Lo ha detto il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, intervenendo ieri al Suq di Genova, insieme a don Andrea Gallo, in occasione della Giornata nazionale del rifiugiato. «Dobbiamo prepararci mentalmente con atteggiamenti meno esclusivi, razzisti o xenofobi, credo che uno dei limiti più consistenti al fenomeno delle migrazioni sia di carattere culturale, pensiamo infatti si tratti di emergenze limitate nel tempo, che speriamo di scongiurare in breve, ma invece siamo di fronte a un fenomeno più complesso, legato all’intrinseca condizione dell’uomo. È normale che ciascuno voglia migliorare se stesso, occupando gli spazi più liberi». E ancora Mogavero ha detto: «Il quadro normativo rispetto a ciò che accaduto nel governo Berlusconi, non è cambiato. La politica dei respingimenti cioè rimane immutata, con inevitabili conseguenze. I barconi non arrivano più a Lampedusa, dichiarata insicura e vanno quindi sulle coste siciliane, pugliesi e calabresi, aumentando così l’incertezza nelle rotte e il numero del pericoli». E Mogavero ha concluso: «Nel 2100 le proiezioni disegnano un Italia molto diversa: il Paese sarà composto da 15 milioni di italiani, un quarto rispetto ai 60 attuali. “O l’Italia, molto poco verosimilmente, si spopolerà o altri prenderanno il nostro posto».