E’ la storia del piccolo Mattia Salamone (nella foto con papà Davide e mamma Jessica), sembra assurdo ma è così. Il bambino catanese dopo le terapie di cui ha beneficiato presso il centro di biocorrezione del dottor Vassilev, in Israele, ha potuto sospendere anche i potenti farmaci che gli somministravano per contenere gli attacchi epilettici.
Mattia a giorni sosterrà il quinto ciclo di terapie al centro israeliano mentre dal canto suo la Regione Siciliana, e nello specifico la Commissione Sanitaria Regionale Ricoveri all’estero presieduta dalla dottoressa Rosaria Murè, ha rigettato, quasi a distanza di un anno, la richiesta di rimborso per le spese di viaggio affrontate lo scorso anno dai genitori di Mattia. La motivazione? La commissione medica ha eseguito un sopralluogo presso la residenza di un altro malato che ha beneficiato delle cure del centro israeliano e non avrebbe riscontrato miglioramenti sensibili.
La storia di Mattia Salamone, affetto da tetraparesi spastica, ritardo psicomotorio grave ed epilessia, è ormai conosciuta oltre i confini siciliani. Nel tempo il piccolo ha conquistato i cuori di tantissimi siciliani che hanno fatto della sua, la loro battaglia. Grazie all’amore e alla testardaggine dei suoi genitori, papà Davide e mamma Jessica, che non si sono mai arresi, Mattia ha beneficiato di notevoli miglioramenti grazie alle cure ricevute nel centro di biocorrezione che opera in Israele, proprio quel centro di cui oggi la Regione Siciliana disconosce la scientificità del metodo. E questo nonostante il parere favorevole dei medici che hanno seguito il piccolo sin dalla nascita e insieme ai genitori hanno potuto passo passo apprezzarne i miglioramenti.
Tra essi, il dott. Antonino Marano, pediatra che assiste Mattia, il quale ha potuto accertare che grazie alle cure ricevute al centro israeliano, Mattia, pur avendo nel 2010 soppresso i farmaci anticonvulsionanti, non soffre più di crisi epilettiche, dimostrando significativi miglioramenti sul piano neuromotorio e su quello emotivo e comportamentale. Ma la cosa più grave è che la Commissione Regionale presieduta dalla dottoressa Rosaria Murè non tiene in alcuna considerazione la relazione-parere a firma del prof. Guarnera in forza all’Ospedale Garibaldi di Catania e quindi dirigente medico dipendente della stessa Regione Siciliana, ma, al contrario, la Commissione Sanitaria Regionale Ricoveri all’estero, prima di rigettare l’istanza dei genitori di Mattia Salamone, li ha invitati ad acquisire il parere operanti in altre regioni d’Italia. Se non è un paradosso questo poco ci manca.
Ogni percorso di biocorrezione eseguito presso il centro creato dal professor Vassilev, costa alla famiglia di Mattia Salamone circa 15.000,00 euro, oltre alle spese necessarie al trasferimento suo e del familiare che lo accompagna, nonché il vitto e l’alloggio per i giorni di permanenza all’estero. Una somma insignificante rispetto agli sprechi di denaro pubblico nella sanità siciliana di cui si parla quotidianamente. Una spesa che il piccolo Mattia può permettersi di affrontare non grazie a quello Stato che si è dimenticato di lui e non ne vuole più sapere, ma solo grazie all’affetto delle migliaia di persone che sostengono l’associazione onlus creata dai genitori per aiutare Mattia e tanti altri bambini che hanno bisogno di aiuto come lui.
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