Nei casi più gravi sono stati denunciati 23 gestori per frode in commercio, 53 le colonnine e le pistole erogatrici sequestrate, che fornivano meno carburante di quanto indicato.
Due gestori, a Palermo, ad esempio, vendevano gasolio per autotrazione risultato annacquato con sostanze chimiche di bassa qualità. In Liguria e in Sicilia sono stati sequestrati 21.079 litri di prodotti petroliferi, insieme ai distributori (i contatori delle colonnine erano stati manomessi).
Altri 132 gestori sono stati sanzionati per violazione alla disciplina sui prezzi e 18 gestori per la rimozione dei sigilli che assicurano il corretto e regolare funzionamento degli impianti.
La categoria minimizza i risultati dei controlli. «I dati sulle irregolarità - ha commentato il segretario nazionale della Fegica Cisl, Alessandro Zavalloni - sono fisiologici nel commercio e nel settore, non mi sembra che ci siano differenze straordinarie rispetto a controlli del passato». 114 gestori sono stati multati per violazione alla disciplina sui prezzi esposti, non corrispondenti a quanto indicato dallecolonnine dopo il rifornimento; 18 gestori per la rimozione dei sigilli che assicurano il corretto e regolare funzionamento degli impianti.
In 197 casi è stata avviata la procedura per la revisione degli erogatori da parte dell’Ufficio Metrico della Camera di Commercio, che dovrà procedere ad una nuova taratura degli impianti.
Le frodi sui carburanti - precisano le Fiamme gialle - colpiscono non solo gli automobilisti, che sono l’anello più debole di tutta la catena, ma anche le casse dello Stato che riscuote le accise. Infatti, la miscelazione con prodotti petroliferi diversi, non soggetti ad imposte e di minor costo, da un lato fornisce agli utenti un prodotto scadente quando non dannoso per la meccanica, dall’ altro consente di creare «riserve occulte» di carburante venduto separatamente «in nero».
Tra i casi più eclatanti scoperti negli ultimi mesi, quello rilevato dalle Fiamme gialle di Sondrio che hanno scoperto
56 aziende lombarde e piemontesi, gestite da ingegnosi proprietari, che hanno contrabbandato da Livigno quasi 1 milione di litri di gasolio, installando serbatoi supplementari nei propri camion.
La normativa consente infatti di introdurre nel territorio dello Stato, in esenzione dal pagamento di imposte, esclusivamente il carburante contenuto nel serbatoio installato «di serie» dalla casa costruttrice. Coem sempre,
fatta la legge, trovato l’inganno.
E un caso a Palermo, dove due pregiudicati avevano aperto una pompa di benzina completamente abusiva in un’area recintata, videosorvegliata e chiusa da un cancello elettrico comandato a distanza cui potevano accedere soltanto gli autotrasportatori conosciuti. Il gasolio era contenuto in cisterne nascoste in container o autocarri parcheggiati nel piazzale.
«L’alta percentuale di impianti di distribuzione carburanti taroccati è sintomo di un degrado morale e professionale
della categoria che danneggia i consumatori, i distributori onesti, lo Stato», commenta il presidente di Liberimpresa, Giovanni Felice. «I bassi margini di guadagno - continua - le campagne promozionali delle compagnie petrolifere che
penalizzano una parte della categoria, la mancata razionalizzazione della rete e dei piani di ristrutturazione, finisce per espellere dal mercato i gestori onesti favorendo l’ingresso di avventurieri che per rendere attive le gestioni, adottano strumenti illeciti che poi diventano i fatti di cronaca che leggiamo sulla stampa".