La donna è stata fermata con l'accusa di concorso in omicidio. È sospettata, insieme con l'amante, Salvatore Savalli, operaio di 39 anni, di avere ucciso la moglie dell'uomo, Maria Anastasi. Dal carcere Purpura continua a dichiarare la propria innocenza. Lo ha ribadito nel corso di un nuovo interrogatorio. I sostituti procuratore Andrea Tarondo e Sara Morri sono tornati, giovedì scorso, nel carcere San Giuliano per sentirla. Un interrogatorio durato diverse ore. Giovanna Purpura ha risposto ad ogni domanda ed ha fornito ogni chiarimento che le è stato chiesto. Sin dall'avvio delle indagini, salvo il primo interrogatorio in cui aveva confermato la versione dell'amante, ha assunto un atteggiamento collaborativo.
Ha spiegato che ad uccidere Maria Anastasi è stato Salvatore Savalli. Lei sarebbe stata un'involontaria testimone. Ma la sua versione non ha convinto gli inquirenti. Troppi elementi sembrano non quadrare. La dinamica dell'omicidio ed il ruolo dei due amanti non sembra chiaro. Per questa ragione, dopo avere interrogato, nei giorni scorsi, Salvatore Savalli, i magistrati sono tornati nel carcere per sentire nuovamente Purpura.
Maria Anastasi è stata uccisa probabilmente a colpi di picconate (almeno otto, secondo il referto) e quando è stata bruciata la donna era già morta. L'accusa per i due imputati è di omicidio preteritenzionale, con l'aggravante della crudeltà. Rischia l'ergastolo.
E' stato Savalli a tirare in ballo la sua amante: "Ha organizzato tutto lei". La situazione nella famiglia Savalli era strana: l'uomo, infatti, aveva costretto, tra le tante vessazioni, la moglie Maria a convivere con l'amante. L'aveva portata a casa con la scusa che era una donna "che aveva bisogno di aiuto", ma sia la moglie che i tre figli sapevano che in realtà era la sua amante. Purpura invece dice di essere stata solo testimone dell'omicidio della moglie. Il cadavere di Maria Anastasi, semicarbonizzato e con il cranio fracassato, è stato trovato giovedì nelle campagne di Trapani e Paceco. La donna era incinta al nono mese.
Savalli ha dichiarato "Sono rimasto impietrito, mentre Giovanna appiccava il fuoco al cadavere di mia moglie, dopo averla uccisa con una zappa". Dove aveva trovato la zappa? "Era mia. L'aveva comprata qualche giorno prima per eseguire dei lavori nel terrazzo del mio appartamento".
Ma giusto ieri a dare man forte a Purpura ci hanno pensatoi carabinieri del Ris. Gli esami del Ris, guidati dal colonnello Sergio Schiavone, hanno evidenziato la presenza di microtracce di sangue sui pantaloni e sulle scarpe indossati dall'uomo la sera dell'omicidio, avvenuto a inizio luglio. Ciò confermerebbe la versione della giovane amante del marito che accusa l'uomo di avere compiuto l'omicidio.