Monsignor Plotti e’ nato a Bologna l’8 agosto 1932. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 25 luglio 1959, dopo aver conseguito la Laurea in Teologia Dogmatica presso l’Universita’ Gregoriana e in Teologia Pastorale all’Universita’ Lateranense. Nell’ottobre 1960 e’ stato nominato Vice Parroco della parrocchia romana dei Ss.
Urbano e Lorenzo a Prima Porta e ha svolto tale incarico fino al novembre del 1961, quando e’ stato chiamato come Assistente Ecclesiastico degli studenti alla Facolta’ di Medicina e Chirurgia della Universita’ Cattolica del Sacro Cuore in Roma.
Nel 1972 e’ stato nominato Vicario Economo della parrocchia di Santa Lucia, di cui e’ diventato Parroco il 15 novembre 1973, assumendo inoltre l’incarico di Prefetto della XXXII prefettura nel settore ovest del Vicariato di Roma. Il 23 dicembre 1980 e’ stato eletto alla Chiesa titolare di Vannida con l’ufficio di Vescovo Ausiliare di Roma. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 6 gennaio 1981. Il 7 giugno 1986 e’ stato promosso alla guida dell’arcidiocesi di Pisa e vi ha rinunciato il 2 febbraio 2008.
”E’ un provvedimento estremo che non condivido e non comprendo ma al quale, per la mia fedelta’ al Papa e alla Chiesa, mi rimetto e che vi chiedo di accettare in spirito di obbedienza”. Sono le parole amare con cui il vescovo di Trapani, monsignor Francesco Micciche’, commenta la decisione di Benedetto XVI di sollevarlo dal suo incarico e di commissariare la diocesi nominando come amministratore apostolico monsignor Alessandro Plotti, ex vescovo di Pisa. Proprio la Diocesi di Trapani nei mesi scorsi era stato al centro di un’indagine della Procura su presunti ammanchi di denaro a seguito della fusione di due fondazioni, gestite dalla Curia.
Il vescovo di Mazara del Vallo monsignor, Domenico Mogavero, era stato inviato in visita apostolica per accertare quanto accaduto. Ora Micciche’ si dice vittima di un “complotto, mosso contro di me – spiega in una lettera aperta ai fedeli – e che non aveva solo riferimenti locali nel prete sospeso a divinis ma ha trovato sponde, purtroppo, anche in piu’ alti livelli della Chiesa dove il verdetto contro di me era stato scritto prima di qualsiasi effettiva verifica”. “Come fulmine a ciel sereno in un momento in cui finalmente la verita’ era venuta a galla con la conferma del mio retto agire in Vaticano – spiega il presule -, mi viene comunicato che la Santa Sede ha proceduto alla mia rimozione dalla cura pastorale della Diocesi di Trapani. Nella lettera inviatami dal Nunzio Apostolico in Italia, pero’, non si fa menzione delle motivazioni che stanno alla base del provvedimento adottato”. Insomma monsignor Micciche’ ribadisce che non gli e’ dato “sapere i motivi che avrebbero reso necessario un atto cosi’ platealmente punitivo: motivi che secondo la legge canonica devono essere gravissimi ma che certamente sono falsi”.