In eredità l’ebbe il suo nipote prediletto Salvatore Miceli, che con lui compì l’apprendistato ( “followed in the footsteps of his grandfather local Mafia boss Salvatore Zizzo”, “segue le orme del padrino mafioso locale” si legge nel rapporto di polizia venezuelano quando venne tratto in arresto). I circa 70 ettari sovrastati da un baglio, accovacciato come una sonnecchiante aquila e da cui si può ammirare il lussureggiante bosco di Montagna Grande e dominare la suggestiva vallata che si spinge a vista d’occhio fino a Trapani, dopo un estenuante iter burocratico iniziato nel lontano 1987, vengono confiscati al boss Salvatore Miceli e alla moglie Veronica Dudzinski. A questo punto, come tutto ciò che ha a che fare con le sicule cose, la matassa s’ingarbuglia. Per capire di cosa parliamo, riteniamo a questo punto necessaria una breve cronistoria. Anche se alcuni passaggi ci risultano ancora oggi poco comprensibili. Sappiamo che dopo qualche anno, avviene il trasferimento al patrimonio del Comune di Salemi. Siamo nel gennaiodel 2007. L’amministrazione del tempo presieduta da Mastrantoni impiega quasi un anno sul da farsi. E cosi il 16 novembre del 2007 manifesta l’intenzione di affidare il bene alla gestione della «Fondazione San Vito Onlus», quella di don Fiorino, per intenderci. Senza però stranamente procedere alla consegna materiale del fondo. Evidentemente una decisione non priva di sofferenza forse perché a qualcuno la decisione non garbava così tanto. E i fatti che poi si sono succeduti, potrebbero confermare i nostri dubbi. Nel luglio 2008 subentra il periodo di Sgarbi. Trascorre circa un anno mezzo nella più completa immobilità, fino a quando la giunta di stampo “rivoluzionario fiumano” nel dicembre del 2009 affida i terreni all’Aias che s’impegna a realizzare un «Centro di riabilitazione fisica» e alla «Fraternita della Misericordia», che invece avrebbe dovuto realizzare un’azienda agricola. Non se ne fece nulla. Si sentì parlare anche di “Slow Food”, ma l’organizzazione di Pedrini richiedeva la presenza anche di “Libera”. L’Associazione di don Ciotti era pronta a prenderli in gestione, cosi come aveva fatto con molti fondi confiscati alla mafia nella vicina Castelvetrano. Niente. Nemmeno questa ipotesi fu seguita. Si capirà solo dopo la pubblicazione delle intercettazioni dell’operazione di polizia “Salus iniqua” chi era a dettare il veto. Una cosa è certa. Sgarbi sapeva perfettamente che di quel terreno doveva occuparsene in prima persona. Sapeva che era una competenze del comune. E infatti, appena insediatosi, una delle prime cose che fece fu di prendere in mano la patata bollente. Accompagnato dal solito battage mediatico, si premurò a pubblicizzare con tutti i mezzi la visita fatta a Masseria Vecchia. Un sopralluogo insieme ad assessori, funzionari e al maresciallo dei carabinieri Teri. Lo stesso che sarà poi oggetto di attacchi violentissimi, reo, secondo l’ex sindaco, di avere contribuito all’indagine di polizia che ha portato in seguito allo scioglimento del Comune per mafia. Ed è proprio in questa indagine che è finita una telefonata intercettata nel corso della quale si sente dire che “a quelli di don Ciotti no”. Insomma. A quelli dell’associazione “Libera” non doveva andare, e poco importava se l’associazione “Slow Food “ aveva posto come condizione che ci fosse stata anche “Libera”. Non solo. Nella stessa telefonata si apprende che l’ex deputato democristiano Pino Giammarinaro, avrebbe voluto affidare il terreno all’Aias. Forse perché, quanto pare, tra il presidente di questa Associazione, tale Lo Trovato, e Giammarinaro e il presidente dell’Aias ci sarebbe una ottima e antica amicizia. Fino a quando Vittorio Sgarbi, a sorpresa, nel novembre del 2010revoca l’assegnazione all’Aias e all’associazione «Fraternita della Misericordia» di Alcamo e Castellammare i terreni confiscati al boss mafioso Salvatore Miceli.
Entrambe non hanno mai utilizzato questi terreni, senza peraltro spiegarne i motivi. Sarebbe stato il Comune a promuovere la costituzione di una cooperativa agricola cui affidare la gestione dei terreni. Ma anche di questo non se ne fece nulla. Con quanta soddisfazione di Salvatore Miceli, è facile intuirlo. Immobilismo che ha scatenato intanto una duplice reazione. Da una parte l’agenzia nazionale dei beni confiscati. Prendendo una decisione inedita, ha revocato la consegna del terreno di Masseria Vecchia al Comune di Salemi. Cosa che fece dichiarare a Sgarbi che a causa della crisi economica“non trovi nessuno disponibile ad accettarenonostante i ripetuti tentativi del Comune. Per questo plaudiamo all’iniziativa dell’agenzia di assumersi direttamente l’impegno di assegnare i terreni confiscati a chi sia in grado di occuparsene”. E dall’altra il ricorso al Tar di Palermo contro la revoca da parte dell’Aias e della «Fraternità della Misericordia». Ricorso accolto dal Tribunale Amministrativo. Decisione che però non permette alle due Associazioni di rientrarein possesso delle aree. Nel frattempo, infatti, l’”Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzataha decisodi annullare il provvedimento con il quale ne aveva disposto, 4 anni prima, il trasferimento al patrimonio indisponibile del Comune di Salemi. Unasituazione paradossale, tipica di questa terra pirandelliana. Il legale delle due Associazioni,l’avvocato Salvatore Giacalone, del Foro di Marsala, ha dovuto presentare infatti un altro ricorso contro l’Agenzia nazionale chiedendo la revoca dell'annullamento. «Il ricorso –ha dichiarato l’avvocato ad un quotidiano- lo avevo inoltrato al Tar regionale ma questo, pur essendo convinto della propria competenza a decidere, ha, comunque rimesso gli atti all’” Adunanza plenaria” perché, trattandosi di un’Agenzia di Stato, venga eliminato ogni residuo dubbio sull’eventuale competenza del Tar del Lazio».
Il tutto, mentre fa le valigie l’ex commissario Serio. Avrà più tempo da dedicare al suo amico Sgarbi che si è candidato Sindaco nel frattempo a Cefalù appoggiato da una listadenominata «Concorso esterno», che il critico d’arte ha definito “una sorta di «autodenuncia» pubblica per appoggiare il «Partito della Rivoluzione» . “Volevano dissuadermi a candidarmi”, ha tuonato! “C’è un’antimafia di facciata che decide chi debba candidarsi o no, come un tempo decideva la mafia. Per mortificare la mia candidatura Bolzoni ha scritto di “prove di infiltrazione criminale alla luce del sole”. Ebbene, niente affatto intimidito ma consapevole, ho chiesto alla popolazione accorsa al mio comizio di pronunciarsi, sottoscrivendo la paradossale lista “Concorso esterno”. Sotto al palco in breve tempo 400 cittadini hanno sottoscritto la lista. Così ho accettato di candidarmi». Intanto a Salemi la Casa Scurto nei giorni scorsi è rimasta senza corrente elettrica. L’edificio era stato preso in locazione dal Comune per una cifra non irrisoria, per essere utilizzato come Quartiere Generale di Sgarbi. Era la sede delle riunioni di Giunta, a cui avrebbe partecipato, secondo le accuse di Toscani, Pino Giammarinaro ( fatto sempre smentito dagli altri assessori). Sarebbe stato un “avvertimento” da parte dell’Enel in quanto creditrice di una bolletta per corrente erogata nel 2011, per la pubblica illuminazione e non pagata. L’interruzione ci sarebbe stata anche per la sede del Municipio, in questo momento chiuso per lavori di restauro eternamente in corso, e nei locali adibiti per l’Isola Ecologica dalla Belice Ambiente. Un biglietto da visita poco incoraggiante e, ci auguriamo, non niente affatto metaforico, per i tre commissari ministeriali già da ieri insediatisi presso il Comune.
Franco Lo Re