Alestra nei giorni scorsi ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini dalla Dda di Palermo. Assieme a lui è indagato anche Orazio Colimberti dell’Aimeri Ambiente, la società che per conto dell’Ato gestisce la raccolta dei rifiuti in molti comuni della provincia di Trapani, tra cui Marsala.
L’Ad dell’Ato è accusato di non aver fatto pagare delle multe per disservizi all’Aimeri in cambio dell’assunzione di tre persone a lui vicine. Nel momento in cui i sindaci dei Comuni serviti da Aimeri lamentano dei disservizi (che possono riguardare la raccolta dei rifiuti, la pulizia delle strade o altro) possono contestare il tutto all’Ato e l’Aimeri è soggetta al pagamento di penali che si materializzano in uno “sconto” per gli enti. Nei giorni scorsi i carabinieri del Nucleo Operativo ed Ecologico hanno effettuato delle perquisizioni negli uffici dell’Ato e sono stati sequestrati due pc di cui i legali ne hanno chiesto il dissequestro.
Alestra si dice tranquillo e certo di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli sono stati contestati. Il giorno dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia ha risposto alle domande degli inquirenti. Ha detto che l’ipotesi investigativa è priva di fondamento visto che nel 2010 sono state applicate sanzioni per 1,5 milioni di euro, quelle del 2011 sono in corso di quantificazione, e che i soldi sono tutti sul conto corrente dell’Ato. “Le penali le abbiamo fatte pagare tutte, e poi è una cosa che delibera il consiglio di amministrazione, non spetta ad una sola persona decidere” ha detto Alestra. Sulle assunzioni ammette di aver segnalato persone all’Aimeri. “Ma non due o tre, oltre un centinaio, non lo nego. Io mi sono limitato a girare alla ditta i curriculum che mi venivano segnalati senza caldeggiarne l’assunzione, non c’è stato nessuno scambio di favori. So tra l’altro che nell’ultimo anno nessuna delle segnalazioni è stata presa in considerazione”, ha detto l’Ad dell’Ato.
L’ indagine parte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Il nome di Alestra compare anche nell’inchiesta sul maxi sequestro di beni all’imprenditore Michele Mazzara, ritenuto referente di Matteo Messina Denaro. In quell’occasione però Alestra non risulta indagato. “È una cosa in cui mi sono trovato coinvolto e che mi vede assolutamente estraneo e culturalmente ostile, non ne ho nulla a che fare” ha concluso il vertice dell’Ato Tp1.