La Rosa è stato sospeso il 20 luglio 2010 dopo l’iscrizione al registro degli indagati, assieme ad altri 22 vigili urbani, con l’accusa di omissione d’atti d’ufficio. La vicenda si concluse nell’ottobre scorso con il proscioglimento di tutti gli accusati.
Nell’esposto inviato alla Procura La Rosa sottolinea i motivi per cui il Gip di Marsala lo assolse dalle accuse, evidenziando “l’assoluta correttezza” dell’ex comandante dei vigili “nell’espletamento della propria attività dirigenziale”.
La sospensione di La Rosa allora fu firmata dal segretario Triolo che comunicandogli la decisione - scrive La Rosa alla Procura - “si contestava ai sensi del comma 4 dell'art.55 bis del decreto legislativo 165/2001 la violazione dei doveri di comportamento di particolare gravità che, ove accertati, avrebbero comportato l'applicazione di sanzioni disciplinari; si comunicava che il Segretario Generale avrebbe proceduto ad ulteriori accertamenti a carico del sottoscritto prima di procedere all'adozione dei successivi atti del procedimento disciplinare, a seguito dei quali avrebbe deciso se proseguire l'azione disciplinare ovvero sospenderla in attesa della conclusione del procedimento penale; in applicazione dell'art.8 del CCNL dirigenti enti locali, nelle more degli espletamento di ulteriori accertamenti disponeva la sospensione dal servizio per giorni trenta a decorrere dalla notifica del provvedimento, riservandosi l'eventuale assunzione di ulteriori provvedimenti che si dovessero rendere necessari”.
La Rosa è stato comandante della Polizia Municipale di Marsala dal 1973 al 2010 e all’epoca il suo mandato era prossimo alla scadenza naturale, essendo vicino al pensionamento ed avendo ancora delle giornate di ferie da godere prima di mettersi a riposo. “La sospensione – scrive La Rosa - si è rivelata inutile, raggiungendo di fatto, quale unico obiettivo, quello di avere gettato una macchia indelebile in calce ad una carriera di pubblico Ufficiale fedele, competente, efficiente ed onesto”. Sempre nella lettera inviata alla Procura l’ex comandante La Rosa scrive che la sospensione sarebbe stata firmata da Triolo, ma su espressa richiesta del sindaco Carini “per effettuare ulteriori accertamenti”. Ma a La Rosa non risulta che in quei 30 giorni il segretario generale abbia fatto le indagini interne per verificare la fondatezza delle accuse. E ha anche evidenziato che lo stesso trattamento non è stato riservato ad altri dirigenti accusati come lui dello stesso reato. Per tutte queste ragioni La Rosa ha chiesto alla Procura quale sia stato il vero scopo della sua sospensione: “Mi viene spontaneo pensare che la sospensione in questione sia stata lo strumento del quale il Segretario generale ed il Sindaco si sono avvalsi per impedirmi, sulla base di concrete motivazioni che ancora oggi sfuggono alla mia intelligenza, di riprendere le mie funzioni dirigenziali dopo un breve periodo di ferie”.
All’esposto presentato in Procura dall’ex comandante non si è fatta attendere la risposta del sindaco Renzo Carini e del segretario generale Triolo. “È assolutamente privo di fondamento” scrivono Carini e Triolo, “non abbiamo nulla da temere dallo svolgimento delle doverose indagini da parte dell’autorità giudiziaria”. Carini e Triolo hanno riportato che il provvedimento di sospensione è stato anche portato davanti il Giudice del lavoro di Marsala senza alcun esito. A loro difesa sindaco e segretario generale riportano la decisione del giudice secondo cui “non è invece condivisibile la tesi, sostenuta dal ricorrente (La Rosa) in modo del tutto generico e privo di riferimenti specifici a fatti e circostanze, che collega alla emissione del provvedimento una lesione della sua immagine, atteso il contenuto del tutto neutro dello stesso, diretto a motivare in maniera oggettiva e priva di riferimenti offensivi, allusivi o altro, in ordine alle ragioni giuridiche e di fatto che giustificavano l’adozione della misura cautelare della sospensione...la esaustività del provvedimento adottato dal segretario generale del comune di Marsala…comunicato al ricorrente...contiene la specifica indicazione delle ragioni della sospensione in vista degli ulteriori accertamenti da eseguire…”. Alla fine in quell’occasione il Giudice del lavorò rigetto il ricorso dell’ex comandante dei vigili urbani condannandolo a pagare le spese legali, “1.300 euro che ancora non sono stati versati”. Secondo Carini e Triolo, inoltre, La Rosa sarebbe stato a conoscenza “dell’avvenuto svolgimento degli approfondimenti necessari all’assunzione della decisione di sospendere o meno il procedimento disciplinare nei suoi confronti, in attesa dell’esito del procedimento penale”. Per il sindaco e il segretario generale anche la questione della disparità di trattamento con altri dirigenti è stato oggetto di approfondimenti da parte della commissione consiliare “trasparenza” e dal consiglio comunale. Carini e Triolo concludono dicendo che “la gravità delle accuse porteranno in essere tutte le azioni (civili e penali) utili a tutelare la nostra onorabilità, in qualità di pubblici ufficiali”.