Secondo l’accusa, Giacalone avrebbe vessato con multe per migliaia di euro e ispezione “al solo scopo di recare un danno” le proprietarie di un immobile in viale Francesco De Vita a Petrosino. Filippa Anastasi e Antonina Pulizzi, le due comproprietarie, si sono costituite come parte civile in tribunale. Secondo l’accusa Anastasi e Pulizzi sarebbero entrate in contrasto con Nicolò Pipitone, locatario fino al momento del contrasto dell’appartamento al primo piano dell’immobile adibito a studio di architetto in società con lo stesso Giacalone. Lo stesso appartamento inoltre sarebbe stato occupato, in parte, per lo svolgimento della propria attività da Mario Martino Zerilli, cognato di Giacalone. L’ex funzionario comunale avrebbe dovuto astenersi da ogni procedimento amministrativo affidandolo ad altri proprio in presenza dell’evidente conflitto d’interessi.
La violazione della legge, secondo l’accusa, starebbe nelle disposizioni di sopralluoghi della Polizia municipale nell’immobile di Pulizzi e Anastasi, e in seguito di questi controlli scaturivano pesanti verbali per violazioni delle norme edilizie. Giacalone, alle comproprietarie, avrebbe negato una concessione edilizia in sanatoria “in contrasto con un giudicato amministrativo” riproponendo la richiesta di pagamento di una sanzione annullata dal Tar. Le due comproprietarie dell’immobile adesso chiedono l’annullamento delle multe e il risarcimento dei danni.
Pietro Giacalone, qualche settimana fa è stato condannato alla pena di 10 mesi di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per un anno dal Tribunale di Marsala per aver rilasciato illegittimamente una concessione edilizia. Con lui sono stati anche condannati il proprietario dell’immobile, Vincenzo Ernandez (6 mesi) e il progettista, Giuseppe Indelicato (4 mesi). Per fatti analoghi Giacalone è anche imputato in altri processi, uno di questi è il “Fricano Alfredo + 3”. E proprio per i suoi guai giudiziari il sindaco di Petrosino, Biagio Valenti ha deciso di sospendere Giacalone dalle sue funzioni.