Ha vinto un concorso interno bandito lo scorso mese di gennaio dall'Assessorato regionale ai Beni culturali e alla identità siciliana ed è tornato a ricoprire l'incarico di sovrintendente del Mare che aveva lasciato nell'agosto 2010, quando gli era stata affidata la dirigenza della Sovrintendenza del nostro capoluogo di provincia a capo della quale, attualmente, vi è una reggente: l'architetto Paola Misuraca.
«Il bilancio della mia permanenza a Trapani - dice - è molto positivo. Per fare un esempio con la mia direzione la Sovrintendenza della città falcata è l'unica in Sicilia ad avere completato l'istruttoria inerente alla istituzione in provincia dei parchi archeologici che in tutto saranno quattro. Si tratta di quelli di Pantelleria, Mozia-Marsala, Selinunte Cave di Cusa e Segesta. Così come richiesto dall'Assessorato regionale ai Beni culturali, in accordo con i direttori dei parchi e con i Comuni interessati, è stata effettuata la perimetrazione dei siti ed è stato redatto il relativo regolamento. Sono soddisfatto di quanto è stato fatto nel Trapanese ma sono voluto tornare alla Sovrintendenza del mare perchè, avendo contribuito a crearla, ho sentito come un dovere il fatto che dovesse recuperare quello sprint che nell'ultimo anno e mezzo aveva perduto".
Tusa ha comunicato la notizia sulla sua pagina Facebook, qualche giorno fa, con un'immagine che riportava anche un suo comunicato.
Per il momento non si sa chi potrà sostituirlo a Palazzo Milo. Per trovare un nuovo sovrintendente dovrà essere bandito un atto di interpello. Palermitano, 60 anni il prossimo 2 agosto, una laurea in Lettere, con tesi in paletnologia, conseguita all'Università romana "La Sapienza" con 110 e lode, un diploma di perfezionamento in archeologia orientale, incarichi di docente e coordinatore scientifico ricoperti in varie parti d'Italia e all'estero dove ha diretto missioni e ricerche archeologiche, autore di centinaia tra monografie e saggi scientifici e divulgativi, Sebastiano Tusa se ne è andato con un bilancio più che positivo dell'attività svolta nel Trapanese, territorio che conosce benissimo grazie al fatto che suo padre Vincenzo per un ventennio, a partire dagli anni Sessanta, fu sovrintendente alle Antichità della Sicilia occidentale. Da lui, che fu tra i "padri" dell'archeologia subacquea italiana ed europea, Sebastiano Tusa ha ereditato anche l'amore per il mare che ora lo ha riportato alla guida della Sovrintendenza che ha contribuito a creare nella prima metà degli anni Duemila.
«La Sovrintendenza del Mare - dice Tusa - cercherà di dare nuovo impulso alle ricerche in tutta la Sicilia. Per questo riprenderemo a lavorare con l'associazione americana con cui abbiamo consolidato i rapporti da anni e proporremo una convenzione con l'Università statunitense della Pennsylvania. Rilanceremo, a Palermo, i mercoledì di Palazzo Mirto che avevano subito un fermo e riprenderemo le ricerche anche nel mare del Trapanese. Per fare tutto ciò servono però le somme necessarie. La loro mancanza non ci spaventa e spero di trovarle attraverso gli sponsor e condividendo i progetti con gli enti locali. Tra i finanziamenti che chiederemo ci sarà quello relativo al recupero, a Valderice, del relitto Grillo». Il relitto di nave romana, individuato con il nome del sub che lo ha scoperto: Battista Grillo, risale al IV-V secolo dopo Cristo, è lungo oltre 10 metri ed è stato trovato nell'aprile 2008 in un fondale di Bonagia (nelle vicinanze del villaggio Anna Maria) profondo circa 4 metri e distante dalla costa 150 metri. Lo scorso anno, proprio la Sovrintendenza del mare, coordinò le operazioni relative al suo studio e che portarono al prelievo di alcuni campioni e alla fine alla sua copertura con del tessuto geotessile, fissato al fondo con dei sacchetti colmi di sabbia in modo da proteggerlo e metterlo in sicurezza.
A Pantelleria la Sovrintendenza del mare andrà invece alla ricerca della nave, probabilmente cartaginese, che trasportava il tesoretto di monete ritrovato lo scorso anno a Cala Tramontana. A giugno 2011 furono trovate circa 600 monete bronzee del terzo secolo avanti Cristo che dopo due mesi superarono il numero di 3mila. Tutte recavano da un lato l'effige della dea Tanit con l'acconciatura sostenuta da una corona di grano e dall'altro una testa di cavallo che guarda a destra, elemento che potrebbe essere determinante per l'attribuzione della zecca.
Nel mare antistante la costa di Triscina si cercherà la nave bizantina che trasportava la stadera recentemente ritrovata e che per lo storico dell'architettura Angelo Curti Giardina ha «una particolarità mai riscontrata su altri strumenti di misura coevi. Infatti reca la croce patente, simbolo cristiano che ne attesta la provenienza da un relitto mercantile di probabile origine bizantina. Inoltre, sarebbe da annoverarsi forse come unico esempio di stadera bizantina di mirabile fattura ancora leggibile nella sua interezza, sia nei curatissimi particolari, sia nell'espressione tutta "romea" - ossia dell'impero bizantino - delle stesse cifre incise sulla leva graduata a due scale e a bracci diseguali, oppure ancora nel cosiddetto romano rappresentante il mezzo busto della dea Minerva, scelta come simbolo mitologico della ponderazione, dell'uguaglianza, del giudizio, della ragione e della moderazione, oltre ad essere assurta - presso i romani - come protettrice del commercio». A poche centinaia di metri dal litorale di Torretta Granitola, in un fondale di circa otto metri, dovrebbero essere portate avanti le ricerche di un elefante fossile di cui lo stesso Tusa alcuni anni fa trovò le prime tracce.