La sensibilità verso gli animali mi ha "costretto" ad assicurare agli stessi la necessaria alimentazione, con la preoccupazione, tuttavia, di doverli presto abbandonare al loro destino, considerato che a breve rientrerò in città.
Il tutto aggravato dalla presenza di almeno tre gattine che fra qualche mese, se non si porrà rimedio, infoltiranno la comunità di altre 12 unità, considerata la costante di 4 gattini per parto.
Ho interessato del fatto alcune organizzazioni animaliste, il comune di Trapani e la ASL. A parte la buona sensibilità e null'altro delle associazioni di volontariato coinvolte, sia i responsabili del comune che della ASL hanno chiaramente detto che i gatti non sono un loro problema e che l'eventuale sterilizzazione degli stessi non li interessa.
Per capire le conseguenze di questi comportamenti, basta orrervare alcune comunità di gatti randagi (nell'area del vecchio mattatoio comunale di Trapani, un esempio per tutti) che vivono fra stenti e infezioni varie, estremamente pericolose per la salute dei cittadini.
Di conseguenza, o mi abituerò all'idea che il mio giardino diventi un maleodorante zoo e veicolo di infezioni, o, contro natura, dovrò "tentare" di prendere questi poveri animali e abbandonarli altrove.
Ritengo sia opportuno che la stampa affronti la complessa problematica (non il mio caso) e stimoli le istituzioni ad una più attenta riflessione sull'annoso problema del randagisto e dell'abbandono degli animali, verso cui oggi si registra una nuova e più umana sensibilità che meriterebbe maggore attenzione da parte degli organismi preposti.
Grazie
Roald Vento