Da qui comincia una notte che ha creato uno scandalo nell'isola di Pantelleria, provincia di Trapani. L'uomo racconta di essere stato picchiato dai carabinieri e sporge denuncia. Dopo qualche settimana, tredici militari della Stazione di Pantelleria vengono iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Marsala. Sono stati tutti trasferiti in altra sede in via precauzionale.
LA TESTIMONIANZA DELLA VITTIMA - Affaritaliani.it ha raggiunto telefonicamente la vittima delle presunte aggressioni, che ha raccontato la sua versione su ciò che sarebbe accaduto quella notte. "Ero appena uscito da un locale e stavo accompagnando due persone al centro di Pantelleria. Dopo qualche centinaio di metri mi hanno fermato a un posto di blocco". Aveva bevuto? "Sì, sinceramente avevo bevuto tre bicchieri di vino. L'ho detto subito anche ai carabinieri, dopo di che l'appuntato ha detto che mi dovevano portare in caserma. Io non capivo come mai, sono rimasto molto stupito. Comunque non mi sono opposto e ci sono andato. Prima però mi hanno fatto guidare fino in paese, ho lasciato a casa i due ragazzi e poi siamo andati in caserma. Evidentemente non ero così ubriaco se mi hanno lasciato guidare da solo".
Stando alle sue parole, l'uomo, del quale manteniamo l'anonimato, viene fatto entrare in caserma dalla porta posteriore. Subito dopo, viene sottoposto all'alcol test: "Non ne avevo mai fatto uno nella mia vita. Non ho fatto un bel soffio, dopotutto era la prima volta che mi trovavo in una situazione simile. Ma da subito mi sono accorto che c'era una situazione di nervosismo. I carabinieri mi parlavano con un tono aggressivo. Io ho cercato di sdrammatizzare un po' la cosa e ho detto: 'Da domani mi toccherà andare in giro con la bicicletta'. Sapevo che la patente me l'avrebbero ritirata. A quel punto il maresciallo si gira e mi dà uno schiaffone in faccia".
Secondo il suo racconto, a quel punto prende il via una lunga serie di attacchi fisici e verbali: "Ho capito di essere nei guai, ma purtroppo non potevo fare niente. Quando sei dentro la caserma e sei solo non puoi fare niente. Mi continuavano a ripetere: 'Qui comandiamo noi, qui non si grida'. Però io non stavo gridando, non ho offeso nessuno. Sembrava già tutto pronto, pareva che le legnate fossero già lì pronte per me". L'uomo dice di non avere precedenti, né penali né con i carabinieri interessati: "Io non li conoscevo, non ho niente a che fare con loro. In 12 anni che vado a Pantelleria non sono mai stato coinvolto in una rissa, mai mi avevano trovato ubriaco. Niente, nemmeno una multa".
Ma come ha reagito alla presunta violenza? "In modo verbale. Certo, ero molto nervoso ma ho sempre tenuto le braccia lungo il corpo. Dopo il secondo schiaffo ho cominciato a dirgli che io rappresentavo il popolo e che loro avrebbero dovuto difendermi, non malmenarmi senza motivo. La cosa più brutta che gli ho detto è stata di vergognarsi, che per 1500 euro ammazzavano la gente a legnate. Non è servito a nulla, mi sono arrivati schiaffi sotto lo zigomo, ma anche calci sotto la coscia destra, dove tra l'altro sono stato anche operato".
L'incubo non è ancora finito: "Dopo un'ora circa è arrivato anche uno dei miei due amici, preoccupato perché non aveva più saputo niente di me. Hanno cominciato a picchiare anche lui. Intanto mi hanno messo su una sedia e gli altri quattro carabinieri presenti hanno ripreso a picchiarmi. Poi mi hanno fatto chiudere in cella per un po' di tempo. Dopo mi hanno fatto scendere per fare i verbali e tutto il resto. Sono uscito sfinito, erano le otto e mezza del mattino. Io in caserma ci ero entrato alle quattro. Mi hanno rilasciato un verbale di ritiro patente, nient'altro". Quel giorno dice di non aver avuto più la forza di fare nulla: "Mi sentivo umilitato. Mi avevano annullato moralmente, mi avevano fatto diventare nessuno. Non potevo credere a quello che mi era successo, mi sembrava un brutto sogno. La sera poi sono andato al pronto soccorso, dove mi hanno dato sette giorni di prognosi. Avevo il labbro spaccato e varie altre ecchimosi sul corpo".
L'uomo decide di denunciare i carabinieri: "Non potevo farlo a Pantelleria, non mi fidavo più di nessuno. Allora ho deciso di sporgere denuncia alla Procura di Marsala". Secondo la vittima, il suo non sarebbe un caso isolato: "Pantelleria era terrorizzata dallo stato di polizia che si era venuto a creare. C'erano cinque o sei carabinieri che facevano il bello e il cattivo tempo. La gente quasi non usciva più perché aveva paura e i media locali non parlavano di quello che succedeva. La legge non era uguale per tutti, la legge la facevano loro".
LE INDAGINI - A seguito della denuncia della vittima, la Porcura di Marsala decide di iscrivere nel registro degli indagati tredici carabinieri. In un primo momento gli interessati della misura sembravano solamente cinque, ma gli investigatori sono convinti che gli episodi di violenza siano più di uno. Da fonti investigative interpellate daAffaritaliani.it, pare che cinque dei tredici indagati siano sospettati per le aggressioni, mentre gli altri sarebbero responsabili di omessa denuncia. Le indagini sarebbero avviate alla conclusione, tanto che la fonte sostiene che "mancano ancora solo pochi tasselli del mosaico".
IL TRASFERIMENTO - Il gip della Procura di Marsala ha disposto il divieto di dimora a Pantelleria per cinque dei carabinieri indagati. I militari, in via precauzionale, sono stati trasferiti in altra sede. Dalla caserma dei Carabinieri non è ancora arrivato nessun commento sull'accaduto.
Lorenzo Lamperti
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