E sono tutti e due politici. Il primo di Fli , il secondo dell'Api. Aricò è stato il candidato sindaco di Fli e Mpa. Giuseppe Spampinato entra in giunta in quota Api, partito del quale è presidente. All'Ars nei prossimi giorni sostituirà Nino Di Guardo, eletto sindaco a Misterbianco.
I due prenderanno il posto di Andrea Piraino e Sebastiano Di Betta, che avevano già presentato le dimissioni alcune settimane fa.
09:00 - La mozione di sfiducia al segretario siciliano del Pd Giuseppe Lupo è stata ritirata dai promotori durante l’infuocata assemblea siciliana che ha visto la partecipazione di 368 delegati nell’hotel San Paolo a Palermo.
La mozione era stata firmata da 188 delegati. E’ passata quindi la linea della mediazione contro lo spettro del commissariamento degli organismi del partito. Lupo avrà al fianco un ufficio politico con rappresentanti di tutte le aeree del Pd siciliano.
Dopo la lettura del documento scritto dal segretario oltre cento delegati che avevano firmato la mozione si sono riuniti dietro la sala conferenza e lì è stato deciso di ritirare la richiesta. Il capogruppo Pd all’Ars, Antonello Cracolici, è poi salito sul palco: “Ritiriamo la mozione di sfiducia – ha dichiarato – perché può essere un tentativo di ritrovata unità, visto che siamo un partito che sta per andare al voto. Nelle prossime ore dobbiamo fare le liste e poi pensare alle alleanze. Sarebbe ipocrita se dicessi che l’esito soddisfa la chiarezza che anche l’opinione pubblica ci chiede”.
Secondo Cracolici “il partito è spezzato, come fa a fare alleanze all’esterno se non sa trovare unità all’interno? Abbiamo necessità di dire come stanno le cose, il partito è malato, qual è la medicina? Il dilemma è se seguire le indicazioni dell’uomo venuto da Roma oppure seguire la consapevolezza che il partito deve fare da sé. Sarebbe stato meglio se il segretario avesse fatto un passo indietro, non l’ha fatto e se ne assume la responsabilità”.
In precendenza, dopo la proposta di documento di Lupo, il deputato regionale Lillo Speziale aveva parlato ai delegati definendo “sciagurata” la scelta commissariale e dicendosi d’accordo con “una gestione collegiale del partito nei prossimi mesi”. A quel punto molti delegati si sono alzati gridando “Buffoni, vergogna, venduti…”.
Lupo nella bozza di documento che invitava al ritiro della mozione ha scritto: “L’assemblea valuta con grande preoccupazione i risultati elettorali delle recenti amministrative e le condizioni in cui versa il Pd”. Il segretario considera “fondamentale l’alleanza con le forze del centrosinistra” che può essere allargata “alle forze moderate che si sono contraddistinte nella lotta al centrodestra”.
Vengono considerati prioritari “i temi della legalità e della lotta alla mafia” mentre “è superata l’esperienza del governo Lombardo”. All’inizio dei lavori è stata sfiorata la rissa tra alcuni delegati, deputati e democratici seduti alla presidenza sulla possibilità che i due deputati regionali Pd Elio Calvagno e Salvatore Termine avessero diritto di voto in quanto non iscritti al circolo ennese riconosciuto dal partito.
L'assemblea si sarebbe dovuta tenere a porte chiuse: assolutamente vietato l'ingresso ai giornalisti, era stato il diktat dei giorni scorsi. Ma, dopo accese polemiche, Giovanni Bruno, uno dei componenti dell'assemblea, ha presentato una mozione, firmata da quasi tutte le aree, nella quale chiedeva espressamente di svolgere la seduta a porte aperte.
Il segretario regionale sara’ quindi affiancato da un ufficio politico, i cui nomi verranno concordati nei prossimi giorni dai firmatari della sfiducia. A proporre l’affiancamento di un organo collegiale alla segreteria era stato lo stesso Lupo, sostenuto dalla segreteria nazionale, per bocca dell’inviato di Bersani, Nico Stumpo.Ma i malumori restano tutti. Tra i primi a criticare l'esito dell'assemblea regionale di questa domenica il deputato regionale del Partito Democratico, Davide Faraone: "oggi si é consumata l’ennesima “pupiata” del Pd siciliano - ha affermato. Anche questa volta la sconfitta elettorale non avrà responsabili. Tutti ai propri posti. Coloro che hanno presentato la mozione di sfiducia, e coloro che l’hanno subita. Noi continueremo a batterci per il cambiamento di un partito poco attraente e prigioniero dei notabili”. Ci va giù duro anche Ninni Terminelli: “L’assemblea regionale del PD si e’ chiusa con una tregua ipocrita che nasconde il vero e unico obiettivo di salvaguardare le poltrone della deputazione regionale del partito in vista delle elezioni regionali.Come mai la stessa unita’ non si e’ scelta a Palermo, dove si e’ preferito andare ad uno scontro frontale che ha ridotto il partito al 7 per cento?!”.