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21/09/2012 16:20:29

"Oddio il pulcino Pio", di Vita Tumbarello

Il 18 giugno il sito del Corriere della Sera, nella sezione Corriere Tv, ha pubblicato un servizio sul Pulcino Pio di Radio Globo, chiedendosi, fin dal titolo, se questa canzone sarebbe diventata il tormentone dell'italica estate 2012.
Sul momento avevo sorriso pensando alla grande cantonata che stavano prendendo. Purtroppo per noi, e soprattutto per la nostra intelligenza già provata duramente da una sorta di lobotomia di massa permanente che va avanti da anni e su più fronti, quella del Corriere è stata una profezia azzeccata.
Ma lungi da me addebitare qualche responsabilità di tale scempio al quotidiano di Via Solferino, visto che il virus si era già inoculato nelle scatole craniche di parecchie migliaia di italiani da almeno un mese.
 Il problema, anzi, il dramma, sono le parole con cui l’anonimo giornalista attacca il pezzo, definendo questa delirante accozzaglia di note e parole “una filastrocca trascinante”.
E su ciò, non c’è altro da aggiungere.
Resta da capire, invece, come sia possibile che una simile schifezza, che tra l’altro non può neanche fregiarsi del crisma dell’originalità, visto che è una pessima scopiazzatura di un’agghiacciante canzone brasiliana per bambini, abbia potuto far breccia su un popolo che tra crisi economica, posti di lavoro che spariscono e disastri socio-ambientali a iosa, avrebbe ben altro a cui pensare.

Invece e qui la farsa si trasforma in tragedia, il Pulcino Pio, al 31 agosto, si è confermato come il singolo più scaricato su ITunes Italia, una notizia che andrebbe pubblicata accanto agli annunci mortuari, poiché, dati incontrovertibili alla mano, se decine di migliaia di italiani hanno scaricato, pagando 1 euro, una simile performance musicale, vuol dire che l’Italia, è messa proprio male.

O almeno, se non proprio il Paese, ad essere messa malissimo è l’intelligenza dei suoi abitanti. Tutta colpa di un povero, indifeso pulcino? Certo che no.
A parte il fatto che con i tempi che corrono, il Pulcino Pio lo vedrei bene aromatizzato e sdraiato su una griglia, il volatile in oggetto non è altro che una metafora, un simbolo, un povero (si fa per dire) pulcino inesistente che campa e prolifera approfittando del vuoto cosmico che accompagna la quotidianità di tanti, troppi connazionali vittime di decenni di idolatria del nulla.
E’ la prova provata che siamo destinati all’estinzione in tempi brevi e che la recessione in cui siamo piombati non è economica, ma mentale.
Da parte mia, se dovessi scegliere tra l’ascolto del Pulcino Pio e un attacco di gastroenterite non avrei dubbi.
Anche perché la gastroenterite puoi curarla, il pulcino, invece, come ha scritto il Corriere, “ti entra nella testa fin dal primo ascolto” e si presume che poi non esca più. Con tutto quello spazio vuoto a disposizione, d’altronde, sfido chiunque ad andarsene.
Comunque tanto di cappello ai ragazzi di radio Globo che hanno saputo approfittare del potere virale del Web.
Adesso, almeno loro, possono comprare tutta la fattoria .
Vita Tumbarello

 


 



Native | 2024-07-16 09:00:00
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