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28/08/2012 14:30:01

"Oh Kore", spettacolo di danza al Complesso Monumentale San Pietro

La regia e le coreografie sono curate da Elisa Ilari, scenografia di Vito Lombardo, costumi di Gabriella Palomba, la durata dello spettacolo che sarà in un unico tempo è di 45’. Il lavoro ha coinvolto anche giovani interpreti non professioniste stagiste della compagnia marsalese. Le danzatrici saranno: Gabriella Favara,Monica Genna, Celeste La Sala, Giorgia Milazzo,Lucia Nicotra, Carla Salvo, Giovanna Spanò,Dalisia Taborre,Carla Via, Rachele Via,Marika Meoli ed Elisa Ilari.
Pensando da più anni ad uno spettacolo sulla Sicilia ad certo punto mi accorsi che nel nostro lontano passato tra le vestigia archeologiche di una storia non ancora dimenticata, era possibile continuare a percepire la presenza di quegli archetipi persistenti che conservano la nostra essenza al di là di ogni degradazione temporale. Nei miti fondanti della nostra civiltà credo che si esprima, ancora oggi, compiutamente la multiforme anima della Sicilia.

Il mito di Kore narra di come la figlia della dea Demetra e di Zeus, fu rapita da Ade, il signore dell’oltretomba che si era invaghito di lei e di come la madre per nove giorni e nove notti corse per tutta la terra disperata alla ricerca della figlia . Demetra chiusa allora nel suo dolore decise che la terra non avrebbe più dato frutti. Zeus ordinò ad Ade di rendere la fanciulla alla madre, ma Ade diede da mangiare a Kore un chicco di melograno infondendo in lei quella nostalgia così da costringerla a ritornare per metà anno nel regno di cui era regina; fu così che Demetra decretò che solo nei sei mesi che Kore fosse tornata sulla terra, la terra sarebbe rifiorita dando così inizio all’alternarsi delle stagioni.
Kore è dunque un essere ibrido, fanciulla incoronata di grano con la bocca colma di fiori e insieme regina della morte,sospesa tra la vita e la morte con un occhio all’inferno e l’altro alla primavera. Anche noi siciliani ibridi poiché di ogni tipo di sangue ne abbiamo raccolto un po’ nella nostra esistenza umana, spesso viviamo per metà sotto terra e per metà sulla superficie e a volte trovandoci nel limbo non sapendo più a che cosa apparteniamo. Questa tragicità estetizzata dalla bellezza di un continuo rifiorire, esprime bene l’animo della Sicilia presente in ogni espressione della nostra cultura. Attraversando il tempo dei fauni e delle erinni Kore giunge fino a noi nel xx secolo ove si trova a casa e nella ciclicità dell’eterno ritorno si tende a sanare attraverso la riunificazione dei contrari ogni scissione per ristabilire l’armonia primordiale.
Lo spettacolo si propone dunque , ripercorrendo il mito di esprimere l’intimo della nostra essenza sicula, realizzando un’intensa relazione tra fisicità e poesia in un complesso lavoro che ha coinvolto anche giovani interpreti non professionisti. Kore è dunque quella lontananza che declina verso di noi, per raccontarsi quel rapporto atavico tra madre e figlia che trascolora in continue metamorfosi. Le danzatrici utilizzando il linguaggio del movimento ci conducono sulla bellezza del margine tra mondi diversi. Tre sono infatti i viaggi intrapresi da Kore: da ragazzina a donna ( Korai sono le bamboline che nel percorso iniziatico dei misteri eleusini le bambine appendevano ai rami in prossimità del tempio) da donna a ombra regina del regno delle ombre ed infine torna nella freschezza della fecondità che genera. In questo farsi della figura il corpo diviene tramite di infiniti tragitti giungendo a noi da un lontano passato e proiettandoci sempre ad un nuovo inizio, ad un oltre indicibile.