È quanto sostiene il segretario generale della Uil Fpl di Trapani Giorgio Macaddino che ha scritto al direttore generale dell’Asp Fabrizio De Nicola per segnalare una serie di criticità nella riorganizzazione della rete ospedaliera e nella nuova pianta organica aziendale che «dimostrano in maniera evidente l’incapacità di fare delle scelte nell’interesse generale, lasciandosi influenzare da pressioni politiche e campanilistiche non tenendo conto delle reali esigenze del territorio».
Nella nota che il sindacalista invia al manager dell’Asp, si legge che «ancora una volta ci troviamo a prendere atto dell’incapacità di chi gestisce questa azienda ad affrontare e soprattutto risolvere i problemi che sono tantissimi della sanità in provincia». Macaddino precisa
che «nella fase di rifacimento e approvazione della rete ospedaliera, abbiamo cercato di evidenziare come fosse fondamentale tener conto: dei numeri, e per questi si intendono, prestazioni sanitarie e qualità di servizi resi, che danno indicazioni sulle scelte e preferenze degli utenti; delle strutture esistenti nel territorio e della loro ubicazione, poiché essendo al servizio del territorio devono essere facilmente raggiungibili e nel più breve tempo possibile».
L’ospedale di Castelvetrano progettato con criteri di una moderna struttura ospedaliera, costato più di 60 miliardi delle vecchie lire, viene posto ad esempio dal rappresentante delle Uil.
«Nato per essere al servizio della Valle del Belice e non solo - aggiunge - l’ospedale è una struttura che è diventata di riferimento anche per buona parte dei comuni della provincia di Agrigento. I dati degli accessi al Pronto soccorso sono la prova tangibile. Gli utenti che ne usufruiscono in un anno sono circa 35 mila, dopo Trapani è il Pronto soccorso che registra più accessi. L’amministrazione dell’Asp, invece di rendere la struttura più funzionale possibile ridimensiona servizi quali Radiologia e Patologia clinica e non dà il giusto valore al Pronto soccorso e all’Oncologia medica che per numero di prestazioni sarebbero dovuti passare da struttura semplice a struttura
complessa, vanificando il lavoro e i sacrifici delle varie figure sanitarie e para- sanitarie».
C’è poi la questione dell’ospedale di Mazara: «Nonostante l’imponente finanziamento - spiega - tardano a partire i lavori di ristrutturazione del presidio ospedaliero, aggravando di fatto una situazione ormai divenuta insostenibile in quanto nonostante gli sforzi profusi dagli operatori non si riesce a dare una risposta alla domanda sanitaria agli utenti. Bisognerebbe creare delle strutture di eccellenza in modo che possano soddisfare in tempi brevissimi le esigenze della gente, e non mantenendo in tutti i presidi servizi base dando pessimi servizi con costi esorbitanti. Un servizio sanitario efficiente non si può permettere che si creino liste di attesa lunghissime e vergognose,
costringendo la gente a rivolgersi a professionisti e a strutture private».