La vicenda ha dell’irreale, ma si cala bene nella confusione generale. La cosa certa è che il posteggio é libero e il posteggiatore abusivo. Tutto il resto é aleatorio. Il vicino monumento a Garibaldi sul suo veliero é in costruzione da una trentina d’anni più o meno e resta un cantiere aperto: il Condottiero può attendere, e Craxi che lo amava non c’é più. Il luogo si chiama Margitello. Chissà, una volta c’erano acquitrini. Il nome é rimasto, ma ora c’ é una spianata in parte urbanizzata e in parte no. Secondo il progetto dell’Ing. Ombra, candidato sindaco sconfitto, dovrebbe diventare parte del nuovo grande porto, ma essendo stato presentato giorni fa al sindaco, Giulia Adamo, e al suo assessore, Benedetto Musillami, ha ricevuto un secco niet perché la zona – secondo i due politici – non deve essere snaturata. Ma torniamo ab ovo. Ho lasciato la macchina e il posteggiatore non c’era. Torno dopo un paio d’ore a prenderla e si presenta un giovane a chiedere il compenso. Rispondo che non l’ho visto quando sono arrivato. Ma stavolta che vuole i soldi lo vedo. M’incavolo per la sicurezza con cui li chiede, e non glieli do. Faccio per allontanarmi e vedo che tira fuori dalla tasca carta e penna, gridandomi dietro: “Ora ti faccio il verbale…vedrai!” Ho sentito che qualcosa di simile é capitato ad altri nello stesso posteggio. Ci ho pensato. Mi sembra che la vicenda possa costituire la metafora dei tempi incredibili che viviamo. Gli elementi per passare dal piccolo al grande ci sono tutti. C’é chi, il posteggiatore abusivo, non ha alcuna autorità eppure se la dà, imitando il comportamento di chi l’autorità ce l’ha (i vigili) ma non la esercita. C’é un’opera pubblica, il posteggio, costruita per l’uso gratuito degli automobilisti, e questi devono pagare il pizzo per posteggiare. C’é là vicino il vagheggiato monumento a Garibaldi, che si sa che un tempo fu iniziato, ma non si sa se mai sarà finito. C’é un imprenditore marsalese che ha il pallino di ridare alla città un grande porto, come quello che aveva nell’antichità, ma il Comune gli risponde picche. La giustificazione degli amministratori sembra corretta: salvaguardare la natura del luogo. In effetti é sbagliata, perché i grandi porti moderni non possono farsi senza le cementificazioni. Opporsi all’idea di fare una estesa cementificazione vuol dire respingere l’idea di costruire un grande porto. Eppure le amministrazioni comunali senza ripensamenti hanno consentito le costruzioni abusive – c’é chi dice 500, c’é chi sostiene 5.000 – sull’intera costa da nord a sud. Avrebbero dovuto opporsi a quest’abusivismo che ha compromesso il turismo, ma si oppongono alla costruzione di un grande porto, che solo potrebbe dare nuovo slancio turistico e commerciale alla città.
Leonardo Agate