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03/07/2012 04:18:39

Taglio delle Province: Trapani sarà accorpata con Agrigento

Rischiavano di restare solo Palermo, Catania, Messina e Agrigento, poi ci sarebbe stato un ritocco di alleggerimento. Può darsi che il taglio delle Province avverrà per decreto legge. Oggi il governo ne discuterà con i sindacati e gli enti locali.

Già in passato si è parlato più volte di abolizione delle Province, ente locale con compiti spesso doppiati. Cosa fa sperare che questa sia la volta buona? Il fatto che. pur con qualche distinguo, è d’accordo anche il presidente dell’associazione dei presidenti delle province italiane, Giuseppe Castiglione.
Si tratta del progetto di abolire le province più piccole, quelle che non hanno almeno due di questi tre requisiti: popolazione 350.000, territorio 3000 kmq, Comuni 50. in Sicilia solo quattro province hanno i requisiti sufficienti: Palermo (1.239.839; 4492; 82), Catania (1.080; 3552; 58), Messina (648.036; 3247; 108), Agrigento (447.310; 3045; 43).
Le altre cinque province dovrebbero essere accorpate a quelle più grandi, ma si farà qualche piccola eccezione, nel senso che resteranno in vita 6 province su 9, con questi accorpamenti: Enna- Caltanissetta, Trapani-Agrigento e Siracusa- Ragusa.
Questo disegno  farebbe risparmiare 2,5 miliardi l’anno. C'è da sperare che non scendano in campo le lobby per dire ancora una volta: tagliate, ma da un'altra parte...

"Noi abbiamo dato la nostra disponibilità - commenta Castiglione -  chiedendo però che nello stesso tempo si taglino 3.127 Enti intermedi di Comuni, Province e Regioni che sono dei
doppioni e costano molto perché hanno consigli di amministrazione pletorici. Complessivamente questi tagli farebbero risparmiare 5 miliardi l’anno».

La riforma delle province decisa dal governo Monti col decreto “salva-Italia” inizia ad avere dunque  i primi effetti tangibili. Nell'ultima  tornata di elezioni amministrative non sono andate al voto le nove province che avrebbero dovuto rinnovarsi (sette per scadenza del mandato, due perché indette elezioni anticipate). Si tratta di Como, Vicenza, Belluno, Ancona, La Spezia, Genova, Ragusa, Caltanissetta e Cagliari.

In base all’articolo 23 del decreto “salva-Italia” le province diventano enti di secondo grado, cioè non vengono elette dai cittadini ma dai rappresentanti dei comuni, il loro organico viene fortemente ridimensionato, trasferiscono quasi tutte le loro funzioni a Regioni o comuni e mantengono solo un generale ruolo di indirizzo e coordinamento. Non potendo eliminare le province con legge ordinaria (si richiede anzi una revisione costituzionale), questo è il risultato che è riuscito a raggiungere il governo. Il nuovo sistema dovrebbe diventare completamente effettivo con l’emanazione di una legge che disciplini il passaggio di competenze, che dovrà arrivare entro il 31 dicembre 2012. Questo per le province che si trovano in Regioni a statuto ordinario. Per quelle a statuto speciale entro il medesimo termine dovrà essere emanata un’apposita legge regionale.