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27/04/2012 16:32:48

Scrive Angela Guercio, sull'attuale situazione politica a Marsala e sulla campagna elettorale

 vide il mio genio e tacque; 
quando, con vece assidua, 
cadde, risorse e giacque, 
di mille voci al sònito 
mista la sua non ha: 
vergin di servo encomio 
e di codardo oltraggio, 
sorge or commosso al sùbito 
sparir di tanto raggio 

A.   Manzoni, Cinque Maggio

 

Mi si perdonino le citazioni, ma ”il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta”( Pascoli, Il fanciullino)

Intendo dire che molte volte, nelle varie vicende che hanno costellato la vita del PD a Marsala, e che mi hanno coinvolto fino a trovarmi parte della segreteria, ho sentito l’impulso di parlare, di manifestare il mio pensiero, ora il mio entusiasmo, ora le mie perplessità, ora le mie critiche, ma ho aspettato per non fare la Cassandra, né dare giudizi affrettati, adesso però sento il bisogno di fare alcune riflessioni a voce alta per condividerle con tutti coloro che, come me, hanno creduto nella nascita di questa “nuova” entità politica, hanno nutrito speranze ed ora in modo proporzionale sentono altrettante delusioni.

Ho già avuto occasione di denunciare che in effetti il PD non è mai nato, o meglio, è stato nella mente e nelle intenzioni degli esponenti della ex Margherita e dell’ex DS, una fusione di due partiti che, viste le direttive nazionali, sono stati costretti a diventare una cosa sola.

Dalle primarie per la nascita del PD  fino alle vicende più recenti ho sempre sentito parlare di quote DS, quote Margherita e società civile, quest’ultima connotata dai “grandi strateghi”, che si vantano di essere politici, come una sorta di intrusi, incompetenti, dilettanti e perfino responsabili di aver distrutto il partito.

A sostegno della mia tesi a proposito della mai avvenuta nascita di un nuovo soggetto politico , basta, credo, guardare a quello che oggi è il PD di Marsala: un partito commissariato, i cui commissari sono l’ex segretario dei Ds e un consigliere della ex  Margherita, dopo la sfiducia della segretaria, esponente della cosiddetta società civile.

A proposito di questa definizione, pronunciata dai politici con una connotazione dispregiativa, in effetti mi chiedo se abbiano mai riflettuto sul fatto che, chi l’ha coniata, abbia voluto sottolineare l’equazione politico =  non civile!

Il PD non è un soggetto politico, e non è un partito libero qui a Marsala, è ostaggio della segreteria provinciale, che decide e manovra gli esponenti locali, i quali o non si rendono conto di essere manovrati o stanno lì , ai posti che i “capi” attribuiscono loro, ubbidienti e schierati come soldatini, piegando la schiena, perché hanno un loro tornaconto.

Poltrone, promesse, inciuci: ma dove sono i cervelli, le menti, gli animi, gli ideali, le ideologie?

Possibile che nessuno pensi, che nessuno di costoro abbia un sussulto di orgoglio?

Possibile che un partito di opposizione non sia stato in grado di esprimere una candidatura propria, che abbia avuto bisogno di ricorrere alla candidatura dell’on. Adamo, che ha migrato dalla giunta Lombardo , al PDL, poi all’UDC ed ora diventa il candidato sostenuto dal PD?

 Il passaggio da un partito ad un altro, se frutto di meditazione, di maturazione, di riflessione, è cosa non solo legittima, ma indice di crescita: ma questi balletti a me sembrano francamente dettati da opportunismo, attaccamento ad un potere vissuto e sentito non come servizio alla collettività, ma come interesse privato.

Possibile che dopo cinque anni di gestazione questo partito, ritornato nella forma pre PD, non  sia riuscito a proporre un nome, un candidato che ne fosse espressione?

 Taccio su vicende note a tutti e mi soffermo piuttosto su piccoli particolari meno noti, ma illuminanti.

Ho sentito un’attuale dirigente del PD, allora Margherita, inveire contro G. Adamo, quando costei sosteneva la candidatura a sindaco di Carini; leggende metropolitane raccontano di un corteo con in testa la ex presidente della provincia che inveiva contro gli avversari dopo una vittoria elettorale.

Ebbene ora proprio la vicesegretaria provinciale del PD ha sostenuto in un recente articolo la necessità dell’accordo con l’UDC.

Ma è possibile, mi chiedo, che gli attuali dirigenti del PD di Marsala siano così supini, così privi di capacità di discernimento, e, ciò che è più grave, non siano capaci di intercettare le richieste della base?

E’ possibile non cogliere i malumori, la sfiducia della gente, che pensa e che vota liberamente, nei confronti di una classe politica che è abbarbicata alle poltrone, che non è capace di autocritica, che si ostina ad imporre ai cittadini candidati vecchi non solo e non sempre anagraficamente, ma nel modo di pensare e di vivere ruoli di responsabilità, senza curarsi minimamente dei bisogni e degli interessi della collettività?

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

 

Questo documento, non è il discorso di in pericoloso comunista, né la farneticazione di esponenti inesperti della società civile, ma è un esempio di grande ed alto sentire, di una grande civiltà, storicamente passata, ma attuale nel disegno di un’organizzazione civile, moderna, scevra da privatistici ed angusti fini, tesa al soddisfacimento degli interessi della polis, della collettività, ispirata ad una visione nobile e lungimirante di gestione della cosa pubblica. Io proclamo che Atene sia ancora scuola, la scuola dell’ Italia, di un universo forse che si è perduto dietro falsi miti, falsi valori, dietro particolarismi e protagonismi mascherati gli uni con la generosa facciata dell’esperienza come risorsa irrinunciabile, gli altri, cavalcando l’onda del bisogno di nuovo, ma in realtà tesi entrambi ad affermazioni personali per gestire poteri a fini personali.

Ho sbagliato anch’io, ho sbagliato doppiamente perché ho creduto nella nascita di un nuovo soggetto politico, il PD, e perché ho creduto in un progetto generoso, nuovo, incarnato da chi, se pure nell’intento di epurare il PD ed inaugurare una nuova stagione politica, si è lasciato irretire dai meccanismi di quella  vecchia politica, non esitando a praticarla.

Io riconosco il mio errore e mi dissocio con onestà intellettuale ed umiltà da questo PD, nella certezza di sentirmi democratica secondo quell’immagine, di certo più nobile e più alta di militanza, passata, ahimè, di moda, forse utopistica, ma nella quale io vedo l’unica via d’uscita da questa crisi politica, economica, morale, che sta rendendo così difficile la vita a tutti e sta soffocando l’avvenire dei nostri giovani, che ben altro meriterebbero.

Io sogno la nascita di un movimento di opinione, che raccolga intorno a sé gente onesta, coraggiosa, non soltanto nel denunciare, ma anche e soprattutto nel costruire, lontano da sigle e  da logiche partitiche utilitaristiche, nuovi programmi di gestione della città, un nuovo soggetto politico che sappia incarnare, sulla scorta del manifesto di Pericle e nel rispetto dei principi della nostra Carta costituzionale, quella politica nobile, indispensabile, quella si, al bene collettivo.

Sogno una politica in cui ciascuno si senta partecipe, responsabile e protagonista, in cui l’unica logica a prevalere sia il bene collettivo, non quello personale, in cui il sano confronto dialettico riesca a produrre scelte consapevoli ed atti conseguenti, in cui si stabiliscano modelli di città e di civiltà e si operi in funzione della loro realizzazione e non della realizzazione di singole individualità.

Sogno una politica “senza soldi”, una politica che faccia della forza delle parole e dei fatti la sua vera, unica, inesauribile risorsa.

Sogno una politica che esca fuori dalle logiche anguste e ormai logorate che  si connotano nella Destra o nella Sinistra: la buona politica, quella che promuove il merito, che privilegia l’onestà, il rispetto delle regole, il bene di tutti e non gli interessi di pochi, non ha colori, o almeno non ha questi colori, è democrazia vera, nell’accezione più letterale del termine.

Mentre si delineano nella nostra città coalizioni che rispondono solo al raggiungimento di fini utilitaristici e all’ attaccamento a posizioni di privilegio, a cui i nostri politici locali mostrano con evidenza di non voler rinunciare, anche a costo di vendere la loro dignità, qualora ne abbiano ancora una, in un momento di indignazione e di slancio ho sognato anche di proporre  una lista civica, fatta di gente libera, seria, di quella gente alla quale mi sto rivolgendo, affinché questo movimento non sia tacciato di idealismo utopistico, di criticità negativa e distruttiva, di incapacità di operare e di essere anche positivi e propositivi, perché abbiamo il coraggio di mostrare che ci siamo, ci crediamo, siamo tanti e non siamo in vendita.

Non c’è stato il tempo, però, per preparare liste per questa tornata elettorale, ma ciò non deve e non può impedirci di far sentire che esistiamo ed abbiamo intenzione di creare, non un partito, ma un gruppo che veglierà sull’operato di coloro che prenderanno le redini della nostra città, che non esiterà a denunciare, che non si limiterà però solo ad una critica negativa, ma elaborerà, avvalendosi di esperti seri e interessati solo alla crescita ed al bene della città, progetti per il suo sviluppo,  che darà vita ad un nuovo modo di fare politica e che si preparerà a competere sul terreno elettorale, fra cinque anni.

Per il momento credo sia indispensabile rendere noto che, se non andremo a votare non è per qualunquismo, né per disinformazione, ma perché nessuno dei candidati incarna la nostra idea di politica.      

Per questo invito tutti coloro che condividono le mie idee, tutti coloro che fanno parte, a ragione, del partito al momento più forte, quello degli astensionisti, a rispondere a questo appello, affinché ci si possa contare, ci si spenda insieme, banditi personalismi e protagonismi, su un piano innovativo e paritario, si  faccia sentire la nostra voce e il nostro peso, si tirino fuori  dalle tasche le nostre mani  inutilmente pulite, se non utilizzate per dar vita a qualcosa di veramente utile per la società.

 

Angela Guercio

 

 

 



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