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09/06/2012 13:52:08

Scrive Antonio Tumbarello, sull'esperienza del gurppo "Onde nuove" di Petrosino

 Con il mio amico so di poter parlare come avrei fatto con me stesso quando ancora le disillusioni non avevano preso il sopravvento. Tutto ha sapore di sfida in quei colloqui. Il sole di quei pomeriggi all’aperto ci riscalda il petto e ci consola.  

Passa il tempo ma le idee formulate rimangono indelebili. Arrivano puntualmente le elezioni ed un paesino di 7000 abitanti riprende vita come se una scossa elettrica gli avesse improvvisamente riattivato il cuore. Io tuttavia sono lontano dalla mia terra e so solo che quello che sento e vedo mi è lontano anni luce. Passa del tempo ed il mio amico non tarda a farsi sentire:  mi contatta e mi dice che ha creato un gruppo su Facebook, che ha chiamato “I picciotti”.

Il gruppo è formato da gente che conosco in maggior parte, ma con cui non ho mai stretto un rapporto forte. Parliamo e commentiamo la situazione politica, le sue novità, i suoi protagonisti. Mi aggrego ai dibattiti con una certa curiosità. Passa il tempo e le dispute prendono sempre una piega diversa ma con un fondo di convergenza che ha dell’incredibile. Quei ragazzi pensano quello che penso io, sono animati come lo sono io, hanno passione e voglia da vendere, sono in maggior parte fuori sede come me ma non si scoraggiano nonostante la distanza. Vogliono rianimare il loro paesino.

 Il mio amico mi dice “scarica OovoO, parliamo in videochat, dobbiamo vederci!”. Faccio come dice. Adesso li vedo in faccia “I picciotti”. Quello che dicono è meglio di quello che hanno scritto in precedenza. Sono sempre più coinvolto e anche se all’inizio sto sulle mie qualcosa dentro di me scatta improvvisamente. “Organizziamoci” mi dicono i miei compagni “ facciamo qualcosa”.

I discorsi adesso non sono più politici: sono costruttivi, propositivi, interessati al solo bene comune. “Rianimiamo Petrosino” è il motto. Passano le elezioni. Il gruppo non è pronto ha bisogno di formarsi penso io. Stiamo andando verso qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello a cui ogni singolo individuo aveva pensato. Qualcuno abbandona, qualcuno si aggiunge.

 Cambiamo il nome del gruppo. Approviamo uno statuto.  Formiamo un’associazione. Partiamo in quinta ma gli animi sono carichi e traboccanti. Passano tre mesi. Adesso abbiamo un nome, una regola, una passione che travalica le regole ed io a 25 anni mi ritrovo ad essere il membro anziano del gruppo. Arriva l’estate diamoci una mossa pensiamo all’unisono. Contattiamo una miriade di persone che sanno più di noi come muoversi e che hanno la cultura storica e sono la memoria del nostro paesino. Ognuno di loro ci accoglie con il sorriso. Siamo ancora più motivati.

Intorno a noi si vanno formando altre associazioni che hanno i nostri stessi interessi. Non siamo soli. Qualcosa di stupendo si va formando e noi ne facciamo pienamente parte. Da oggi in poi, nonostante le difficoltà di chi affronterà la più grande depressione mai vista da 80 anni a questa parte, abbiamo la possibilità di scrivere la storia avendo tutta l’intenzione di passare al vaglio qualsiasi idea buona per il nostro piccolo grande paese.  


Antonio Tumbarello
Gruppo Culturale New Wave



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