Ah, si. Alle cassatelle, e alla nostra idea, neanche tanto originale, che un partito delle cassatelle bisognerebbe farlo, perchè la sagra è ormai l’elemento culturale caratterizzante del nostro territorio.
In realtà poi le cose si sviluppano, hanno un loro corso. Ed altro che partito delle cassatelle. A Castellammare hanno fatto di più. Ci hanno superato. Ed il paese è entrato nel Guinness dei primati per “la tela colorata più lunga del mondo”.
Centinaia di ragazzi, mezzo paese, sono stati impegnati sue domeniche fa a realizzare la tela colorata per entrare nel Guinness. Chissà come gli è venuta l’idea. Avranno visto, nel libro dei record, quale record era facile da raggiungere, e si sono messi all’opera. Non c’è paese oggi che non abbia il suo record. L’ambizione è quella di diventare famosi, avere il proprio Sindaco su un palco e le luci, magari ci scappa pure un passaggio a Canale 5. Il telo più lungo, la cassata più grande, il cannolo più lungo, la più grande quantità di salsiccia mai arrostita su una pubblica piazza. Non c’è limite alla fantasia.
Una volta c’era lo scemo del villaggio, che veniva preso a simbolo di un paese. Adesso lo scemo rischia di essere un intellettuale anche un po’ naif, rispetto alla coinvolgente passione che hanno i suo compaesani di fronte l’eccitante avventura di un record. Abbiamo metabolizzato i Giochi senza frontiere.
A suggellare la fondamentale importanza politica del record di Castellammare, sul palco, con il Sindaco, la banda, i figuranti con la coppola, c’era anche Mimmo Turano, che di sagre se ne intende.
Ogni paese ha un record, dunque. E senza quello, senza una Miss Italia, un mezzo concorrente del Grande Fratello, è come se non esistesse.
Una volta in California mi ritrovai in mezzo al deserto, nella Death Valley. Gita istruttiva. Ad un certo punto, nell’aridità totale di quel paesaggio lunare, c’era una specie di paese, quattro case in croce, la strada, una stazione di servizio. E, soprattutto, un enorme termometro piantato nel terreno. Una cosa pacchiana, e quindi perfettamente americana. Cosa rappresenta? Ho chiesto. E mi hanno spiegato che quella specie di scultura celebrava la pià alta temperatura mai registrata in America. Un giorno del 1913 - se ricordo bene - in quel paese si registrarono la bellezza di 56 gradi centigradi. Calduccio. Record assoluto, mai battuto fino adesso.
Ogni paese ha il suo record, dunque. Solo che nel deserto, avere un record è un modo per dire: non dimenticatevi di noi, anche questo buco di culo del mondo è pianeta. Qui da noi, forse c’è il deserto uguale. Solo che non ce ne accorgiamo perchè è molto lussureggiante. Ma abbiamo bisogno di record e di sagre, per far parlare di noi.
Già le sagre. Ieri l’altro guardavo uno spezzone del telegionale di TeleSud (a proposito: nuova grafica, nuova scenografia, è un prodotto davvero godibile). C’era prima tutto un servizio lungo lungo sulla fiera del dolce a Paceco (quella dove dopo il concerto di Anna Oxa si sono presi a botte) con l’intervista ad uno chef che spiegava la ricetta di un tipo di pasta con l’aglio. Poi il conduttore lanciava il servizio sull’evento internazionale per eccellenza della nostra provincia, il Cus Cus Fest. Ho cambiato canale. In quel momento mi sembrava il Tg della pro loco.
Su Telesud c’è stata un’altra cosa, di recente. Una specie di show del Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, che, a proposito delle polemiche sul porto sparava a zero contro giornalisti e non meglio identificate lobby, anzichè rispondere e dire finalmente la verità (sa che la Regione ha denunciato un falso nella progettazione del porto? come intende tutelare noi cittadini?).
Dobbiamo ricordare che Telesud prende dal Comune di Marsala 28.000 euro per “pubblicizzare l’attività istituzionale del Comune”. Siccome per ora si fa un gran parlare delle interviste a pagamento commissionate dai politici ai giornalisti, sarebbe bene chiarire se gli show di Adamo sono pagati con i soldi dei cittadini o no. Ci si muove in un terreno molto fragile.
Ma non è giusto parlare di queste cose. Dobbiamo invece parlare di quanto Marsala sia più pulita, sempre più pulita. Non passa giorno che non ci sia una pulizia straordinaria di qualche area della città. Insomma, finiremo che un giorno potremo mangiare per terra, a Marsala, tanto sono pulite le nostre strade. E, chi lo sa, magari entreremo in qualche libro dei record, proprio alla voce “strade più pulite in assoluto al mondo”.
Il problema è che tutto ha un costo, anche la pulizia. Il Sindaco questo non lo dice. Non dice che la pulizia della città costa 12 milioni di euro l'anno. Non dice che differenziare i rifiuti costa a Marsala più del ricavo della vendita dei rifiuti stessi. Aumenta le tasse, Imu e addizionale Irpef. E' l'amministrazione più reticente al mondo. Porca miseria, anche questo è un record...
Giacomo Di Girolamo