Al funzionario, accusato di peculato, è stata applicata anche la misura di sospensione per due mesi dal ruolo ricoperto all'azienda forestale. Maggio è stato arrestato il 3 giugno perché avrebbe utilizzato l'auto di servizio per spostamenti personali. Ieri, durante l'interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Le indagini del nucleo investigativo della Forestale, coordinate dal commissario Gioacchino Leta, avrebbero provato anche che Maggio aveva falsificato dieci fogli di viaggio indicando percorsi fasulli. Le relazioni adesso sono in mano alla Procura.
Le incongruenze riguardo ai fogli di marcia sono emersi dalle indagini del nucleo investigativo iniziate nel dicembre scorso. La forestale ha seguito l'auto di servizio di Maggio, una Fiat Bravo, con il sistema gps. E così sarebbe emerso che invece di recarsi solo in ufficio, il direttore avrebbe utilizzato l'auto anche per andare al mare e al ristorante con la famiglia.
Il 23 aprile, poi, Maggio ha avuto anche un incidente con la Bravo, vicino allo svincolo per Fontanasalsa, dopo lo svincolo per Trapani. Ma nel foglio di marcia Maggio, come documentano gli investigatori, avrebbe riportato la località di Fulgatore, prima dello svincolo per Trapani, la sua sede di lavoro. Diego Tranchida, l'avvocato di Maggio, dice: "Aspettiamo di avere copia degli atti prima di pronunciarci".
Nella documentazione in mano al pm Andrea Tarondo c'è anche un'intercettazione. E' il giorno dell'arresto di Maggio. Il funzionario è in macchina con la moglie subito dopo che i suoi colleghi lo hanno fermato ed esclama: "Mamma mia mi impirugghiai (mi sono messo nei guai), lo sapevo che doveva andare a finire così".
09:00 - “Esagerati”. “E’ una brava persona”. “Truffatore”. “I reati vanno puniti”. E tanti altri. Sono i commenti all’arresto del dirigente dell’Azienda foreste di Trapani, il marsalese Antonino Maggio, beccato dagli uomini del nucleo di polizia giudiziaria del Corpo forestale mentre andava al mare con la moglie con l’auto di servizio.
L’indagine è partita da alcuni esposti anonimi che raccontavano dell’uso privato che Maggio faceva della Fiat Brava in dotazione. Secondo gli inquirenti era abituato a prendere l’auto per usi personali: “si sentiva sicuro e potente”.
Gli amici lo difendono a spada tratta, non esitano ad elencare le virtù del dirigente della forestale e reputano eccessivo l’arresto. Può anche essere un gran lavoratore - è il ragionamento che fanno altri - ma ha sbagliato.
Ma il caso di Maggio si va ad aggiungere a quello di tanti altri funzionari pubblici che avrebbero abusato dei beni messi a loro disposizione dagli enti e pagati coi soldi dei contribuenti.
Un caso simile è quello di Salvatore Mazzara, ex direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Trapani. Gli inquirenti lo accusano di peculato. Avrebbe usato l’auto di servizio per fini personali. Lui si difende e nega tutto.
All’Azienda foreste però non tiene banco solo il caso Maggio. Sotto processo ci sono anche Vincenzo Torri, direttore dei lavori dell’ente, e Carlo Cappabianca. Secondo gli inquirenti una decina di operai dell’azienda foreste avrebbero ripulito il terreno di proprietà di Cappabianca che ha sempre escluso di avere la disponibilità del terreno. I presunti illeciti alla forestale sotto la lente d’ingrandimento non si fermano qui. C’è anche il caso di Vito Monticciolo, operaio dell’Azienda foreste demaniali risultava sul posto di lavoro mentre in realtà si sarebbe trovato in viaggio in Argentina.
Operai pubblici che lavorano in proprietà private. A Campobello di Mazara il dirigente del Comune Ignazio Graziano è stato denunciato dalla Guardia di Finanza. Avrebbe chiamato alcuni operai del Comune per sistemare il giardino della propria villa nella località turistica di Tre Fontane. Non solo gli operai del Comune lavoravano per lui, ma avevano anche a disposizione una pala meccanica dell’ente. Per Graziano è scattata la denuncia per abuso d’ufficio e truffa. Graziano è uno dei più fidati collaboratori di Ciro Caravà, sindaco di Campobello in carcere da dicembre per mafia. In passato è stato assolto dall’accusa di peculato. L’indagine era partita quando era stato trovato con l’auto del Comune a Selinunte, nel territorio di Castelvetrano. Ma nel processo Graziano fu assolto.
Tra i casi di più o meno gravi furberie non possono mancare quelli di assenteismo. Una corposa indagine riguarda la Soprintendenza ai beni culturali di Trapani che ha visto l’iscrizione sul registro di una settantina di funzionari che avrebbero falsificato l’ingresso di entrata o di uscita dagli uffici.
Il genio però è un marsalese. Che non solo era un assenteista cronico, ma la truffa la perpetrava da cinque anni. In pratica il dipendente del comune di Marsala regolarmente, ogni mese e anche più, si assentava senza giustificazione dal posto di lavoro per andare a ritirare la pensione della madre morta da 5 anni. Così un bel giorno, il furbetto entro in posta, saltò la fila, prese il malloppo, e all’uscita trovo i finanzieri.
Francesco Appari