"Matteo Messina Denaro gode di protezioni ad alto livello"
Su queste coperture ci sono indagini in corso, ma purtroppo altro non posso rivelare". Lo dice a KlausCondicio il magistrato Teresa Principato, procuratore aggiunto di Palermo che coordina l'inchiesta per la cattura del boss di Castelvetrano.
"Matteo Messina Denaro e' protetto a buon livello, su questo non ci sono dubbi. - aggiunge - Certo che e' protetto". "Ora si sta indagando su queste protezioni", spiega. Ma alla domanda di Klaus Davi: "risultano coperture da parte di apparati dello Stato o della politica?" la Principato ha detto: "non intendo rispondere, proprio perche' stiamo indagando".
"Messina Denaro ha rapporti con la politica?" chiede infine Davi, e il magistrato: "non lo so, e' possibile. E se lo sapessi comunque non glielo direi".
La Principato aveva manifestato la sua amarezza in Procura a Palermo dopo che un blitz contro 47 presunti affiliati dei clan agrigentini il 25 giugno scorso ha mandato a monte, secondo lei, una pista per ritrovare il boss latitante di Castelvetrano.
L'operazione autorizzata dal capo della Procura di Palermo Francesco Messineo è stata bollata da Principato come intempestiva. Leo Sutera, uno degli arrestati, indicato come il nuovo capo della mafia agrigentina, era seguito da mesi dagli uomini del Ros. Era lui il potenziale collegamento con Messina Denaro. E così la Principato ha messo nero su bianco le sue lamentele e girato un'email infuocata a tutti i colleghi.
Il 26 giugno era arrivata la risposta del procuratore Francesco Messineo che facendo passare la linea dei colleghi della Dda, coordinati dall'aggiunto Vittorio Teresi, che lavorano su Agrigento. “L'operazione -aveva scritto Messineo - è pronta dai primi di maggio. Abbiamo già dilazionato i termini per consentire che andassero avanti le indagini su Messina Denaro. Ora - aggiunge il capo della Procura - ho ritenuto preminente rispetto al possibile approfondimento della linea investigativa già da tempo in atto l'esecuzione di un provvedimento doveroso avuto riguardo alla gravità dei fatti accertati".
Ma oggi la Principato rilancia la polemica. "La dirigenza - continua Principato - ha preferito privilegiare un'indagine a carico di estorsori e di capi, alcuni dei quali poi, peraltro, sono stati prosciolti", ha fatto la scelta di mettere in galera il personaggio principale con cui Messina Denaro aveva gia' consolidato dei rapporti, ritenendo che non ci fosse piu' motivo di tenere in piedi tutta una serie di intercettazioni che evidentemente giravano attorno a questa situazione". "Considerato questo atteggiamento, e considerato che non ci sono altre richieste in ordine a nuove attivita',
non credo che il Ros abbia intenzione di continuare con 'l'elemento cattura', nonostante le buone intenzioni proclamate sui giornali. Tra l'altro mi e' stato comunicato che da settembre in poi il primo reparto del Ros, quello che si occupava della cattura, a scaglioni si allontanera', mentre rimarra' la sezione anti-crimine, quella che c'e' sempre stata", puntualizza Teresa Principato, che, rispondendo a Klaus Davi che le chiede se sia venuto meno un "rapporto fiduciario" con la procura, conclude: "Probabilmente si', ma questo non intacca la mia volonta' di lavorare. Ho deciso di dimenticare, adesso si lavora su altri casi. Faccio il magistrato e non posso permettermi di fermarmi".
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