Seppure sia prevista una flessione del trend negativo per il 2012, per i lavoratori o aspiranti tali del Sud sarà un anno tutt’altro che facile: 42 mila posti di lavoro in meno (-1,7%). E’ quanto emerge dall’indagine Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro che raccoglie le previsioni di assunzione delle imprese nell’industria e nei servizi. Delle 70 province in cui il calo dell’occupazione si attesta al di sotto della media nazionale (-1,1%), la metà sono meridionali. Quelle siciliane ci sono tutte. Enna, Ragusa e Siracusa detengono il pesante primato. Sono tre città in cui i morsi della crisi strapperanno via più posti di lavoro. Il saldo tra le entrate e le uscite si attesta a quota -3%. Messina, Catania, Caltanissetta e Agrigento si attestano su un -2%. Seguono a ruota Palermo (-1,8%) e Trapani (-1,6%). Tradotto in numeri, per 35.550 assunzioni previste in Sicilia nel 2012, ci saranno 47.070 lavoratori che, tra scadenze di contratto, licenziamenti e pensionamenti, diranno addio al posto di lavoro. Il saldo è negativo: -11.520.
Trapani è la città che più si avvicina alla media nazionale, pur piazzandosi al 44° posto: -1,6%, pari a 650 posti in meno (4.620 in entrata, 5.270 in uscita).
Sono 12.580 le assunzioni previste nell’industria. Tengono le porte aperte a 1.280 lavoratori soprattutto le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Bene anche le metallurgiche (790 assunzioni). Nei servizi sono previste 22.970 assunzioni. I servizi di alloggio e ristorazione fanno la parte del leone (8.860 posti) assieme al commercio al dettaglio (3.510). Il settore delle costruzioni conta di impiegare 8.330 unità, pur facendo registrare un tasso di variazione occupazionale di -4,9%. Previsioni fosche anche per i lavori di impianto tecnico (-4%) e per le industrie di beni per la casa e tempo libero (-5,2%)