Parlando agli assistenti nazionali delle Associazioni ecclesiali sociali, nella sede della Cei in via Aurelia a Roma, Crociata ha detto: «E’ impressionante come tanta nostra gente sia parte integrante di quella folla che va a comporre l’immagine sconfortante di un Paese condizionato dalla presenza di corrotti e corruttori, di evasori e parassiti, di profittatori e fautori di illegalità diffusa, difensori sistematici della rivendicazione dei diritti nell’ignoranza, se non nella denigrazione, dei doveri». Parole dure, che sono chiaramente andate a richiamare casi recenti, come quelli di Lusi e di Formigoni. «Una riflessione dovremmo condurla su ciò che ha contribuito a produrre effetti di questo genere. Non possiamo adeguatamente condurla in questa sede; di certo c’è da mettere in conto una debolezza della personale consapevolezza di fede e della coscienza morale dei singoli». «In questo senso — ha proseguito Crociata nella sua denuncia — una attenta verifica delle nostre proposte formative e dei rispettivi percorsi — in sintonia con quanto i Vescovi italiani chiedono sul tema educativo nel corso di questo decennio — andrebbe accuratamente svolta negli ambiti di nostra responsabilità». E rivolgendosi ai rappresentanti delle associazioni, il segretario generale della Cei ha poi affermato: «Voi costituite — per mandato ecclesiale — la presenza del ministero ordinato nelle realtà associative che, attraverso di voi e i vostri confratelli impegnati nelle articolazioni territoriali delle aggregazioni, attendono il servizio di una guida pastorale e di un accompagnamento spirituale». «Insieme — ha aggiunto — dobbiamo farci carico di una missione difficile e necessaria, in cui si incrociano la nostra responsabilità pastorale, le attese di iscritti e associati, il compito storico della Chiesa in Italia, riabbracciando la nostra missione con rinnovata adesione».
Marco Ansaldo - in “la Repubblica” del 26 giugno 2012