Un trend impressionante, con un incremento rispetto al primo trimestre del 2010 dello 0,4%, ma, soprattutto, un +36,6% rispetto ai primi tre mesi del 2009, cioè quando la crisi economica aveva cominciato a far registrare i primi effetti e le prime conseguenze. I dati sono quelli che emergono dall’Analisi dei fallimenti in Italia realizzata da Cribis D&B. La Sicilia, che con 151 fallimenti fa registrare quasi due abbandoni al giorno.
Dal 2009 al 2012 il trend dei fallimenti nella penisola mostra un evidente e costante aumento: dalle 2.202 chiusure registrate nel primo trimestre 2009, infatti, si è passati ai 2.825 casi del primo trimestre 2010, ai 2.988 del primo trimestre 2011, fino ai 3.001 rilevati al 31 marzo scorso. Dal 1 gennaio 2009 alla rilevazione attuale in Italia sono state complessivamente 35.839 le imprese che hanno portato i libri in Tribunale dichiarando fallimento.
Nel 2009 i fallimenti in Sicilia erano stati in tutto 1890.
Ma è molto interessante andare a cercare nel rapporto anche quali sono i settori più colpiti.In testa c’è il settore delle costruzioni e dell'edilizia. Poi vengono installatori, commercio all'ingrosso, il settore immobiliare, il trasporto, i ristoranti e i bar.
LA CRISI E LE FAMIGLIE. Secondo una ricerca regionale delle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) il 56,8% delle famiglie siciliane definisce non sufficienti le risorse economiche a disposizione, nel 1993 erano il 49,3%Per la ricerca delle Acli regionali e’ crisi anche per le politiche sociali.Nel 2010 le famiglie a rischio di poverta’ superavano i 2 milioni ed il 67% erano residenti nelle regioni del Mezzogiorno. Ad oggi soltanto in Sicilia la poverta’ raggiunge il 27%, un valore questo inferiore solo a quello della Basilicata che arriva al 28%. Anche le risorse destinate al sociale nel corso degli anni sono diminuite progressivamente, in termini di Fondi europei circa il 9% e’ destinato alle politiche sociali. Poche risorse economiche, ma tanti volontari ed associazioni in Sicilia, infatti sono 246 mila i volontari,tra i cui 64 mila le persone che svolgono attivita’ gratuita per le associazioni nell’isola.