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07/08/2012 05:37:08

Makari, il paese dimenticato nell’inferno dello Zingaro

Non c’è più niente che possa bruciare, è andato tutto a fuoco, tranne le nostre case, che per fortuna sono salve”. Sono queste le prime drammatiche parole di chi ha vissuto in prima persona l’inferno scoppiato sabato scorso nella zona nord della provincia di Trapani, e che fino alle 5 di lunedì mattina ha distrutto completamente la riserva dello Zingaro e gran parte dei boschi e della macchia mediterranea di tutte le località limitrofe. C’erano soltanto loro, un gruppo di cittadini di Makari e appena cinque Vigili del Fuoco a difendere quelle case lambite dalle fiamme e, cosa ancor più grave, nessuno si è premurato di informarli su cosa fare e come comportarsi.
L’allarme incendio era stato lanciato già sabato pomeriggio, quando da Buseto Palizzolo si alzavano i primi focolai che alimentati dal forte vento di scirocco si estendevano via via anche a Castellammare, Custonaci, Scopello, Castelluzzo e lo Zingaro.

I collegamenti telefonici, sia della rete fissa che di quella mobile sono completamente saltati. Riusciamo a parlare al telefonino con Nicola, solo perché il ripetitore del suo operatore telefonico è l’unico a non essere stato distrutto. Ci dice che ha visto le fiamme a pochi metri dalla sua casa, e che ha dovuto invitare gli ospiti a lasciare la sua abitazione.

Questo il suo racconto: “Non venivamo informati su cosa fare né tantomeno confortati dalle autorità competenti. Ci siamo sentiti abbandonati, e la cosa che fa più rabbia è che il tutto si poteva circoscrivere quando è iniziato. Per quarantotto ore non si è visto nessuno, né la Protezione Civile né il Sindaco. Abbiamo dato l’allarme sabato, abbiamo tempestato di chiamate per tutta la domenica, ma nulla di fatto. Per ore siamo rimasti in balia del fuoco e del forte vento di scirocco che lo alimentava. Purtroppo Makari è un Pese dimenticato”, continua Nicola.

I Canadair su Makari che bruciava non si sono visti, sono volati solo sullo Zingaro, anche dopo che il Villaggio Calampiso era stato svuotato per via precauzionale e tutti gli ospiti sono stati ricoverati nelle scuole medie ed elementari di San Vito Lo Capo. Solo domenica sera alle 21.00, finalmente si è vista una camionetta dei Vigili del Fuoco che poco dopo ha dovuto fare retromarcia rispetto al fronte dell’incendio perchè era rimasta senza acqua. E allora, i cittadini e cinque Vigili hanno cercato di fare il possibile in attesa di rinforzi che sono arrivati solo alle tre di notte, quando la situazione è precipitata. Il rischio era la catastrofe totale, se solo una casa prendeva fuoco. A Makari non c’è metano, ed ogni abitazione è alimentata con le classiche bombole del gas. Immaginate cosa sarebbe potuto succedere.

Continua nel suo racconto Nicola, dicendoci, che le forze dell’ordine, Vigili Urbani e Carabinieri ad un certo punto non sapevano cosa fare e si sono pure affrontanti momenti di tensione, quando, innervositi, se la sono presa con chi stava subendo il dramma.

Forse sarà pure giustificabile la tensione, ma non ti aspetteresti mai che un Comandante dei Carabinieri ( di San Vito Lo Capo)risponda: "è solo una questione di istinto di sopravvivenza…, alla domanda dei cittadini, se dovevano abbandonare le abitazioni. Come dire, fate pure voi.

I cittadini di Makari sono scappati via terrorizzati, ma stanno già reagendo. Davanti a tale inaudita inettitudine, hanno deciso di fare un esposto alla Procura di Trapani. Vogliono che questa sia un’occasione per degli interventi seri e concreti. Vogliono vederci chiaro, voglio soprattutto sapere di chi è la responsabilità di quanto accaduto e soprattutto chi ha le colpe dell’inefficienza e dell'incapacità di saper gestire la situazione.  Vogliono capire cosa non ha funzionato alla Protezione Civile, all'amministrazione comunale, e nelle istituzioni  preposte ad affrontare tale emergenza.

Va bene puntare sul turismo, ma non si possono spendere 500 euro per dei vasi da decoro e centinaia di migliaia di euro per il Cous Cous Fest, quando non si fa nulla e non si ha la giusta attenzione verso il territorio, ci dice Nicola. Già nel febbraio 2001 si era verificata la frana di un costone della montagna di Makari, ed ora che questa era stata nuovamente rimboscata si è perso tutto”.

Sono scossi i cittadini di Makari. Lo sono anche e soprattutto per l’atteggiamento e per le parole del loro primo cittadino Matteo Rizzo, Sindaco di San Vito Lo Capo, che parlando con un maresciallo dei Carabinieri, su chi tra i due doveva andare in Procura, ha detto che non è un fatto da Procura, ma un qualcosa che succede normalmente...
Se per il Sindaco di San Vito, dunque, è del tutto normale dire addio ad uno dei paesaggi naturali più belli d’Italia, non lo è per quei cittadini che oltre alle loro case hanno rischiato di perdere la vita.
 

Carlo Rallo