Cosi' il leader di Grande Sud Gianfranco Micciche', ribadisce a un quotidiano la sua intenzione di candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana, dopo i risultati delle amministrative. "Grande Sud e' forte oggi quanto il Pdl e ha tutto il diritto di esprimere il prossimo candidato alla presidenza della Regione, che sarei io", afferma ancora Micciche'.
BERSANI. In Sicilia ''si e' esaurita la fase politica di Lombardo. Il gruppo dirigente siciliano del Pd deve lavorare per avere al piu' presto elezioni''. Lo afferma il segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani in un'intervista a Repubblica ribadendo, in vista del ballottaggio tra Orlando e Ferrandelli per l'elezione del sindaco di Palermo, che ''il candidato e' Ferrandelli. Se decidi di fare le primarie le rispetti''.
Il voto di Palermo, che segna la sconfitta dell’asse Cracolici-Lumia, riconsegna il pallino a quanti, fra i democratici, vogliono costruire un’alleanza partendo dal centrosinistra classico, con Sel e con l’Idv di Orlando. Ma i filo-governativi resistono. In bilico c’è anche la segreteria regionale: Giuseppe Lupo ha affermato «di non aver mai parlato di dimissioni» e aspetta di verificare con l’assemblea del partito, il 27 maggio, una linea che lui considera «vincente». «Le parole del segretario non hanno bisogno di essere interpretate», afferma l’ex leader della Cisl, Sergio D'Antoni. «Dopo i ballottaggi dobbiamo pensare a un’alleanza che tenga conto del risultato di Palermo ma che apra anche alle forze moderate». Il problema è come superare i veti incrociati che impediscono a Idv e Mpa di stare sullo stesso fronte. Lupo, che ha un canale aperto con Idv, è chiaro: «La priorità è il centrosinistra». D’Antoni è diplomatico: «Sono garantista ma credo che molto dipenderà dalla vicenda giudiziaria di Lombardo. L’aggravarsi della sua posizione, che crea imbarazzi e polemiche anche in vista dell’anniversario della strage Falcone, porrà il Pd di fronte a una scelta quasi obbligata». In realtà, il piano di quest’ala del partito è quello di sostituire un Terzo Polo messo in liquidazione da Casini con l’Udc. Il segretario D’Alia non chiude la porta: «A giugno parleremo di alleanze. Siamo stati all’opposizione sia di Prodi che di Berlusconi. E oggi non diciamo no al Pd: ma il Pd è quello che ha sostenuto il disastroso governo Lombardo? E non diciamo no a prescindere al Pdl: ma è quello di Cammarata?» Le affermazioni di D’Alia non scoraggiano gli antilombardiani del Pd. L’Udc, peraltro, ha poca voglia di riproporre un patto con il Pdl che non ha avuto fortuna a Palermo. E c’è chi, dentro il Pd, pensa che un buon collante possa essere l’offerta della candidatura alla presidenza della Regione a D’Alia o a un altro nome gradito allo scudocrociato: «È un’ipotesi da non scartare», dice il senatore Nino Papania, esponente di Innovazioni. Ma alla presidenza della Regione, con una coalizione siffatta, aspira anche D’Antoni. Lombardo non è il demonio.