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26/06/2012 08:15:25

Operazione "Nuova Cupola" nell'agrigentino: 46 arresti. Volevano ricostituire il mandamento

"Significa che nonostante l'arresto dei latitanti esiste ancora un nucleo forte che non ha perduto la speranza di riorganizzare l'attività mafiosa in provincia di Agrigento". Fra gli arrestati c'è anche Leo Sutera, uomo ritenuto vicino al superlatitante Matteo Messina Denaro, un dettaglio la cui importanza è stata però smorzata da Messineo. "Non ci vedo una correlazione diretta. Certamente però qualsiasi colpo destabilizzante del sistema complessivo è comunque utile in linea teorica alla cattura di Messina Denaro".Le indagini hanno permesso anche di evidenziare come la mafia per sostenere la sua macchina criminale continui principalmente a succhiare linfa vitale al territorio e ai suoi cittadini, con le estorsioni a imprenditori e commercianti.
 

13,00 - Ecco i nomi degli arrestati:  Ettore Allegro, 49 anni; Giuseppe Anzalone, 45 anni; Filippo Azzarello, 48 anni; Rosario Bellavia, 49 anni; Natale Bianchi, 35 anni; Antonio Brucculeri, 27 anni; Pietro Capraro, 33 anni; Vincenzo Capraro, 28 anni; Gaspare Carapezza, 36 anni; Francesco Paolo Cioffi, 36 anni; Vincenzo Cipolla, 50 anni; Luca Cosentino, 36 anni; Giuseppe Giovanni Faldetta, 37 anni; Raffaele Faldetta, 66 anni; Gerlando Fragapane, 20 anni; Antonino Gagliano, 40 anni; Antonino Gagliano, 45 anni; Giuseppe Gagliano, 20 anni; Dario Giardina, 31 anni; Gerlando Gibilaro, 32 anni; Salvatore Guarragi, 43 anni; Giuseppe Infantino, 31 anni; Roberto Lampasona, 35 anni; Gaetano Licata, 29 anni; Giuseppe Lo Mascolo, 75 anni; Antonino Mangione, 32 anni; Rosario Mangione, 26 anni; Salvino Mangione, 39 anni; Stefano Mangione, 49 anni; Antonino Mazza, 40 anni; Fabrizio Messina, 37 ani; Bruno Pagliaro, 22 anni, Giovanni Rampello, 26 anni; Francesco Ribisi, 30 anni; Maurizio Rizzo, 39 anni; Gerlando Russo, 39 anni; Salvatore Russo Fiorino, 64 anni; Maurizio Salemi, 49 anni; Leo Sutera, 62 anni; Giovanni Tarallo, 27 anni; Gianfranco Taranto, 62 anni; Giorgio Traina, 54 anni; Alfonso Tuttolomondo, 37 anni; Ludo Francesco Vazzano, 84 anni; Carmelo Vetro, 27 anni; Pasquale Vetro, 54 anni.

10,25 - Gran parte delle persone sottoposte a fermo dai poliziotti della squadra mobile di Agrigento e da quelli della sezione anticrimine di Palermo è di Porto Empedocle, Agrigento, Sambuca di Sicilia e Siculiana.

Volevano costituire l’ottavo mandamento dell’Agrigentino, ma non hanno fatto in tempo perché la polizia e i magistrati della Dda li hanno fermati. A capo di questo nascente mandamento avrebbe dovuto esserci Leo Sutera di Sambuca di Sicilia, vicino a Matteo Messina Deanro, mentre suo braccio destro avrebbe dovuto essere Ribisi di Palma di Montechiaro.

“I provvedimenti riguardano 49 persone libere e altre 5 già in carcere. Dei 49 – ha spiegato il questore di Agrigento Giuseppe Bisogno – 47 sono stati presi, due, invece, mancano all’appello: non sono stati trovati nelle loro abitazioni. E’ un risultato importante. L’indagine è partita negli ultimi mesi del 2010, grazie al lavoro certosino della Squadra mobile e del commissariato Frontiera di Porto Empedocle. Ed è partita per monitorare cosa accadeva dopo l’arresto dei due grandi capi: Gerlandino Messina e Giuseppe Falsone. Il monitoraggio ha permesso di accertare dei movimenti particolari e le evoluzioni in danneggiamenti ed estorsioni, nonché rapine”.

Tra i fermati nel blitz, denominato ‘Nuova Cupola’ vi sono anche volti già noti: oltre a Sutera, detto ‘u professuri perché docente di educazione fisica e uscito di recente dal carcere dopo la condanna per mafia seguita all’operazione Cupola dell’agosto del 2000, Fabrizio Messina, il fratello minore dell’ormai ex boss Gerlandino, assolto di recente nell’ambito di un’inchiesta di omicidio; l’imprenditore Francesco Ribisi di Palma di Montechiaro, i fratelli Romeo di Porto Empedocle, attualmente in carcere e ritenuti fedelissimi del clan di Gerlandino Messina. Coinvolti anche Rosario Bellavia, agente della polizia municipale; Alfonso Tuttolomondo, imprenditore di Porto Empedocle, e altri due imprenditori legati al mondo del cemento e calcestruzzo di Porto Empedocle.

10,00 - La Polizia di Stato di Agrigento ha eseguito 49 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, rapina, estorsione danneggiamento, riciclaggio e di intestazione fittizia di beni. Le indagini hanno consentito di fare luce sulle dinamiche di ''cosa nostra'' agrigentina tese a ricomporre le fila dell'organizzazione criminale, dopo la recente cattura dei latitanti Giuseppe Falsone e Gerlandino Messina, elementi di spicco del sodalizio in quell'area territoriale.

L'operazione riguarda le famiglie di tutti i mandamenti mafiosi della provincia, impegnate nel tentativo di condizionare la vita economica ed imprenditoriale di quella zona.

In particolare, l'attivita' investigativa ha consentito di svelare la pressione estorsiva esercitata dal gruppo criminale, mediante danneggiamenti ed atti intimidatori, nei confronti di imprese edili, tale da determinare un vero e proprio stato di monopolio a favore di ditte controllate da cosa nostra, con l'estromissione dal mercato di quegli imprenditori che operavano nella legalita'.

L'operazione e' eseguita da un gruppo di lavoro dedicato, costituito da personale della Squadra Mobile di Agrigento e del Servizio Centrale Operativo ed e' stata effettuata con la collaborazione del Commissariato di Porto Empedocle, delle Squadre Mobili di Palermo e Caltanissetta, del Reparto Prevenzione Crimine e della Sezione di Polizia Stradale, nonche' con l'ausilio di unita' cinofile antidroga, per un totale di 250 uomini.
 



Antimafia | 2024-09-26 06:00:00
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