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30/08/2012 06:26:30

Don Crociata a Marsala: "Curare la liturgia, contro ogni vuoto formalismo"

 Così ha ribadito nella sua omelia di stasera monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, che ha presieduto la concelebrazione Eucaristica in chiesa madre a Marsala, nell’ambito dei lavori della 63ª Settimana Liturgica Nazionale. Per Crociata è stato un ritorno nella chiesa della quale è stato per più di dieci anni arciprete, prima di essere nominato vicario generale della Diocesi di Mazara del Vallo e poi Vescovo di Noto. «Riusciremo a ritrovare il vigore della fede? Sono convinto di sì, e precisamente in ragione di ciò che stiamo facendo. Radunarsi per fare memoria di un testimone di Dio e della verità come Giovanni Battista, ma soprattutto per celebrare la vittoria sul male e sulla morte conseguita una volta per tutte da Cristo Gesù, è segno e frutto di un risveglio in atto». E Crociata ha ribadito: «Perché il risveglio si compia abbiamo però bisogno di adempiere ad alcune condizioni che proprio questa Settimana invita a recuperare, con il suo additarci l’Anno liturgico quale parabola e tirocinio del nostro “Pellegrinaggio nel tempo. Alla sequela di Cristo”, l’itinerario educativo si snoda con la vitale necessità della comunità cristiana di curare la centralità e la qualità della liturgia al di sopra di tutto, senza lasciarla soltanto alla presunta competenza di alcuni specialisti». Crociata ha ribadito che «centralità e qualità chiedono cuore, intelligenza, tempo e rapporto con l’esistenza intera. Nell’equilibrio tra queste condizioni le nostre persone vengono plasmate dalla luce e dalla forza dello Spirito del Risorto, che nel trascorrere del tempo non cessa di formare il corpo del Cristo vivente in eterno». E in conclusione monsignor Crociata ha detto: «Di qui scaturisce l’auspicio e la preghiera che da questo estremo lembo d’Italia le nostre comunità ecclesiali si lascino ancora una volta raggiungere e toccare dalla potenza della Parola e dello Spirito, che non teme stanchezza e decrepitezza per fare nuova ogni cosa».