Francesco Cascio, presidente dell’Ars, in un’intervista a Repubblica parla di «un partito moribondo, cui nessuno dà la bombola d’ossigeno ». L’allarme di Cascio: «O si fa subito qualcosa, in vista delle Regionali, o un’intera classe politica è destinata all’estinzione». Il presidente dell’Assemblea dice che non si candiderà alla guida della Regione: «Non escludo di tornare a fare il medico».
I vertici nazionali del Pd confermano il rischio di un commissariamento del partito in Sicilia: «Decideremo dopo l’assemblea di oggi. Ma con gli scontri non si va da nessuna parte», dice Davide Zoggia, responsabile Enti locali, uno dei papabili commissari. In palio c’è anche la gestione delle liste elettorali e le deroghe per chi ha raggiunto il tetto dei tre mandati: all’Ars sono in cinque, tra cui Camillo Oddo, deputato del Trapanese.
Il senatore Nino Papania ha fino all'ultimo cercato una mediazione, senza riuscirci. L' esponente della corrente Innovazioni ha dichiarato: «Non credo ci siano più molte speranze di evitare
lo scontro». Quindi oggi ci sarà una votazione sulla mozione di sfiducia al segretario Giuseppe Lupo dall’esito incertissimo.
Papania, aveva offerto ai contendenti la via d’uscita di un coordinamento con quattro reggenti.
Uno per ciascuna area del Pd: Lumia-Cracolici, Innovazioni, Mattarella-Crisafulli, Lupo-D’Antoni.
Il tentativo era quello di recuperare l’unità perduta, rimuovere le scorie delle amministrative e trasmettere ai vertici nazionali un segnale rassicurante. Ma i veti incrociati
impediscono una soluzione: per entrare nel direttorio, Lumia e Cracolici chiedono le dimissioni di Lupo, che però non vuole fare un passo indietro. «Il problema, inutile girarci intorno, è la gestione formale del partito nei prossimi mesi. Quelli in cui — rileva Papania — si procederà alla formazione delle liste elettorali»