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29/08/2012 04:53:11

Don Fiorino lancia una "scuola di democrazia e liberazione". Appuntamento sabato a Mazara

 La scuola è aperta a tutti coloro che desiderano concorrere al progresso materiale o pirituale della nostra terra e dell`intero Paese, che non sanno solo lamentarsi e chiaccherare inutilmente, ma cercano di migliorarsi con la formazione della propria coscienza, con la denuncia degli sprechi del denaro pubblico e degli abusi del potere, con l`impegno fattivo contro ogni ingiustizia ed emarginazione, con l`ascolto attento di chi si candida a governare la Sicilia, con la elaborazione di idee e proposte progettuali per contrastare i mali della nostra regione.

Il primo appuntamento della iniziativa socio-formativa si terrà sabato 1 settembre alle ore 17.30 presso la sala conferenze del Villaggio della solidarietà nella via Casa santa, 41 di Mazara del Vallo.

L'iniziativa è di Don Francesco Fiorino, presidente della Fondazione San Vito e rettore del seminario vescovile di Mazara. Non è la prima volta che Fiorino tenta di "educare alla legalità e alla democrazia" la nostra comunità. Anzi, sono frequenti gli interventi di Fiorino per la diffusione dei valori della Costituzione Italiana. Durante l'incontro organizzato con il questore Rino Germanà, Fiorino addirittura lo scorso Giugno si commosso parlando dell'importanza di "sentirsi Stato". E ancora prima era intervenuto su www.marsala.it durante la campagna elettorale delle amministrative per esortare i suoi concittadini di Marsala (città nella quale risiede) ad andare a votare: "Per Marsala e per i marsalesi occorre un sindaco che si dedichi completamente al bene della comunità - aveva scritto - Un sindaco che non deve rispondere a una lobby o a qualche consorteria deviata, ma unicamente alla collettività e ad i suoi problemi più urgenti. Un sindaco che parli (anche le parole manifestano da che parte stai!) contro la pericolosità della mafia e contro ogni connivenza con coloro che già si sono macchiati di gravi reati. Un sindaco che affermi chiaramente di combattere gli sprechi (consulenze e contributi a pioggia) e gli appoggi ad “amici e parenti” nel gestire la cosa pubblica.  Un parente mi ha comunicato: “Mi dispiace, ma non andrò a votare una seconda volta!”. Gli ho risposto che disinteressarsi della cosa pubblica significa anzitutto non pensare al proprio bene e a quello dei propri figli. Non andare votare significa affermare che altri decidono anche al posto mio. Andare a votare invece è più di ogni altra cosa un segno di rispetto per chi, lottando e sacrificando a volte anche la propria vita, ha ottenuto questo importantissimo diritto. Personalmente andrò sempre a votare perché valuto la democrazia rappresentativa - quindi pure il voto popolare - la forma migliore per governare i popoli e comunità".