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16/05/2012 06:10:09

Crac dell'Hotel delle Palme, chiesti 4 anni per Cipriani. Nuova udienza per Correra (truffa), questioni preliminari per Foderà (lesioni)

Il processo si tiene con il rito abbreviato. La vicenda è molto articolata, perchè Cipriani avrebbe raggirato i fratelli Hopps di Marsala, a loro volta finiti nei guai con la giustizia per una serie di contributi percepiti - secondo gli investigatori - indebitamente per l'avvio di alcune attiività turistico - alberghiere. Gli Hopps finirono in cattive acque, e nel 2006 decisero di vendere due alberhi, l'Hotel delle Palme di Marsala e l'Hotel Vecchio Borgo di Palermo. Cedettero anche le quote delle società Hopps Travel e Società Turistica Alberghiera a Cipriani. Il quale si era impegnato entro 6 mesi ad azzerare i debiti degli Hopps, che erano di circa cinquemilioni di euro. Ebbene, secondo le indagini, Erasmo Cipriani, non solo non saldò i debiti con le banche, ma al momento dell'acquisto si servì di un prestanome, Giancarlo Frabbri, sempre di Roma. I due alberghi vennero ceduti per cifre irrisorie, appena 100.000 euro, peraltro mai versati, alla società "Partecipazioni Alberghiere Friulane" il cui amministratore era Antonio Amato, pregiudicato per traffico di droga e poi deceduto.

Nel 2008, inoltre, l'Hotel delle Palme fu ceduto, per l'accusa fittiziamente, alla «So.c.im. 2000» di Antonio Onorati, mentre l'albergo palermitano alla Rinascimento Hotels, il cui legale rappresentante era Maria Caterina Scaduto, figlia del presunto boss mafioso di Bagheria.
Un giro di compravendute il cui scopo, secondo la Gdf della Procura, sarebbe stato quello di portare al fallimento le società Hopps Travel e Sta. Che infatti fu dichiarata fallita nel maggio 2010.

L'Hotel delle Palme ha chiuso nel 2010. Sorge sulla Via Trapani. Abbandonato, è alla portata di vandali e ladri. Lo scorso Aprile due persone sono state arrestate proprio mentre tentavano di entrare nell'edificio per rubare mobili ed elettrodomestici. L'Hote fa parte di una esecuzione immobiliare posta dal Tribunale Civile di Marsala. Lo stesso immobile da oltre sei mesi era stato più volte oggetto di furti con asportazione di quadri, televisori, attrezzatura da cucina, personal computer ed altro ed il Tribunale, il 5 marzo scorso, ha affidato ad un servizio di vigilanza privato la tutela dell'edificio posto sotto sequestro.

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Sempre a Marsala ieri è cominciato, con una serie di eccezioni procedurali sollevate, il processo (siamo in fase di udienza preliminare) che riguarda un appuntato della Guardia di Finanza, Biagio Foderà, di 38 anni, mazarese, accusato di aver picchiato la moglie, Antonia Castelli, procurandole la rottura della milza. Il reato ipotizzato è lesioni personali gravissime.   La donna, però, afferma di essersi fatta male accidentalmente, ma cambiando versione sulla dinamica. Al Pronto soccorso dell’ospedale di Mazara, il 12 gennaio 2010, disse di essere caduta sul pavimento del terrazzo della sua abitazione mentre stendeva i panni, mentre al pm che l’interrogò dichiarò di essere caduta dalle scale. A ribadire la tesi dell’accidentalità i familiari (genitori e fratelli) di Antonia Castelli. Ma dalle intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze del nucleo familiare, gli investigatori (sezione di pg della Finanza della Procura) hanno tratto la convinzione che a provocare quelle gravi lesioni alla donna sarebbe stato il marito.
Per favoreggiamento, è stato chiesto il giudizio di sei parenti di Foderà, accusati di aver cercato di coprire le responsabilità del militare.
Ieri, per alcuni è stata sollevata eccezione di incompetenza territoriale e preannunciata richiesta di rito abbreviato per tutti, tranne che per Foderà (difeso dall’avvocato Giovanni Lentini).

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Riprende oggi a Marsala il processo per l'imprenditore Antonio Correra, imputato per truffa.
L’inchiesta, avviata a seguito di un paio di denunce, è della sezione di pg della Guardia di finanza.
I fatti sono relativi al periodo 2008-2009. Correra è difeso dall'avvocato di Castelvetrano Francesco Messina. Nella qualità di amministratore della Kemical Green avrebbe commissionato nel novembre del 2008 alla società "Fratelli Lo Porto" una fornitura di concime, pagando con sei assegni scoperti per un totale di 300.000 euro. Nella sua denuncia la "Fratelli Lo Porto" sostiene che Correra, da rivenditore, ha comunque venduto la merce acquistata a terzi, senza pagare in alcun modo la società. Quando la società ha inoltrato richiesta di pagamento Correra ha risposto inviando il provvedimento del Prefetto del 21 ottobre 2008 che lo indicava come vittima del racket e dell'usura. Tra i benefici previsti da questo status c'è anche quello della "sospensione dei termini di pagamento" verso i fornitori dell'imprenditore - vittima. Da qui scatta la denuncia per truffa, perchè Correra avrebbe dovuto informare la ditta della sua particolare condizione, che era pregressa all'ordine.

 

 



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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