Tra le norme impugnate la proroga generalizzata del personale precario, in violazione del principio della “razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica”. Bocciata anche la norma che trasforma i rapporti di lavoro da tempo determinato a indeterminato. Secondo il Commissario dello Stato il fatto che il personale in procinto di essere stabilizzato senza alcuna prova selettiva sia stato a suo tempo assunto con contratto a tempo determinato, sulla base di un concorso pubblico, “non offre adeguate garanzie della sussistenza della professionalità necessaria per il suo stabile inquadramento nei ruoli degli enti locali”.
Bloccata anche la previsione che introduce un “regime preferenziale” sotto il profilo degli emolumenti per i dirigenti esterni alla pubblica amministrazione, in contrasto con la regola che “il trattamento economico fondamentale e accessorio è definito dai contratti collettivi”. Bocciata anche la possibilità di un mutuo da 558 milioni di euro.
Aronica ha posto il veto anche sull’accantonamento negativo in bilancio di 192 milioni, che il governo prevedeva di coprire con gli introiti derivanti dalla valorizzazione degli immobili della Regione. Intanto, il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ha annunciato in Aula che il parlamento potrebbe essere costretto a riunirsi già nel pomeriggio di oggi per correre ai ripari dopo le decisioni del Commissario dello Stato.