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09/07/2012 04:37:54

A Lombardo piace Grillo. Prove di intesa a sinistra per le Regionali

 Non ritiene che l'antipolitica possa spazzare via un movimento come il suo. Anzi, «Grillo è un'opportunità perché fa fuori i vecchi partiti ed è una grande opportunità per noi partiti territoriali che da sempre siamo la risposta a tutti questi malesseri». A guidare il movimento autonomista non sarà più Lombardo. Non guiderà lui, ma il governatore avvierà «una fase di gestione collegiale, anti leaderistica che si possa aprire alla Rete e alle liste civiche». Ai delegati riuniti nella calda sala dell'Hotel Ergife di Roma che gli chiedono di restare dice un no secco: «È un'ipotesi che non esiste». L'idea di Lombardo? «Costruire un partito federale sul modello tedesco CDU-CSU: con un forte partito siciliano e un partito nazionale autonomista».. L'Mpa dovrà essere e sarà anti montiano: «Basta con le logiche dell'Europa dei banchieri», denuncia alzando la voce il governatore. «A Roma e a Bruxelles siamo prigionieri di un sistema in cui contano le banche e la speculazione finanziaria che fanno pagare la crisi ai più deboli». Di qui un no netto alla spending review «perché a pagarla saremo solo noi del Sud». Lombardo non crede che in questo ultimo scorcio di legislatura le riforme verranno fatte, ma spera «nel ritorno delle preferenze e in un sistema prevalentemente proporzionale».

LE CONCLUSIONI.  "Dobbiamo importare nel Movimento una leadership diversa passando da un modello monocratico a un modello collegiale nella prospettiva, non solo della sopravvivenza, ma anche di rilancio e rafforzamento del partito. Finora c'è stato sempre un solo uomo al comando ma è arrivato il momento di uscire dalla logica della delega a una persona sola rimettendola a un comitato federale che dovrà dotarsi di un esecutivo plurale”.

Questo uno dei punti centrali dell'intervento conclusivo del segretario uscente del Movimento per le autonomie e presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, al Congresso federale dell'Mpa all'hotel Ergife a Roma. “La leadership unica o assoluta aveva ragione di esistere al momento della nascita di questo Movimento che però, all'indomani stesso del suo avvio, si è ritrovato allargato ad altre regioni diverse dalla Sicilia e oggi - ha aggiunto - è arrivato il momento di fare un grande passo in avanti nella sua struttura trasformandolo in una concreta realtà”.

“Questo partito dovrà diventare un partito nazionale e, per questo, dobbiamo cercare rapporti nuovi in questa condizione politica italiana che ci offre possibilità di espansione. Può diventare il partito dei partiti regionali con una struttura federale che conviva con leader regionali forti a cui va data massima autonomia nella selezione della classe dirigente e nella scelta di alleanze. La raccomandazione che rivolgo è però quella di trovare forza anche dalle leadership provinciali perchè solo così potremmo realizzare una rete molto più forte a livello nazionale”.

“Sarà, inoltre, necessario recuperare liste civiche serie che potranno arricchire il nostro movimento - ha aggiunto - trasformandolo in un partito autenticamente aperto in cui anche i giovani, le donne e l'intera società civile siano liberamente coinvolti”. Lombardo si è poi soffermato sulla “esigenza indispensabile che il partito cambi logo e nome perchè solo in questo modo si possono trovare nuove risposte alle domande di partecipazione politica. Posso essere nostalgico - ha spiegato - ma non possiamo andare indietro rispetto ai risultati non lusinghieri delle scorse elezioni”.

Per le elezioni regionali serve una “alleanza coerente e vincente” ha aggiunto Raffaele Lombardo. Il governatore ha poi spiegato la necessità di muoversi sulle direttive di “integrazione e distinzione” pensando un modello regionale simile a quello della Baviera che in Germania funziona. “Indubbiamente partiamo da una base solida”, ha aggiunto. “Possiamo anche sperimentare i nuovi sistemi di comunicazione alternativi - ha concluso - che non costano molto e hanno portato all'attenzione del pubblico il Movimento 5 stelle”.

A SINISTRA. A sinistra, in vista delle Regionali di Ottobre, si cercano prove di intesa. Ma senza il Pd. A fare da «ponte» tra Italia dei Valori, Sel e Verdi è Rifondazione Comunista, partito che si è riunito a Palermo per il quarto congresso regionale. Un' occasione per provare a ricompattare la sinistra. Proprio quella con la quale Rifondazione cerca di costruire un'intesa in vista delle prossime elezioni regionali. Un progetto dal quale attualmente è escluso il Partito Democratico. Anche se il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, ha partecipato al confronto con i leader siciliani di Idv, Sel e Verdi, che hanno ribadito che «al momento non ci sono le condizioni per avviare un dialogo con i democratici». Un'affermazione legata al contributo che il Pd ha dato all' Ars per evitare che venisse calendarizzata la mozione di sfiducia contro il presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Ma Lupo media. E ha ribadito il «no» a possibili alleanze con l'Mpa. «Credo che ci siano i margini per discutere di una convergenza programmatica dei partiti del centrosinistra in vista delle prossime elezioni regionali», ha affermato. Rifondazione Comunista e Sel esigono chiarezza da parte del Pd. E chiedono un affrancamento dall' Udc. L'Italia dei Valori temporeggia. Il segretario regionale, Fabio Giambrone, sostiene che «non è un tema all'ordine del giorno». Al centro del dibattito, non solo le possibili alleanze, ma anche le caratteristiche del candidato a Palazzo d'Orleans. «Deve essere espressione della società e dei movimenti. Ma non può non guardare ai partiti. Soprattutto, però, deve rappresentare la svolta al governo Lombardo». Un identikit che risponde a quello di Fava, che ha partecipato al dibattito con i segretari regionali. «Prima di parlare di candidature bisogna comunque creare una coalizione forte», spiega il segretario di Rifondazione Comunista, Antonio Marotta.



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