Sono al centro del video "I signori di Sabaudia" (realizzato nel luglio 2011 per il sito Re Le Inchieste di Repubblica.it nell'ambito dell'inchiesta "Il sacco di Sabaudia") con il quale Attilio Bolzoni, inviato di Repubblica, ha vinto il premio giornalistico Ilaria Alpi (intitolato alla giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio il 20 marzo 1994) per la sezione "web tv". Il premio è stato assegnato ieri sera. Bolzoni è primo a pari merito con Claudio Pappaianni e Andrea Postiglione dell'Espresso (ottimo, dunque, il risultato complessivo del gruppo) che hanno prodotto "Il bacio del padrino" uscito sul sito del settimanale nel settembre del 2011.
Nel video "I signori di Sabaudia" (realizzato da Giulio La Monica) Bolzoni ha scelto di raccontare lo scempio del territorio in un angolo meraviglioso di costa laziale, anche attraverso la voce e il punto di vista di Salvatore Di Maio, ex carabiniere, ex venditore di cocomeri, ex sorvegliato speciale, ex giocatore di poker, uomo sul quale si accentrano forti sospetti e al quale sono stati confiscati beni per 32 milioni di euro. Arrivato una quarantina di anni fa "da un paesino della Campania", Di Maio è forse la testa di ponte di interessi malavitosi più grandi e importanti, della camorra che vuole il controllo del territorio e delle attività economiche (turismo, commercio e edilizia) che vi si svolgono. Così dicono le carte e le indagini che lo raccontano. E le infiltrazioni riguardano anche la politica fino al punto che è stato proposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Sabaudia. Nel video, Di Maio parla e si giustifica: dice di essere perseguitato e afferma di aver "fatto solo del bene". Ed è forse qui la singolarità e il valore particolare dell'inchiesta. Bolzoni riesce, a far parlare un uomo di quelli che, normalmente, preferiscono il silenzio; riesce, con la sua professionalità, a farlo esprimere a ruota libera. E l'inchiesta, nello stesso tempo, fornisce al lettore tutti gli elementi (a partire dai risultati delle indagini sulle attività di Di Maio e della sua famiglia) per farsi un'opinione piuttosto precisa dei fatti preoccupanti accaduti negli ultimi anni a Sabaudia e di quanto Di Maio ne sia protagonista
Gli altri premi. Il premio Ilaria Alpi si assegna ogni anno a Riccione dal 1995 sotto lo slogan "raccontare, svelare, capire" e gode dell'alto patrocinio del presidente della Repubblica. Nato da un'idea del centro culturale "Città aperta" di Riccione, è qualcosa di più di un semplice riconoscimento alla professione giornalistica. Riprendendo il lavoro di Ilaria, uccisa mentre cercava in Somalia verità inconfessabili sul traffico d'armi e di rifiuti tossici, il premio si propone come punto di riferimento per il dibattito sul giornalismo televisivo d'inchiesta, genere che incontra l'interesse del pubblico, che è una necessità per un paese democratico, ma trova anche enormi difficoltà a reperire risorse e spazi nei canali nazionali. Anche per questo, diventa significativo il riconoscimento a Bolzoni in quanto espressione, sempre televisiva (e, quindi, molto efficace), realizzata per un canale diverso, molto meno costoso, come il sito web "Re Le Inchieste" che in meno di un anno e mezzo ha prodotto oltre 250 inchieste con una forte quota di supporto video.
Il premio Ilaria Alpi per il miglior reportage italiano lungo è stato assegnato a ''Fratelli e Sorelle'' di Barbara Cupisti una produzione Rai Cinema, Clippermedia e Rai Teche. Il documentario, trasmesso su Rai Tre nel maggio scorso con ottimi risultati di ascolto, si inserisce nella linea editoriale sul cinema della realtà che affronta temi sociali legati all'attualità. Il premio al miglior servizio da Tg va a Giulio De Gennaro del Tg5, autore di una Caccia ai nazisti che si conclude con un'intervista a Werner Bruss, il responsabile dell'eccidio di sant'Anna di Stazzema. Emilio Casalini di Report vince invece la sezione miglior reportage breve con 'Spazzatour', il viaggio andata e ritorno dei rifiuti tossici, che partono dall'Italia, arrivano in Cina dove vengono lavorati e riutilizzati nella fabbricazione di giocattoli, mentre Barbara Cupisti, con 'Fratelli e Sorelle' sulla vita di detenuti e agenti all'interno dei penitenziari italiani si aggiudica il premio per il miglior reportage lungo. Sulle condizioni dei penitenziari italiani e' anche 'Il carcere di San Vittore', di Alessandro Hielscher del Tg2, vincitore del premio Miran Hrovatin riservato ai tele-cineoperatori.
Emiliano Bos e Paul Nicol della Radiotelevisione Svizzera sono, invece, i vincitori del premio al miglior reportage internazionale con il loro 'Mare deserto', storia di immigrazione e disperazione mentre è la Puglia la protagonista della categoria miglior servizio di televisioni locali e regionali, con Lucia Portolano della salentina Telerama, che con 'Mesagne e la Scu' si lancia sulle tracce della sacra corona unita. L'inedito 'Kome un palloncino', il video di Massimiliano Cocozza sulla delle persone affette dalle malattie neoplastiche, vince il premio IA Doc Rai e si guadagna la messa in onda su Doc3 e su Rainews. Premio della critica, infine, a Alessandro Sortino e Lorenzo De Giorgi di Piazza Pulita con 'Schiavi del lavoro', un'inchiesta girata a Taranto. Premio speciale UniCredit a Hanadi Zahlout e Yara Bader, due giornaliste e attiviste siriane e premio speciale al francese Paul Moreira di Pre'mieres Lignes, con 'Toxic Somalia: l'autre piraterie'.
Premio alla carriera, infine, a Nuccio Fava, uno dei protagonisti del giornalismo italiano e il solo ad avere diretto sia Tg1 sia Tg3.