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13/07/2012 07:43:20

E alla fine Vito Nicastri finisce in manette: tangenti sugli impianti eolici. Cinque arresti

Per questo motivo occorre prestare la massima vigilanza". A dirlo e' stato il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, a margine della conferenza stampa, convocata in Procura per illustrare i dettagli dell'operazione della Guardia di finanza 'Broken wings', che ha fatto luce su un giro di tangenti per favorire la realizzazione di parchi eolici e che ha portato in carcere cinque persone.

"L'eolico - ha aggiunto Messineo - e' un settore che mobilita grandi quantita' di denaro e promette profitti ingenti, appetibili per la criminalita' organizzata e per imprenditori poco scrupolosi. Nell'indagine di oggi - ha concluso - non sono stati evidenziati comunque collegamenti con la mafia".

12,40 - L'indagine è partita da uno dei più accreditati imprenditori delle energie rinnovabili, Salvatore Moncada. E' lui il personaggio chiave dell'inchiesta "Broken wings", sull'affaire eolico a Trapani che ha portato a 5 arresti. Un sistema di tangenti, hanno scoperto la Procura e gli investigatori del nucleo Spesa pubblica della Finanza, avrebbe strozzato gli imprenditori del settore. E adesso l'indagine getta nella bufera anche la Regione. A Moncada, è lui ad averlo denunciato, sono stati richiesti 70 mila euro per 7 progetti per la realizzazione di altrettanti parchi eolici da un funzionario del Genio militare, altrimenti non avrebbe ricevuto le prescrizioni burocratiche per i lavori.

Il funzionario di quell'ufficio - demanio e servitù militare - è Vincenzo Nuccio, finito agli arresti insieme con il figlio Francesco che è ingegnere. Il funzionario che avrebbe ricattato Moncada, sarebbe stato in rapporti di affari con Vito Nicastri, che  avrebbe versato uan tangente da 150 mila euro a Nuccio sotto forma di una consulenza (mai realmente effettuata) assegnata al figliodi questi. Lo stesso figlio di Nuccio, poi, è stato assunto in una delle imprese di Nicastri

Gli altri due indagati, che devono rispondere di tentata concussione, corruzione, emissione e utilizzo di fatture false, sono Claudio Sapienza, di Palermo, e Alberto Adamo, di Pietraperzia, nell'Ennese. Quest'ultimo è l'amministratore delegato, ma solo di facciata, della "Esp eolica service srl", mentre il primo ne è il socio. Di fatto l'azienda, con sede ad Alcamo e operante da anni nel settore delle energie rinnovabili in Sicilia, era controllata da Nicastri e avrebbe beneficiato, grazie al pagamento di mazzette, di illecite agevolazioni nella realizzazione di imponenti parchi eolici.

 

12,00 - Le manette sono scattate ai polsi di Vito Nicastri, imprenditore di Alcamo di 56 anni, gia' noto alle cronache giudiziarie; Vincenzo Nuccio, funzionario civile di 61 anni, gia' in servizio presso l'ufficio Demanio e servitu' militari di Palermo, competente al rilascio di nullaosta propedeutici alla concessione di successive autorizzazioni per la realizzazione di parchi eolici; del figlio di Nuccio, Francesco, di 35 anni; di Alberto Adamo, 76 anni, rappresentante legale di una societa' cartiera costituita per emettere fatture per operazioni inesistenti; e di Claudio Sapienza, 63 anni, socio di Adamo nella societa' cartiera.

A far scattare le indagini, durate circa due anni, e' stato un imprenditore danneggiato dalle pratiche corruttive messe in atto da Nicastri, imprenditore egemone nel settore delle fonti rinnovabili. L'inchiesta ha permesso di accertare che il titolare del gruppo imprenditoriale ha elargito al funzionario infedele ora in pensione 60mila euro, mazzette mascherate con il pagamento di fittizie consulenze professionali commissionate al figlio di Nuccio, Francesco, all'epoca dei fatti neo laureato in ingegneria.

Vincenzo Nuccio, cosi', e' risultato particolarmente solerte, dietro il pagamento dei compensi illeciti versati al figlio, nell'accelerare la lunga ed onerosa procedura amministrativa, che prevede, prima del via libera in conferenza dei servizi alla realizzazione di un parco eolico, il rilascio anche 26 pareri procedimentali. Il rappresentante legale e il socio della societa' cartiera operante nel settore delle energie rinnovabili, invece, avevano il compito di emettere le fatture false che hanno permesso al gruppo imprenditoriale responsabile della truffa di costituirsi fondi neri da utilizzare per gli scopi illeciti, tra cui anche il pagamento delle tangenti. L'importo complessivo delle fatture false emesse e' pari a oltre 3 milioni di euro.
 

09,00 - Cinque persone sono state arrestate per tangenti dalla Guardia di Finanza di Palermo nell'operazione "Broken wings" che si è estesa anche alla provincia di Trapani. Gli indagati devono rispondere di tentata concussione, corruzione, emissione e utilizzo di fatture false.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotte dal gruppo Tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia tributaria, hanno riguardato un gruppo imprenditoriale con sede ad Alcamo e operante da anni nel settore delle energie rinnovabili in Sicilia. L'azienda avrebbe beneficiato, grazie al pagamento di 'mazzette', di illecite agevolazioni nella realizzazione di imponenti parchi eolici. Tra gli arrestati un noto imprenditore del settore e un funzionario pubblico in pensione. In cella è finito Vito Nicastri, uno dei più grossi imprenditori del settore degli impianti eolici che era già stato oggetto di indagini nel 2010 quando gli erano stati sequestrati beni per un valore di 1,5 miliardi di euro. Anche in quel caso Nicastri, che è ritenuto in contatto con il boss latitante Matteo Messina Denaro, era accusato di avere ottenuto illecitamente contributi per la realizzazione di impianti eolici.

I particolari dell'operazione, denominata "Broken wings" saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.30 presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo, alla presenza del procuratore capo, Francesco Messineo.

Questi i nomi degli arrestati: Alberto Adamo, Vito Nicastri, Francesco Nuccio, Vincenzo Nuccio, Claudio Sapienza.
 

Il 10 novembre del 2009 Nicastri fu tra i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Avellino che portò al sequestro, fra l’altro, di sette parchi eolici e dodici società nell’ambito di un’indagine per truffa organizzata per percepire contributi pubblici per la realizzazione di parchi eolici. Nove delle società sequestrate avevano sede ad Avellino, le altre tre in Sicilia.

L’organizzazione, secondo gli inquirenti, avrebbe beneficiato di fondi pubblici producendo false attestazioni sulla titolarità dei terreni utilizzati per impiantare turbine e sulle disponibilità economiche presso istituti di credito. Il sistema messo a punto dall’organizzazione era basato su una rete di società, tutte riconducibili alle stesse persone, che detenevano la titolarità dei terreni e la disponibilità fittizia di capitali provenienti dall’estero, in particolare dall’Inghilterra, che corrispondevano all’importo del contributo già ottenuto dall’impresa. L’attività investigativa, attraverso rogatorie internazionali, si è estesa anche in Olanda, Spagna e Inghilterra. I sigilli giudiziari erano scattati per alcuni parchi eolici realizzati dalle società indagate, in Sicilia, a Catania, Siracusa e Palermo e in Sardegna, a Sassari, per un valore di 153 milioni di euro.

 

 



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