"Ci auguriamo che da quell'incontro - dice all'Adnkronos Roberto Mastrosimone, segretario provinciale della Fiom Palermo - emergano novita' concrete ed interessanti. Al momento, al di la' delle voci che si sono rincorse negli ultimi giorni, non abbiamo notizie ne' ufficiali' ne' informali su nuovi gruppi interessati a subentrare alla Fiat".
Il riferimento del leader sindacale e' all'annuncio che Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, l'agenzia nazionale del ministero dello Sviluppo economico per l'attrazione di investimenti e dello sviluppo delle imprese, ha fatto martedi' scorso al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini. "Come potrebbe non esserci qualche contatto per una situazione di crisi tra le piu' grandi e profonde che colpiscono il gia' vituperato mezzogiorno? Auspichiamo di fare presto'' aveva detto rispondendo ai cronisti sulla situazione della fabbrica del palermitano.
'' Quella di Termini - aggiunge Mastrosimone- e' una vicenda che si trascina da anni e le soluzioni prospettate da Invitalia a Cimino a Di Risio si sono rivelate tutte non percorribili. Noi consideriamo come nostri interlocutori i tecnici del ministero e da loro ci attendiamo delle risposte e delle garanzie sul futuro occupazionale dei lavoratori dello stabilimento e dell'indotto".
"Apprezziamo l'impegno di Arcuri - dice poi Salvino Caputo, presidente della commissione Attivita' produttive dell'Assemblea regionale siciliana in quota Pdl - che in pieno agosto ci informa sugli sviluppi della vicenda Fiat. Peccato che ormai la fiducia di tutti noi sul ruolo e il lavoro di Invitalia riguardo la vicenda Fiat sia ridotta ai minimi termini. Ricordiamo ancora i mesi passati dietro Dr Motor e le interminabili riunioni romane. Preferiamo l'impegno del ministro Passera e del vice ministro De Vincenti e su loro facciamo affidamento".
Nell'ultimo incontro al Mise, a luglio, sul tavolo c'era l'ipotesi del colosso cinese Chery. Un'ipotesi in grado di dare una boccata d'ossigeno alla fabbrica e consentire all'imprenditore molisano Massimo Di Risio, patron della Dr Motor, di rientrare in gioco. "Se i cinesi hanno le risorse - dice ancora Mastrosimone - ben vengano. Il nostro auspicio e' che abbiano modelli concorrenziali sul mercato europeo, per non doverci trovare tra qualche anno di nuovo nelle stesse condizioni".
Anzi dai sindacati arriva una proposta: "Un vincolo per le aziende che ottengono risorse pubbliche ed acquisiscono professionalita' gia' formate a restare in loco per almeno 10-15 anni" spiega il segretario provinciale della Fiom.
Intanto, pero', dall'ultimo incontro al ministero, a luglio, un primo risultato e' arrivato: la tutela per tutti i 640 esodati. Adesso i lavoratori attendono le garanzie sugli ammortizzatori sociali e il secondo anno di cassa integrazione anche per l'indotto.
"C'e' preoccupazione - ammette Mastrosimone -. Abbiamo bisogno di risposte immediate, non e' piu' possibile tergiversare. Lo stabilimento di Termini e' stato fra i piu' efficienti d'Europa. La qualita' era altissima, lo ha detto la stessa Fiat. Questa gente merita delle garanzie" conclude Mastrosimone. Eppure 42 anni di impegno sotto le insegne del Lingotto non sono bastati a scongiurare la chiusura dei cancelli.