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19/06/2012 06:35:48

Mafia, 12 arresti. indagato un consigliere di Castellammare. Turano e le promesse non mantenute...

A nome degli imprenditori di Confindustria Trapani, che sono stati vicini in questi anni della primavera confindustriale e che credono che da questa situazione si deve e si può uscire, desidero esprimere il mio ringraziamento a tutti gli uomini impegnati nell’operazione “Crimiso” e desidero ribadire loro vicinanza e sostegno di tutta Confindustria. Ribadiamo che la lotta alle mafie non è una questione che può interessare soltanto Magistratura e Forze dell'Ordine ma deve interessare la società in tutti i suoi aspetti; ognuno di noi, giorno dopo giorno, sa bene di dover assicurare il proprio contributo per far venire alla luce, denunciandoli, episodi di criminalità e condizionamento che, purtroppo, continuano a tarpare le ali alla nostra economia.
Il momento è molto delicato, la grande crisi che sta investendo le imprese di tutti i settori e la conseguente disoccupazione che ne deriva, può rendere il territorio più vulnerabile alla presenza della criminalità ed è per questo che dobbiamo fare quadrato e trovare, insieme, soluzioni di sviluppo che partano dalla cultura della legalità e rispetto delle regole”.

 

17,30 -  “Ancora una volta l’azione investigativa della polizia svela gli intrecci criminali tra mafia, imprenditoria e politica” . 

Questo il commento della segretaria generale della Cgil di Trapani Mimma Argurio, alla notizia degli arresti, avvenuti la notte scorsa tra Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi, di dodici persone legate alla criminalità organizzata e al mondo dell'imprenditoria.

“I reati contestati - ha detto la segretaria della Cgil - sono di una gravità eccezionale e dimostrano come il sodalizio criminale e mafioso possa mettere in ginocchio, anche attraverso la pratica dell'estorsione, l’economia sana del territorio trapanese. Ancora una volta - ha ribadito Argurio - a essere assicurati alla giustizia non sono solamente esponenti della mafia, ma anche imprenditori apparentemente insospettabili che testimoniano la forte pervasività della mafia.”
Per Argurio, inoltre, “gli arresti evidenziano non soltanto quanto concatenati e forti siano i rapporti tra mafia e una certa imprenditoria, ma anche come questi sodalizi possano confluire su personaggi politici”, come dimostra questo filone di indagini che vede indagato anche un consigliere comunale di Castellammare del Golfo.
“Dopo le inquietanti vicende che hanno portato allo scioglimento del Comune di Salemi, all’arresto del sindaco di Campobello di Mazara e del sindaco di Pantelleria - ha concluso Argurio - ci troviamo, ancora una volta, dinnanzi a uno scenario politico amministrativo in cui mafia e corruzione minano le basi dello sviluppo economico, sociale e della democrazia.”
Da qui un appello alle Istituzioni, a tutti i lavoratori e alle forze democratiche di “tenere alta la guardia in difesa del lavoro e dei valori costituzionali”.
 

15,30 - – Il Sen. Antonio d'Alì, Presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato, appreso della operazione della Squadra Mobile di Trapani ha rivolto le sue commentato: «congratulazioni agli investigatori della Squadra Mobile di Trapani per la brillante operazione che ha messo a nudo il tentativo di riorganizzazione di Cosa Nostra a Castellammare del Golfo ed Alcamo».

«Un intervento tempestivo – conclude d’Alì – che grazie alle puntuali e costanti attività di indagini ha disvelato le trame della criminalità organizzata della zona per tornare a controllare capillarmente il territorio, con attività illegali e tentativi di inquinamento dell’economia legale, dopo i duri colpi assestati negli anni precedenti da magistrati e forze dell’ordine». 
 

14,45 - Ecco l'elenco completo degli arrestati: 

BONURA Antonino, imprenditore alcamese del 1963 residente a Sesto San Giovanni (MI), pregiudicato per mafia, già Sorvegliato Speciale di P.S.;

BOSCO Antonino, pregiudicato mafioso di Castellammare del Golfo del 1955, in atto detenuto all’ergastolo.
BOSCO Vincenzo, operaio castellammarese del 1963;
BUSSA Sebastiano, pregiudicato castellammarese del 1975 già Sorvegliato Speciale della P.S;
CAMPO Vincenzo, procacciatore d’affari pregiudicato di Alcamo del 1968;
GIORDANO Salvatore, imprenditore pregiudicato di Ravanusa (AG) del 1959 residente a Milano;
LEO Rosario Tommaso, imprenditore agricolo pregiudicato di Vita (TP) del 1969;
MERCADANTE Salvatore, allevatore di Castellammare del Golfo del 1985;
PIDONE Nicolò, dipendente stagionale del Corpo Forestale di Calatafimi del 1962;
RUGERI Diego, detto “Diego u’ nicu” pregiudicato e Sorvegliato Speciale di P.S. di Castellammare del Golfo del 1980;
SANFILIPPO Giuseppe operaio pregiudicato di Castellammare del Golfo del 1983;
SOTTILE Michele, pregiudicato di Castellammare del Golfo del 1962 già sorvegliato speciale di P.S.;

14,40 - Appresa la notizia della nuova operazione contro la criminalità organizzata e mafiosa condotta, nelle prime ore di stamani, dalla Squadra Mobile 

del capoluogo e dalla sezione Criminalità organizzata, che ha portato all’arresto di 12 persone fra Castellammare del Golfo, Alcamo, Calatafimi e Vita in provincia di Trapani, Milano e Sesto San Giovanni in Lombardia, nonché alla emissione di 15 avvisi di garanzia, con il coinvolgimento anche di alcuni imprenditori e di un Consigliere Comunale di Castellammare, il Presidente Peppe Poma ha voluto esprimere il compiacimento dell’intero Consiglio Provinciale di Trapani per il nuovo positivo esito dell’importante lavoro investigativo svolto dalle Forze dell’Ordine e dalla competente Autorità Giudiziaria.
Certamente – ha aggiunto il Presidente Poma - la lotta contro le organizzazioni criminali e mafiose, che purtroppo affondano ancora le loro radici nel territorio della nostra provincia, continuerà ad essere lunga e irta di mille difficoltà, ma constatare, giorno dopo giorno, la grande abnegazione ed il continuo impegno, la capacità e l’encomiabile professionalità con cui le Forze dell’Ordine e la Magistratura continuano a infliggere durissimi devastanti colpi a malviventi ed esponenti mafiosi di ogni calibro ed a fare emergere i nefasti intrecci con certa imprenditoria e con pseudo esponenti del mondo politico-amministrativo, c’induce ad essere sempre più fiduciosi in un prossimo domani dove il rispetto della legalità potrà occupare il primo posto all’interno di tutte le espressioni della società civile.
Purtroppo – ha affermato ancora Peppe Poma - nei posti in cui, come la Sicilia, le organizzazioni criminali e mafiose possono più facilmente fare proseliti sfruttando le occasioni offerte dalle innumerevoli sacche di povertà e di degrado anche culturale, i problemi da risolvere sono ancora molto gravi. Ma non è per questo che ci dobbiamo tirare indietro ed anzi mi piace ribadire che il Consiglio Provinciale di Trapani, nell’ambito delle proprie prerogative istituzionali, intende continuare a riservare, come finora ha fatto, la massima, unanime e costante attenzione alle iniziative a sostegno della formazione di una nuova coscienza sociale che privilegi innanzitutto il rispetto della legalità.
 

10:40 - Nello stesso summit registrato dalla Polizia (sotto potete vedere il box con i due video)  gli indagano parlano di alcune richieste di assunzioni  fatte alll'attuale Presidente della Provincia, Mimmo Turano, e non mantenute. 

Personaggi legati alle cosche si erano rivolti anche a Pietro Urbano, consigliere comunale di Forza Italia nel 2002 a Castellammare del Golfo E' il boss Tommaso Leo a dire che “i politici sono tutti una massa di cornuti (…) fino a quando gli servi ti danno (…) questo qui Urbano li ha impostato tutti quelli raccomandati appena lo incontro (…) a sua moglie e tutti gli altri li ha ‘impostati’ quando lui era al Comune”. E Diego Rugeri: “minchia ne ho avuto tanta esperienza io con altri politici che dovevano fare cose (…) Turano e tanti altri (…) e poi ce l’hanno messa nel culo”.

10:05 - Il consigliere comunale di Castellammare indagato è  Girolamo Genna, esponente di una lista civica. 

09:00 - Dodici persone sono state arrestate dalla polizia nell'operazione antimafia "Crimiso" con l'accusa di far parte dei clan mafiosi della provincia di Trapani.

I provvedimenti, emessi dal Gip di Palermo Luigi Petrucci, su richiesta del procuratore aggiunto della Dda, Maria Teresa Principato, e dei sostituti Paolo Guido, Carlo Marzella e Pierangelo Padova, sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Trapani e della sezione Criminalita' Organizzata, in Sicilia a Castellammare del Golfo, Alcamo, Calatafimi e Vita, e in Lombardia a Milano e Sesto San Giovanni. Associazione mafiosa, estorsione, incendio, violazione di domicilio e violazione delle prescrizione della sorveglianza speciale le accuse contestate a vario titolo. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari a carico degli arrestati e di altri 15 indagati in stato di liberta' cui e' stata notificata informazione di garanzia. Tra questi, un immobiliarista e il titolare di uno studio di progettazione, che e' anche consigliereï comunale di Castellammare del Golfo. I due avrebbero consentito delle riunioni dei mafiosi presso  i oro esercizi. Gli arrestati sono Antonino Bonura, imprenditore alcamese 49 anni residente a Sesto San Giovanni (Milano), pregiudicato per mafia, Antonino Bosco, pregiudicato mafioso di Castellammare del Golfo, 58 anni, detenuto all'ergastolo, Vincenzo Bosco, operaio di 49 anni, Sebastiano Bussa, pregiudicato di 38 anni, Vincenzo Campo, procacciatore d'affari pregiudicato di 45 anni, Salvatore Giordano, 54 anni, imprenditore pregiudicato di Ravanusa (Agrigento) e residente a Milano, Rosario Tommaso Leo, 44 anni, imprenditore agricolo pregiudicato, Salvatore Mercadante, 28 anni, allevatore, Nicolo' Pidone, 50 anni, dipendente stagionale del Corpo Forestale di Calatafimi, Diego Rugeri, 33 anni, pregiudicato, Giuseppe Sanfilippo, 30 anni, operaio pregiudicato, Michele Sottile, 50 anni, pregiudicato. L'indagine ha fatto luce su una spaccatura apertasi all'interno della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo dopo gli arresti dei vertici alcuni anni fa nelle operazioni Tempesta I e II. Una spaccatura che secondo gli inquirenti poteva portare ad una vera e propria faida interna alle cosche di Alcamo e Castellammare. Un gruppo legato a Diego Rugeri, rampollo di una famiglia mafiosa, sotto l'egida del piu' autorevole Antonino Bonura, "reggente" del clan di Alcamo, aveva intrapreso alcune estorsioni ai danni di operatori economici castellammaresi senza il consenso di Michele Sottile, uomo d'onore di Castellammare che, per "anzianita'" anagrafica, riteneva di dover capeggiare la cosca locale. Gli attriti tra i due, sostiene la polizia, potevano sfociare in una vera e propria "faida". Per appianare le divergenze, Bonura, assieme a Rosario Leo, affiliato alla famiglia mafiosa di Vita, aveva convocato un summit dei clan di Alcamo, di Castellammare e di Calatafimi in aperta campagna per appianare le divergenze.
Questa riunione e' stata intercettata dagli investigatori, che hanno cosi' compreso quel che si muoveva nel contesto mafioso provinciale. E' stata anche riscontrata la presenza di un'ulteriore "ala autonomista" all'interno della famiglia mafiosa di Castellammare: i boss infatti accusavano Sebastiano Bussa (non presente al vertice) di aver richiesto, senza l'autorizzazione della "famiglia" il pagamento di un'estorsione ad un'impresa edile che stava svolgendo lavori pubblici nel centro della cittadina del golfo. Le indagini hanno fatto chiarezza anche su una serie di estorsioni e incendi ai danni del ristorante "Egesta Mare" e dei bar "Vogue" e "La Sorgente" di Castellammare del Golfo, di vari imprenditori, di un dentista, delle ditte "Prom.Edil" e "F.lli Tamburello G. & c. s.n.c.", esecutrici dei lavori appaltati dal Comune di Castellammare del Golfo per la riqualificazione urbana e il ripristino dell'antica pavimentazione del centro storico. Otre al regolare pagamento di somme di danaro, alle vittime veniva imposto di assumere parenti degli indagati, o di fornire prestazioni professionali gratis. Quest'ultimo e' il caso del dentista.

 

 



Antimafia | 2024-09-26 06:00:00
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