"Non ho soldi", dice l'uomo all'altro capo del telefono. "Tu a purtare solo i picciotti", lo rassicura Corrado. "Certo - dice l'altro - tu ti fai i bagni a tutte le ore. Haiu i megghiu ca ci sunnu". I due poi parlano dei quantitativi di droga da spacciare. "Cento a dieci giorni", dice il primo. Dall'altra parte rispondono: "Magari la metà".
In un'altra conversazione è l'uomo contattato da Corrado a chiamare un suo contatto per coinvolgerlo nello spaccio. "Davide, sono a Palermo. Per quel discorso... 'na bumma, viri c'a fari. E per sabato pomeriggio a posto. Appena arrivo passo e ti dico tutto".
Nella terza conversazione due spacciatori, e fratelli , parlano di un problema con il bilancino per il peso della droga. "Era 83, ma qui è 53,35. Non può essere". "Spegni - dice uno - e metti sullo zero. Devi metterla su un piano altrimenti sballa. Mettila sopra il mobile, di fronte al gabinetto". "Non ci capisco niente - si innervosisce l'altro - te la porto da mamma e vediamo".
08,50 - L'organizzazione reclutava come spacciatori giovani disoccupati e spesso incensurati, attratti dalla possibilita' di ottenere un "posto di lavoro". Sette indagati sono stati trasferiti in carcere e 4 sono stati invece sottoposti a detenzione domiciliare, mentre per un uomo e' stato disposto l'obbligo di dimora nel Comune di residenza. Le indagini sono state curate dal commissariato Politeama di Palermo e hanno ricostruito uno scenario di vendita di droga a "macchia di leopardo". Dopo i sequestri di stupefacente effettuati dalla polizia, dalle intercettazioni e' emerso il timore degli associati per l'inevitabile rallentamento della loro attivita'.
08,30 - Una vasta operazione antidroga è in corso a Palermo nei confronti di una organizzazione che controllava lo spaccio di cocaina e hashish avendo come base operativa il popoloso quartiere del Capo. La polizia sta eseguendo 11 ordinanze di custodia emesse dal Gip del tribunale di Palermo Michele Alajmo, su richiesta del Pm Ennio Petrigni, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione ed allo spaccio di stupefacenti. Per sette indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere; ad altri quattro sono stati concessi gli arresti domiciliari. L'indagine della Polizia è stata avviata nel gennaio del 2010, in seguito all'arresto in flagranza di due spacciatori di hashish avvenuto nel quartiere del Capo. Gli investigatori, grazie a intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono riusciti a risalire ai vertici di una ramificata organizzazione che dal capoluogo aveva esteso la propria zona di influenza in diversi centri della provincia fino a Mazara del vallo. Gli spacciatori al dettaglio, spesso incensurati e disoccupati, venivano invogliati ad entrare a far parte dell'organizzazione, grazie alla possibilità di ottenere finalmente un guadagno sicuro. In alcuni casi i proventi dello spaccio sarebbero serviti come "fondo cassa" per il sostentamento della famiglie dei carcerati. Un ruolo particolare veniva ricoperto dal parente di uno degli arrestati (nei cui confronti è stato disposto l'obbligo di dimora) che, per testare la bontà della cocaina, non esitava ad "assaggiarla" vantandone l'ottima qualità.