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28/08/2012 04:24:21

Trivellazioni: occhi puntati sulla Sicilia. Ecco in provincia di Trapani la situazione

Secondo il piano del ministro Passera il nostro Paese dovrebbe raddoppiare l’estrazione di greggio nei prossimi anni. Al momento i permessi già accordati per fare ricerca di idrocarburi in acque italiane sono 26 e ben 42 le richieste per nuove esplorazioni.
Nei mari italiani oggi si contano 9 piattaforme petrolifere operative sulla base di concessioni che riguardano 1.786 kmq di mare situate principalmente in Adriatico, a largo della costa abruzzese, marchigiana, di fronte a quella brindisina e nel Canale di Sicilia. A terra, invece, il giacimento più importante resta quello della Basilicata. In totale sono 10.266 i kmq di mare italiano oggetto di permessi di ricerca petrolifera già rilasciati, 17.644 kmq di mare oggetto di richieste di ricerca, per un totale di circa 29.700 kmq di mare, una superficie più grande di quella della regione Sardegna.
Secondo le ultime stime del ministero dello Sviluppo Economico aggiornate a dicembre 2011, nei fondali marini ci sarebbero 10,3 milioni di tonnellate di petrolio.

Tra le aree maggiormente interessate nella nuova corsa all'oro nero vi sono i fondali del Canale di Sicilia, tra Italia e Tunisia, dove si trova quasi la metà delle concessioni già accordate. I permessi di ricerca già concessi nel Canale sono 11, quelli in via di valutazione 18, mentre i permessi per l’estrazione di idrocarburi (la cosiddetta “coltivazione”) già concessi sono tre per un totale di quattro piattaforme attive al largo delle coste siciliane. Infine, tre sono le concessioni di coltivazione in via di valutazione.
Le aree di maggior interesse per le compagnie petrolifere per il momento sono quelle al largo delle Egadi, il largo della costa tra Marsala e Mazara del Vallo e a sud della costa tra Sciacca e Gela. Le compagnie mostrano interesse anche per il Canale di Malta (tra Malta e la Sicilia) dove, per uno dei due permessi di ricerca già attivi, la compagnia titolare ha richiesto di perforare un pozzo esplorativo, un nuovo permesso di ricerca è in procinto di essere autorizzato e altri due sono stati richiesti proprio sotto Pozzallo.

Di fronte Pantelleria, a circa 13 miglia dalla costa, in acque internazionali, in questi anni è stata, ma per conto della Tunisia, l’Adx Energy a effettuare esplorazioni attraverso la piattaforma Lambouka. . La San Leon Energy nel 2008 aveva presentato al Ministero dello Sviluppo economico una domanda di ricerca in mare di idrocarburi al largo delle coste da Sciacca (Agrigento) sino a Castelvetrano e Mazara del Vallo (nel Trapanese). Il mare interessato, in questo caso, si estende per 480 chilometri quadrati. Per quanto concerne la terraferma nel 2007 la Edison spa aveva presentato una richiesta all’Assessorato regionale all’Industria per ottenere il permesso a eseguire ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi in località Trinità di Delia, a Castelvetrano. Analoga richiesta, ma un anno fa e da parte della società Enel Longanesi Developments srl, era stata inoltrata all’Assessorato regionale dell’Energia per ricerche
in un’ampia zona del Belice che nel Trapanese interesserebbe i territori di Alcamo, Gibellina, Poggioreale e Salaparuta. Tutte le amministrazioni degli enti locali interessati e i loro cittadini hanno sempre opposto il proprio diniego.

Secondo i dati del Dipartimento per l’Energia, ogni anno in Italia si consumano più di 70 milioni di tonnellate di greggio, per lo più provenienti da fonti estere; nel 2011 la quota estratta in Italia soddisfaceva circa il 7% del fabbisogno nazionale e di questo il 14% proveniente  da attività in mare