Di conseguenza, "la situazione, già difficile per effetto della generale crisi del settore, che aveva portato alla elaborazione del piano industriale di ristrutturazione e rilancio del gruppo SATIN/CNT, si è inevitabilmente aggravata".
Ecco il resto del comunicato: "Malgrado l’impegno profuso nella fase di ricerca di mediazione, che si è conclusa con la sottoscrizione in sede prefettizia dell’accordo del 26 gennaio u.s. (condiviso da tutte le OO. SS. ad eccezione dei FLM Uniti CUB), sono ormai oltre 6 mesi che gli occupanti bloccano ogni possibile attività produttiva, nei fatti confermando la loro intenzione di danneggiare volontariamente l’Azienda forse nell’illusione che altri imprenditori, o loro stessi, come hanno più volte dichiarato, possano subentrare nell’attività.
Questi sono i fatti, senza alcuna possibilità di smentita; fatti ai quali l’Azienda contrappone l’assoluta fermezza, pur con la serenità e la compostezza che ne hanno sempre contraddistinto le azioni, nel perseguire i propri obiettivi, sicura dei suoi diritti e assecondando tutte le modalità previste dalle normative di legge.
Ciò premesso si informa che la SATIN spa, nel rispetto delle intese raggiunte a tutela degli ex dipendenti di CNT, sebbene di fatto compromesse dal mancato verificarsi delle condizioni in premessa, prima fra tutte la cessazione della occupazione illegittima del cantiere e della nave, ha inteso comunque procedere al primo impegno sottoscritto in Prefettura, con l’immediata assunzione di parte del personale in mobilità.
A questo punto l’Azienda rivolge un fermo richiamo a tutte le Istituzioni affinché, a fronte all’ennesimo atto concreto dell’azienda, si risolvano ad operare, conseguentemente per quanto di propria competenza, perché siano ristabilite le condizioni di diritto e di legalità da troppo tempo oscurate da malintesi scrupoli su presunti diritti di manifestazione".