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22/09/2012 04:31:45

Nasce a Salemi il “Centro Kim Video”, la più grande cineteca del meridione, ma qualcuno contesta il metodo

  E’ qui che il giovane Kim, grazie ai militari americani di stanza in quella regione, assiste per la prima volta alla proiezione di un film, scoprendo, come egli stesso riferisce, la “magia del cinema”. Scopre così che altri mondi, oltre al suo, sono possibili. Altre terre, altri uomini, altri stili di vita esistono in altri angoli del pianeta. E’ questo il momento topico di vita. Quello che accade spesso ad ognuno di noi e che cambia una svolta nella  propria vita. Mette in soffitta la sua giovanile aspirazione a diventare capitano di navi e comincia a coltivare il suo nuovo sogno. Sedotto dall’arte cinematografica,  decide che nella vita farà filmaker.  Non si sa mai cosa ti riserva il futuro, l’importante è lasciarsi guidare dal Sogno. Quello che ognuno di noi alimenta dentro di sé”, dirà poi agli studenti nel corso dell’incontro tenuto nell’Aula Magna del Liceo Classico di Salemi. E infatti.  Appena arrivato a New York, una nuova vita gli si apre davanti. E come in una sorta di reincarnazione, entra nel mondo del cinema facendo appunto il regista, lo sceneggiatore e anche il produttore. Ma nulla a che vedere con quello hollywoodiano, tiene a precisare. La Città della Mela infatti, in contrapposizione alla cinematografia delle Major di Hollywood, si distingue per l’indipendenza dal mercato con pellicole  non propriamente commerciali, spesso sperimentali  ma di alto livello artistico.  L’opera prima, ad esempio, di Stanley Kubrick, maturò proprio in questo ambiente.

Ritornando al cinefilo collezionista newyorkeseYongman Kim, si può dire che egli ha dedicato un vita intera di ricerca sulla settima arte quella di Kim. Fin da quando, nel 1987, aprì la sua prima videoteca a St. Marks Place, nell'East Village di New York . Erano  8 mila titoli, poi via sempre più arricchita da nuove opere fino ad arrivare alla considerevole cifra di250 mila film. Una tra le più grandi raccolte cinematografiche private al mondo, che a New York per la sua gestione impegnava undici negozi diversi e più di trecento persone addette con mansioni di ricercatore, archivista e curatore. Con la crisi dovuta all'avvento di internet e della pirateria informatica Mr. Kim decide di disfarsene, dividendola in 60 lotti per donarli ad altrettante Istituzioni. Uno di questi costituito da ben 55mila opere, “la parte più importante e più qualificata”, come ha sottolineato lo stesso Kim, è stata donata nel febbraio 2009 al Comune di Salemi, regnante il sindaco Sgarbi, un preziosissimo scrigno dentro il quale si conservano lavori cinematografici più rappresentativi delle più diverse sensibilità artistiche. Opere rare, a volte introvabili. “La Madre” del sovietico Dovzenko, “L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat” dei Fratelli Lumière, sono solo alcuni degli esemplari contenuti.

 

Tre le condizioni poste dal donatore: aggiornamento  della cineteca, libera fruizione e messa in sicurezza. All'appello furono in trenta circa a rispondere. Ma ad avere la meglio è la Fondazione Clio, che essendo in buoni rapporti con Oliviero Toscani, allora anche assessore della giunta Sgarbi, trova nell'amministrazione comunale di Salemi l’opportunità favorevole per rispettare le tre condizioni poste da Kim. E così accade che un container stracolmo di scatoloni contenenti migliaia di dvd, dopo avere attraversato l’Oceano, arriva a Salemi in piazza Libertà, direttamente da New York, e da qui trasportati nella loro nuova sede con una modesta e “paesana” motoape ( foto). Il tutto reso possibile graziealla partecipazione della Regione Sicilia, che dispose di un contributo di ben 867 mila euro per  finanziare il progetto biennale GI.A.C.S. (capofila Arcidonna, partner Comune di Salemi e Associazione Cici) presentato nell’ambito del Programma APQGiovani protagonisti di sé e del territorio” – Bando Multiazione.

Il progetto prevede che il Comune di Salemi, nella qualità di ente partner, si occupasse anche dell’allestimento del Centro Kim, e l’Associazione Cici dell’archiviazione e della gestione della Kim’s Video Collection.  Tutta la vicenda ebbe un grande effetto mediatico. La stampa italiana e straniera racconto questa storia che sembrava proprio come quella di un film.  Sgarbi, sull’onda  del successo, s’inventò persino un “Festival del cinema religioso”.  Salemi si apprestava a diventare una piccola capitale del Cinema. E tutto sembrava dover precedere a gonfie vele. E invece qualcosa non funzionò. Qualche ingranaggio s’inceppò e i lavori sembravano misteriosamente arenati. Al punto tale che  Oliviero Toscani, non più assessore dopo la rottura con Sgarbi, decide di inviare una lettera allarmata a Raffaele Lombardo. In sintesi comunicava al Governatore “la collezione Kim sta marcendo all’umido, in mezzo a topi e scarafaggi”.  Anche in questa occasione  l’effetto mediatico fu notevole. Molti articoli corredati anche con foto che davano davvero il senso dell’abbandono dei Video. Il che fa supporre che in quell’occasione Toscani ebbe un “aiuto” da parte di qualcuno che ne sapeva qualcosa di più. In quell’occasione Antonina Grillo, già collega assessore di Toscani, e diventata coordinatrice del progetto di catalogazione dell’archivio “Kim’s Video”, in sostituzione di Giovanna Genco, disse che: “Toscani non mette piede a Salemi da oltre un anno. Non sa nemmeno dove sono custoditi i film. È il solito mistificatore. La sola cosa a cui era interessato era acquisire personalmente l’archivio, ma Vittorio Sgarbi glielo ha impedito”. Una cosa comunque è certa. Il ritardo c’è stato. Una accelerazione del progetto ha avuto un nuovo impulso da quando si sono insediati i tre Commissari straordinari. Come non si riesce a capire come mai non era presente all’inaugurazione del Centro Kim, Valeria Ajovalosit la presidente dell’Arci-Donna, che del progetto è capofila. In ogni caso, anche in questa vicenda non si smentisce la caratteristica che distingue gli italiani e noi siciliani in modo particolare. Quella di sapere recuperare il tempo perduto con grande capacità. Tanto da far dire a Yongman Kim al momento di prendere la parola che “il lavoro effettuato in questi mesi testimonia la dedizione che nutrite

verso i miei film. Proseguite su questa strada e aprite al pubblico la collezione, perché è nata per dare alla gente la possibilità di amare e apprezzare la settima arte: il cinema». Già. Perché finalmente, dopo un accidentato e tortuoso cammino, la commissione prefettizia composta dal prefetto Leopoldo Falco, il vice prefetto Nicola Diomede e il dott. Vincenzo Lo Fermo possono con orgoglio appendere una bandierina sul carnet delle cose realizzate. Il Centro Kim è a disposizione della cittadinanza: questo il messaggio lanciato nel corso dell’inaugurazione di martedì 17 settembre. Ospite d’onore è stato naturalmente il signor Kim, accompagnato dalla sociologa Franca Pauli. Con commozione e citando spesso il figliolo quindicenne che porterà nel suo prossimo viaggio in Sicilia, ha manifestato tutta la sua soddisfazione per il traguardo raggiunto. Soprattutto durante l’incontro avuto con gli studenti liceali che ha sollecitato a coltivare i loro sogni non dimenticando mai l’ambiente in cui si è nati e la cultura di base che abbiamo ricevuti, “bisogna partire dalle proprie origini per ampliare gli orizzonti e spesso i film possono aiutare  a crescere e a formarsi”  ha precisato . Un riferimento autobiografico, forse. Ma manifestando anche un accenno di delusione quando, chiedendo ai giovani se nutrissero ambizioni artistiche, si è sentito rispondere dalla stragrande maggioranza che all’orizzonte vedevano solo le aule giudiziarie come avvocati.

A riconvertire i 55mila film in formato digitale ci stanno pensando 15 allievi del Liceo Classico “F.D’Aguirre”: Giulia Armata, Nadia Angelo, Arianna Giunta, Irene Conforto, Laura Voluti, Luna Calistro, Lucrezia Loiacono, Jasmin Sorio, Giuseppe Puma, Giacomo Lampasona, Salvatore Caruccio, Mauro Lombardino e Roberta Renda,   con il prezioso coordinamento del tecnico informatico Gianni Liuzza e di Antonina Grillo per conto del Comune. Ci hanno detto che “l’impegno è stato notevole . Prevediamo di completare la conversione dei film a un ritmo di 600 al giorno. L’archiviazione in digitale permette non solo di recuperare le pellicole deteriorate o di inserire l’audio e i sottotitoli in qualsiasi lingua ci venga richiesto ma ci consentirà anche di disporne l’accesso diretto sul web, attraverso un database per la ricerca immediata».

Insomma, oggi possiamo dire sembra timore di esagerare che Salemi, l’Atene del Vallo Di Mazzara come veniva definita un tempo, dopo la ricchissima Biblioteca, il prezioso Polo Museale, oggi può vantare un altro eccezionale centro di attrazione culturale che non ha l’equivalente in Sicilia e crediamo in gran parte del Paese. Per dare l’idea di cosa stiamo parlando, basti considerare che se qualcuno decidesse di vedere tutti i 55 mila film catalogati al Centro Video Kim  di Salemi gli occorrerebbero dieci ore libere al giorno per cento anni. Da oggi tutti i cinefili d’Italia, e non solo, sanno che, venendo nella città normanna del Belice, potranno trovare film della nouvelle vague  francese, del neorealismo italiano, del Cinema Giapponese, del Cinema Indipendente Americano, del Cinema Sovietico e Asiatico.

Fin qui una sceneggiatura, come si vede, tipica hollywoodiana con un happy-end che trova sempre il consenso di vaste platee.

Ma ce ne potrebbe essere una diversa. Una di quelle preferite da registi non commerciali del cinema indipendente. Il canovaccio per un finale inquietante me lo fornisce un grande studioso e conoscitore della Settima Arte, di cui per il momento non cito il nome. L’appassionato cinefilo, in un fugace incontro, mi ha espresso più di una perplessità  sull’intera vicenda. A cominciare dal numero dei dvd masterizzati quotidianamente. “600 dvd al giorno?  - mi dice stupito- “ma siamo sicuri di ste cifre? e poi a prescindere da tutto ciòperché non si impostava il discorso in maniera totalmente diversa? Ad esempio, individuando due grandi filoni, immediatamente 'sfruttabili' (cinema muto e cinematografie del nuovo secolo/millennio, dal 2000 in poi in parole povere,) e su questo canovaccio, con qualche altro migliaio di nuovi titoli che si poteva acquistare con una parte dei finanziamenti non si costruiva una delle più valide raccolte video in campo nazionale?... tra le altre cose si sarebbe potuto subito lavorare con la fruizione al pubblico e si poteva anche pensare di creare una piccola squadra di amatori-tecnici-cultori magari affiancata da esperti della materia. In questo contesto c’è da chiedersi  qual è il senso progettuale di quello che stanno facendo? stanno valorizzando la collezione o la stanno semplicemente, amorficamente digitalizzando? e che senso ha spendere denaro pubblico per centinaia di commediole americane che nessuno cercherà mai e che, tra l'altro, scarichi da internet in un paio di giorni?”. Critiche campate in aria quelle di questo noto cinefilo? Non azzardiamo ipotesi.  In effetti, chiedendo e assicurando l’anonimato abbiamo saputo che il lavoro, effettivamente, è a poco meno del 50% (i titoli unici sono poco più di 25 mila e le digitalizzazioni ultimate poco più di 10 mila) mentre i soldi sembrano essere finiti e qualcuno pare stia battendo cassa alla Regione per avere altri 200mila euro con  il rischio serio che il Centro chiuda i battenti.  Non solo. C’è anche il serio pericolo che il tutto, nell’attuale clima elettorale, finisca nel gran gioco delle parti. Ma si sa, noi apparteniamo ai malpensanti pirandelliani. Vorremmo una volta tanto sinceramente sbagliarci e vedere una storia siciliana concludersi felicemente. Non abbiamo parlato all’inizio di sogni?

 

Franco Lo Re