Le imprese non possono continuare ad essere stritolate dalla morsa dei crediti vantati nei confronti della Regione e degli enti locali che sembra non interessi la sorte di migliaia di lavoratori". A dirlo e' il presidente di Ance Trapani, Rosario Ferrara, che si unisce al grido d'allarme lanciato da Salvo Ferlito, presidente di Ance Sicilia ed Antonello Montante, leader degli industriali siciliani, che da mesi denunciano, assieme alle organizzazioni sindacali, la grave crisi in cui versa la Sicilia.
Ferrara chiede allora "atti, strumenti ed azioni concrete per consentire alle aziende private che forniscono beni e servizi alla P.A. di pagare correntemente le retribuzioni ai propri dipendenti. Non si puo' far finta di nulla - dice ancora -, lasciando pagare il prezzo maggiore al settore edile che non riesce da tempo a riscuotere la massa di crediti che vanta nei confronti delle amministrazioni pubbliche per lavori realizzati o in corso d'opera e che stanno mettendo in ginocchio un intero comparto".
"Se non si fa ripartire il settore edile - conclude Ferrara - che muove un insieme di altri comparti, cemento e manufatti, impiantistica, marmo e piastrelle, acciaio, trasporti, macchine operatrici, sara' difficile far ripartire l'economia". I crediti vantati dalle imprese edili secondo un monitoraggio nelle sezioni edili della Sicilia, superano ormai 1,5 miliardi di euro. Dal 2008 al primo semestre 2012 il settore ha perso qualcosa come 46.300 occupati (che corrispondono a -30% in termini percentuali) e circa 30.000 nell'indotto, ed ha registrato il fallimento, nello stesso periodo, di 475 imprese.