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09/03/2012 18:55:07

Scrive Don Piero Messana, parroco di Erice, sull'ingresso a pagamento nelle chiese

La Diocesi ha seguito sempre questo principio, ora ribadito dalla nota, dichiarando sempre la sua contrarietà alla bigliettazione indiscriminata per l’ingresso nelle chiese. L’opuscolo, distribuito ogni anno in migliaia di copie, “Perché un biglietto per entrare in chiesa, o il rifiuto di introdurla, per es. qualche anno fa, quando qualcuno la pensò a proposito della chiesa del Purgatorio di Trapani, hanno sempre ribadito questa posizione.
I vescovi nella nota affermano: “…le comunità cristiane si impegnano ad assicurare l’apertura delle chiese destinate al culto…” ed questo principio è sacrosanto. Solo che ad Erice la comunità cristiana non c’è, mentre c’è quel cospicuo numero di chiese che attende di essere soccorso e che invoca aiuto. Il problema delle chiese di Erice rientra ovviamente in quei casi eccezionali previsti dalla nota del Consiglio permanente della CEI al n.2. Ci troviamo infatti di fronte ad un numero elevato di chiese a cui non fa riscontro una comunità che se ne possa occupare, poiché sappiamo bene che Erice è spopolata. La Diocesi di Trapani ha tentato di affrontare il problema in svariati modi: con la Comunità di recupero tossico dipendenti Mondo X; accogliendo comunità religiose quali Le Beatitudini o Padre Giacomelli ecc…. Il problema purtroppo non è stato mai risolto. Anzi si è aggravato…..

L’ingresso con ticket in alcune chiese di Erice in realtà ha solo 8 anni ( marzo 2003). Il contributo attraverso il biglietto ha permesso di vedere quello che era auspicato da tutti da decenni: le chiese hanno riavuto i loro tetti, le loro riparazioni, i loro impianti elettrici. Tutto ciò che vi è dentro è ora custodito, valorizzato, restaurato dopo decenni di abbandono…I portoni delle chiese si riaprono e le campane ritornano a suonare… Il risultato è: 14 chiese rivivono dopo anni di abbandono, furti, dispersione, crolli ecc…

Se il biglietto risulta poi conveniente lo dice il fatto che se per un attimo pensassimo ad eliminare il contributo d’ingresso nelle chiese, esse rimarrebbero in poco tempo senza fornitura elettrica e quindi relativi impianti di allarme; senza pulizia, custodia manutenzioni…. In una parola in un breve arco di tempo tornerebbero ad essere abbandonate, incontrastato dominio di incuria, vandali e ladri…

Perché, per fortuna, non ci sono altri siti che hanno lo stesso problema dello spopolamento totale che ha afflitto Erice. Il principio inderogabile è quello che i vescovi hanno saggiamente ribadito: la comunità cristiana è protagonista dell’accoglienza nelle chiese. Il ticket d’ingresso è e deve essere l’estrema soluzione. I numeri che i vescovi danno confermano questo. Circa 60 chiese in Italia, su un totale di 100000, sono autorizzate alla riscossione del biglietto. Ci troviamo di fronte allo 0,06%. Si tratta cioè di casi davvero eccezionali.


La preghiera ad Erice, paese Museo che sta tutto raggruppato in qualche centinaio di metri e che propone in un piccolissimo borgo posto su un monte 15 luoghi di culto più i ruderi di un monastero, è garantita e promossa nel circuito delle 8 chiese eucaristiche. In un raggio cioè di 150 m è possibile un vero e proprio percorso spirituale attraverso chiese grandi e piccole aperte gratuitamente per la sola preghiera. Di queste 15 chiese, solo in 4 si richiede un ticket per l’accesso e sono quelle che vengono sporadicamente officiate a cui è annessa anche un’esposizione di tipo museale.
Quanto alle precisazioni dei nn. 6 della nota, improntate a saggezza pastorale, “Deve essere sempre assicurata la possibilità dell’accesso gratuito a quanti intendono recarsi in chiesa per pregare” è una regola a cui ci siamo sempre attenuti. Solo che i “gitanti di Erice” si ricordano di volere entrare in chiesa per pregare solo quando debbono innescare polemiche con situazione tragicomiche del tipo: Signora, se deve entrare per pregare, il Santissimo si trova lì. Risposta: davvero??? È chi è? un santo locale??

Quanto all’indicazione che “deve essere sempre consentito l’accesso gratuito ai residenti nel territorio comunale”, anch’essa assolutamente saggia, è stata sempre applicata ad Erice nella maniera opportuna alla sua situazione. Infatti gli abitanti del comune che oggi si chiama Erice non hanno nessun legame né geofisico né culturale, né tantomeno affettivo con la vetta ( come è testimoniato peraltro da decenni dal suo totale abbandono). Essi infatti sono o cittadini di una parte della città di Trapani o di altri paesi totalmente lontani e estranei alla vetta che dà il nome a tutto il Comune. Di contro i veri “cittadini” di Erice sono i tanti villeggianti, che vengono soprattutto da Trapani e Palermo, ma anche da tante altre parti d’Italia, che da generazione vivono il loro tempo libero e le loro vacanze sul Monte. E’ ovvio che tutti quelli che hanno nelle chiese (anche nelle poche a cui si accede con biglietto) il riferimento della loro preghiera personale e a tutti coloro che vivono il paese, è stato non solo sempre assicurato l’ingresso per la preghiera, ma è stato offerto, secondo la loro stessa testimonianza, di potere entrare a godere e a pregare in chiese che da sempre avevano visto semi dirute, trasformate in negozi, teatrini magazzini, garages e quant’altro e che mai avrebbero immaginato di rivedere aperte e fruibili nel loro splendore e di potervi entrare per pregare. Oggi tutto questo è sotto gli occhi di tutti.

 



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