Lo scrive don Francesco Fiorino, presidente della Fondazione diocesana San Vito-Onlus nella lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. Don Fiorino ieri, dopo l’ennesimo sbarco di clandestini a Mazara del Vallo, ha scritto a Napolitano e alla Cancellieri. «In questi giorni si sta dimenticando la storia italiana e in particolare quella siciliana e dell’intero meridione d’Italia. Ci riferiamo alle diverse storie di siciliani e meridionali che hanno dovuto emigrare e sono diventati allora - anche loro con molta fatica e versando lacrime - “immigrati” e “stranieri”. Sul fenomeno dell’immigrazione al quale stiamo assistendo, nessuno ci inganni e travisi la realtà: quegli uomini migranti - e sono la stragrande maggioranza di essi - sono persone che cercano di vivere lavorando onestamente e che aspirano alle gioie che il buon Dio ha donato a tutte le sue creature». E don Fiorino scrive ancora: «I periodici sbarchi nel nostro territorio richiedono strutture di prima accoglienza adeguate alla dignità delle persone migranti e alla sicurezza delle comunità locali. Si propone che al più presto si utilizzino i beni confiscati alla mafia (ad oggi inutilizzati) e le aree militari dismesse per realizzare i centri permanenti d’accoglienza». E Fiorino lancia una proposta: «La maggior parte delle imbarcazioni che arrivano nelle nostre coste provengono dalla vicina Tunisia. Si convochi a Mazara del Vallo, nella prossima estate, una Conferenza bilaterale italo-tunisina per prevenire le tante vittime delle traversate tra le due sponde del mediterraneo e per trovare giusti e fattibili accordi per indirizzare i flussi migratori tra i due Paesi». Fiorino così conclude la missiva: «L’attuale legislazione italiana sull’immigrazione va modificata. In particolare attualmente le vie legali e “serene” di ingresso per lavoro vengono ristrette e rese inutilmente difficili. Quando per esempio si è soppressa la sponsorizzazione per inserimento nel mercato di lavoro, si è azzerata la possibilità di incontro diretto tra domanda e offerta».