Il progetto, organizzato dai comuni di Marsala e Petrosino, vede la collaborazione di associazioni come la Faro, di padre Antonio Cannatà, e la Saman, che opera a livello nazionale nella cura delle dipendenze.
Un progetto di tre anni, con protagonisti 30 soggetti diversi ogni dodici mesi. Uomini, persone, lavoratori che, grazie a questa iniziativa, avranno la possibilità di riscattarsi da un passato difficile. «Non solo si ripulisce la città, ma ci ripuliamo noi stessi», dice uno di loro. Un altro ragazzo, un ex tossicodipendente originario di Siracusa, parla dei pregiudizi della gente su chi in passato ha fatto uso di droghe e che, come lui, vuole provare a reinserirsi nella società. «Non tutti accettano i tossicodipendenti», ci confida con un’evidente delusione in volto.
Dotati di furgone e attrezzi del mestiere, tra forconi, pale e decespugliatori, questi ragazzi avranno il compito di ripulire l’intera città o, almeno, alcune delle zone più trascurate. E lo faranno lavorando quattro ore al giorno, grazie a una borsa lavoro di 500 euro mensili. Nella speranza che, tra un anno, nessuno si dimentichi di loro.