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12/04/2012 04:20:21

Peculato, truffa, si va verso l'assoluzione per Giuseppe Maggio

Sono sette i capi di imputazione per Maggio, tra cui peculato, truffa, somministrazione di farmaci guasti.  Per lui il Pm Anna Cecilia Sessa ha chiesto l'assoluzione.

La linea difensiva dei legali del medico marsalese ( i difensori sono gli avvocati Paolo Paladino ed Ernesto D'Angelo) ha infatti convinto anche il Pm. L'accusa principale per Maggio era quella di aver intascato, anzichè versarle alla Asl, le somme che i suoi pazienti pagavano per le prestazioni mediche effettuate in regime di intra-moenia. Maggio avrebbe dovuto versare una quota dei suoi incassi all'ospedale, ma secondo la Finanza non lo fece.

Lo studio del dottore, in Contrada Matarocco, fu trovato, durante un blitz della Finanza, il 4 Marzo 2008 in pessime condizioni igieniche.

Al dottor Maggio è stato, inoltre, contestato di essersi appropriato di 20 confezioni di farmaci ospedalieri, e di attrezzature per esami diagnostici in dotazione al «San Biagio», di avere fatto credere ad una paziente di averla sottoposta, sempre nel suo studio, ad una Tac, utilizzando, in realtà, un diafanoscopio, di avere invitato, sia pure senza successo, un paziente visitato in ospedale a recarsi presso il suo studio per iniettargli un medicinale e di avere detenuto circa mille di farmaci di vario genere scaduti (alcuni dal 1974).

I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2003 e il 2007. L'indagine è stata coordinata dal pm Giulia D'Alessandro. Per il Pm Sessa non ci sono rilievi penali, in base alle testimonianze del processo. Infatti, le persone che inizialmente avevano denunciato Maggio, in udienza hanno fornito altre versione. Ad esempio, i pazienti di Maggio hanno detto di aver dato si dei soldi al dottore, ma come contributo volontario, non come pagamento della visita.

«Le persone sottoposte a visita medica - ha affermato il pm - hanno detto di avere consegnato spontaneamente denaro al dottor Maggio, lui non chiese compensi, anche se per le somme percepite non furono rilasciate ricevute fiscali. Non sussiste il peculato in danno dell'Asl per le visite intramoenia. Il fatto non costituisce reato, ma solo illecito amministrativo».

Circa i farmaci scaduti il pm ha detto che erano stati donati da informatori scientifici e non erano destinati al commercio («anche se non fu avviata procedura di smaltimento»), mentre per l'esame diagnostico con il diafanoscopio all'anziana paziente non sarebbe stato detto che si trattava di una Tac ma che «se il dolore non cessava, bisognava fare la Tac». La sentenza è attesa per il 7 maggio.

Durante il processo Maggio non è mai stato sospeso dall'Asp.

Da ricordare che , nel 2008, dopo il blitz nello studio privato del medico, la Procura  estese l’interesse anche all’ospedale “San Biagio”, dove fu sottoposto a sequestro preventivo l’ambulatorio oncologico per cure chemioterapiche “non autorizzate.

Nella stessa inchiesta furono indagati l'ex direttore sanitario dell'ospedale di Marsala, Salvatore Fiorino, ora in servizio al nosocomio di Alcamo, e il docente di Oncologia dell'università di Palermo, Ignazio Carreca, per abuso d'ufficio e inosservanza delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo i pm, l'attività di chemioterapia, effettuata nell'ambulatorio, non era stata autorizzata dalla Asl di Trapani. Inoltre le fiamme gialle, a cui la procura ha delegato l'indagine, hanno riscontrato carenze igieniche e accertato inosservanza della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.



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