Nei giorni scorsi è gia venuto nel capoluogo per prendere i primi contatti con la realtà della Diocesi di Trapani che andrà ad amministrare. Ha parlato con il personale amministrativo e con i sacerdoti; si è fermato soltanto una giornata ma ha voluto incontrare il vescovo, mons. Francesco Miccichè, sollevato dall'incarico il 19 maggio con un provvedimento «speciale» del Papa. Lo ha raggiunto nella sua residenza di Valderice dove ancora si trova in attesa di rientrare nella sua casa, vicino Monreale. Mons. Miccichè non è più vescovo di Trapani, non può esercitare più alcuna funzione (nei giorni scorsi, con l'autorizzazione, ha celebrato un funerale del padre di un diacono), ma resta vescovo emerito. Mons. Plotti, che aveva annunciato il suo arrivo con una lettera ai fedeli, si era stupito di questa improvvisa nomina voluta dal Pontefice; considerato lo stato avanzato della sua età riteneva in qualche modo di aver concluso il suo impegno pubblico e diretto nella Chiesa.
Intanto il vescovo Miccichè, che ha scelto la strada di non dimettersi per potersi difendere dalle gravissime accuse che gli sono state contestate dal Vaticano, continua la sua battaglia giudiziaria, così come aveva scritto nella lettera inviata ai fedeli. Tra le anomalie di un provvedimento di cui non è stata resa nota la motivazione c'è anche il ritardo con cui la sala stampa vaticana ha dato la notizia della firma del provvedimento.
Le vicende accadute nelle Chiesa trapanese restano ancora poco chiare per molti aspetti e due sono i filoni, distinti, nei quali si muovono: quello che ha portato alla sollevazione del vescovo e che - senza la motivazione del Vaticano - dovrebbe presumibilmente condurre agli ammanchi a seguito delle fusioni delle fondazioni Auxilium e Campanile, e riconducibile a Miccichè (che contesta fermamente); e quella invece che riguarda il procedimento giudiziario aperto nei confronti del parroco Ninni Treppiedi e di un'altra decina di persone accusate di distrazione, vendita di beni ecclesiasiastici e di altri reati,tra i quali stallking e calunni. IN questo ultimo procedimento Miccichè è parte offesa. Quest'inchiesta - ha dichiarato il procuratore capo Marcello Viola - è prossima alla chiusura, devono essere fatti gli altimi accertamenti documentali e poi si procederà presumibilmente con le richieste di rinvio a giudizio.
Proprio Treppiedi si è rifatto vivo con una lettera in cui scrive che "nell’attuale configurazione dell’ordinamento canonico non può esistere alcuna connessione tra il provvedimento pontificio di rimozione episcopale emesso dal Papa, attraverso la congregazione per i vescovi e la nunziatura apostolica in Italia a carico dell'ex vescovo Miccichè e l'intercorso contenzioso disciplinare che lo stesso vescovo aveva precedentemente avviato a mio carico, che risulta invece di competenza del dicastero per il clero". Insomma, secondo Treppiedi, le due vicende sono totalmente separate. Treppiedi - preannunciando querela verso coloro che accostano le sue vicende giudiziarie alla rimozione del Vescovo Miccichè - dichiara che: "I due episodi, per quanto temporalmente contigui, non possono ritenersi fondatamente collegati trattandosi nel caso della rimozione del vescovo di un «procedimento speciale» di esclusiva competenza pontificia e nel caso che mi riguarda di una intercorsa contrapposizione amministrativa disciplinata dal codice di diritto canonico".
Continua Treppiedi: "La visita apostolica effettuata da monsignor Domenico Mogavero in modo assai puntuale e dettagliato a partire dal mese di giugno 2011, è stata disposta dalla congregazione per i vescovi - su mandato del Papa - sull'ufficio dell'ex vescovo Miccichè a norma dell'art. 79 della Costituzione generale della curia romana. In tale procedimento sono stato ascoltato come persona informata sui fatti e non come soggetto della disposta indagine vaticana: ogni diversa ricostruzione è meramente diffamatoria e in nulla supportata dai fatti". Ma c'è di più, perchè Treppiedi sostiene di non essere sospeso: "Sulla notizia di una vigente condizione giuridica di mia sospensione a divinis, risulta capziosamente propalata al solo fine di screditarmi. Infatti, tale provvedimento emesso dall'ex vescovo Miccichè il 16 maggio 2011 e subito da me contestato risultava già sospeso nell'accoglimento del ricorso gerarchico il 30 giugno 2011 da parte della congregazione per il clero che successivamente, il 20 febbraio lo riformava nel merito, accogliendo seppur parzialmente la mia istanza e avocandone l'esclusiva competenza. Inoltrato ulteriore ricorso da parte mia il 24 marzo, il 30 aprile la congregazione per il clero accoglieva l'istanza di appello, rinnovando l'effetto sospensivo del provvedimento impugnato in attesa del riesame di merito. Pertanto, il sottoscritto può legittimamente svolgere a norma dell'ordinamento canonico tutte le previste funzioni ecclesiastiche che sono proprie al suo stato sacerdotale"
Nel frattempo la Procura di Trapani ha avanzato richiesta di rogatoria internazionale per accedere ad alcuni conti aperti allo Ior, per capire quale possa essere stato il percorso del denaro partito da Trapani e finito altrove. Infine si cercano anche opere d'arte che sarebbero state portate via da alcune chiese della Diocesi e per le quali, nei mesi scorsi, i carabinieri del Nucleo Tutela beni artistici hanno effettuato diverse perquisizioni. Nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori sviluppi.