì la denuncia, le verifiche degli episodi, riscontrati da alcuni testimoni - secondo gli investigatori - ed ieri gli arresti.  "Il bidello e la direttrice mi chiamavano per chiacchierare nella loro stanza. Io avevo 8 anni. Cominciarono con alcuni baci sulle labbra, poi chiesero via via altre cose" è il racconto della ragazza, avvalorato anche da alcune intercettazioni ambientali e telefoniche fatte durante le indagini. "Mi toccavano dappertutto - aggiunge - mi costringevano a rapporti orali. Io dicevo loro che dovevo andare a studiare, ma loro non mi lasciavano andare...". C'è anche il racconto di un'altra ragazza, coetanea di N., che si ricorda "delle attenzione particolari della direttrice", di come spesso N. uscisse da quella stanza piangendo, e di averla vista "toccare come per scherzo le parti intime del bidello".